Non è la prima volta che il Papa si occupa di gender, e anche il primo marzo l’ha condannato senza appello
di Ermanno Pavesi
Venerdì 1° marzo 2024 il Santo Padre, prima della lettura del suo discorso ai partecipanti al Convegno internazionale Uomo-donna immagine di Dio. Per una antropologia delle vocazioni, promosso dal Centro di Ricerca e Antropologia delle Vocazioni, ha fatto alcune considerazioni sulla teoria del gender: «Ma vorrei sottolineare una cosa: è molto importante che ci sia questo incontro, questo incontro fra uomini e donne, perché oggi il pericolo più brutto è l’ideologia del gender, che annulla le differenze. Ho chiesto di fare studi a proposito di questa brutta ideologia del nostro tempo, che cancella le differenze e rende tutto uguale; cancellare la differenza è cancellare l’umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda “tensione”».
Non è la prima volta che Papa Francesco affronta questo tema. Nell’enciclica Laudato si’, per esempio, il concetto di creazione è presentatocome la chiave di lettura più profonda delle questioni ecologiche, perché riconoscenella natura un piano divino: «dire “creazione” è più che dire natura, perché ha a che vedere con un progetto dell’amore di Dio, dove ogni creatura ha un valore e un significato» (n. 76). Una ecologia autentica riconosce che non può disporre a proprio piacimento della natura, senza tenere conto del valore e del significato che Dio ha attribuito a ogni creatura.
Rispetto della natura non significa unicamente rispetto per l’ambiente, ma anche per la propria natura, anche quella sessuale: «L’ecologia umana implica anche qualcosa di molto profondo: la necessaria relazione della vita dell’essere umano con la legge morale inscritta nella sua propria natura […]. Affermava Benedetto XVI che esiste una “ecologia dell’uomo” perché “anche l’uomo possiede una natura che deve rispettare e che non può manipolare a piacere”. In questa linea, bisogna riconoscere che il nostro corpo ci pone in una relazione diretta con l’ambiente e con gli altri esseri viventi. […] Anche apprezzare il proprio corpo nella sua femminilità o mascolinità è necessario per poter riconoscere sé stessi nell’incontro con l’altro diverso da sé. […] Pertanto, non è sano un atteggiamento che pretenda di “cancellare la differenza sessuale perché non sa più confrontarsi con essa”» (n. 155).
Non può quindi stupire che il Pontefice definisca l’ideologia del gender come «il pericolo più brutto», perché i rapporti interpersonali corretti e la costruzione di una società a misura d’uomo non sono possibili a partire da una teoria che contraddice, appunto la vera natura dell’essere umano.
Giovedì, 7 marzo 2024