
La morte di un Pontefice è sempre un momento di grande rilevanza nella storia della Chiesa. Intanto perché il Papa rappresenta il culmine di un corpo sociale, verso il quale è giusto che arrivi tutta la preghiera dei fedeli, dai suoi fratelli cardinali e vescovi ai fedeli sperduti nelle periferie del mondo. E poi perché il nuovo pontificato dovrà essere un modo nuovo e diverso di condurre la Chiesa nella continuità con il suo diretto predecessore e con tutta la tradizione ecclesiale.
Papa Francesco ha guidato il corpo mistico di Cristo dal 2013 a oggi, per dodici anni. Venuto “dalla fine del mondo”, cioè da un continente come l’America Latina, così lontano dall’Europa, dove erano nati e vissuti i suoi predecessori, ha governato la Chiesa con uno stile molto diverso da loro. Infatti, dopo i “giganti nella santità”, Giovanni XXIII, Paolo VI, Giovanni Paolo II, tutti e tre canonizzati in tempi strettissimi (il primo e l’ultimo a furor di popolo) e dopo il predecessore Benedetto XVI, il più grande teologo del secolo XX, Francesco ha voluto mettere i poveri al centro dell’attenzione pastorale. Nulla di nuovo nella vita del cristianesimo, che da Cristo in poi ha sempre ricordato il dovere di privilegiare i poveri, che non sono soltanto quelli cui mancano i beni materiali fondamentali, ma coloro che nella loro esistenza sono stati privati di tutto ed è loro rimasto soltanto Dio. Papa Francesco ha però voluto ricordare questa verità tipicamente cristiana con una sottolineatura molto personale, certamente influenzata dalle sue origini argentine e latinoamericane, dove la povertà è molto più diffusa e visibile che nei Paesi europei.
Accanto all’opzione preferenziale per i poveri, Francesco ha voluto mettere la missione al centro del proprio magistero. Una missione che porta alla crescita della Chiesa nei continenti dove è in corso la prima evangelizzazione, in Asia e in Africa, e una missione invece caratterizzata dalla necessità di una seconda evangelizzazione in Europa, dove i fedeli diminuiscono anche se non manca la felice sorpresa di adulti che chiedono il Battesimo.
Papa Francesco ha guidato la Chiesa in un tempo molto difficile, dopo il passaggio drammatico della rinuncia al pontificato di Benedetto XVI, un tempo segnato dall’incremento delle guerre locali, parti di quella “terza guerra mondiale a pezzi”, come il Papa ha magistralmente definito la situazione attuale.
Contestato da alcuni, “usato” da altri, Papa Francesco è ritornato a Dio nel giorno successivo alla Pasqua, quando la liturgia ricorda l’Angelo che annuncia l’avvenuta resurrezione di Cristo.
Alleanza Cattolica pregherà per lui e rinnova la fedeltà e l’obbedienza a Pietro, colonna della Chiesa. Viva il Papa!
Lunedì, 21 aprile 2025