Giovanni Paolo II, Cristianità n. 298 (2000)
Discorso ai partecipanti alla VI Assemblea Generale della Pontificia Accademia per la Vita e alla Giornata Commemorativa del Quinto Anniversario della Evangelium Vitae, del 14-2-2000, nn. 2-6, in L’Osservatore Romano, 14/15-2-2000. Titolo redazionale.
Nell’Enciclica Evangelium Vitae […] ho preso le mosse da una prospettiva di speranza per il futuro dell’umanità. Scrivevo: “A tutti i membri della Chiesa, popolo della vita e per la vita, rivolgo il più grande invito perché, insieme, possiamo dare a questo nostro mondo nuovi segni di speranza, operando affinché crescano giustizia e solidarietà e si affermi una nuova cultura della vita umana, per l’edificazione di un’autentica civiltà della verità e dell’amore” (n. 6).
Vita, verità, amore: parole ricche di suggestioni stimolanti per l’impegno umano nel mondo. Esse sono radicate nel messaggio di Gesù Cristo, che è Via, Verità e Vita, ma sono anche impresse nel cuore e nelle aspirazioni di ogni uomo e di ogni donna.
L’esperienza vissuta all’interno della società, a cui la Chiesa con rinnovato slancio ha portato il suo messaggio nel corso di questi […] anni, consente di rilevare due fatti: da una parte, la persistente difficoltà che il messaggio incontra in un mondo che presenta gravi sintomi di violenza e di decadenza; dall’altra, l’immutata validità dello stesso messaggio ed anche la possibilità della sua recezione sociale laddove la comunità dei credenti, coinvolgendo anche la sensibilità degli uomini di buona volontà, coraggiosamente e unitariamente esprime il suo impegno.
Esistono fatti che comprovano con crescente chiarezza come le politiche e le legislazioni contrarie alla vita stiano portando le società al decadimento, non solo morale ma anche demografico ed economico. Il messaggio dell’Enciclica può essere, pertanto, presentato non solo come vera e autentica indicazione per la rinascita morale, ma anche come punto di riferimento per la salvezza civile.
Non ha dunque ragion d’essere quella sorta di mentalità rinunciataria che porta a ritenere che le leggi contrarie al diritto alla vita — le leggi che legalizzano l’aborto, l’eutanasia, la sterilizzazione e la pianificazione delle nascite con metodi contrari alla vita e alla dignità del matrimonio — presentino una loro ineluttabilità e siano ormai quasi una necessità sociale. Al contrario, esse costituiscono un germe di corruzione della società e dei suoi fondamenti.
La coscienza civile e morale non può accettare questa falsa ineluttabilità, così come non accetta l’idea della ineluttabilità delle guerre o degli stermini inter-etnici.
Grande attenzione meritano i capitoli dell’Enciclica che riguardano il rapporto fra legge civile e legge morale, per l’importanza crescente che essi sono destinati ad avere nel risanamento della vita sociale. Vi si chiede ai pastori, ai fedeli e agli uomini di buona volontà, specialmente se legislatori, un rinnovato e concorde impegno per la modifica delle leggi ingiuste che legittimano o tollerano tali violenze.
Non si lasci nulla di intentato per eliminare il delitto legalizzato o almeno per limitare il danno di tali leggi, mantenendo viva la consapevolezza del dovere radicale di rispettare il diritto alla vita dal concepimento alla morte naturale di ogni essere umano, fosse anche l’ultimo e il meno dotato.
Ma un altro campo molto ampio di impegno in difesa della vita si apre alla intraprendenza della comunità dei credenti: è l’ambito pastorale ed educativo, sul quale si sofferma la quarta parte dell’Enciclica, tracciando concrete indicazioni per l’edificazione di una nuova cultura della vita. […].
Un’autentica pastorale della vita non può essere semplicemente delegata a movimenti specifici, pur sempre meritori, operanti nel campo socio-politico. Essa deve sempre restare quale parte integrante della pastorale ecclesiale, a cui spetta il compito di annunciare il “Vangelo della vita”. […].
La modifica delle leggi non può non essere preceduta e accompagnata dalla modifica della mentalità e del costume su vasta scala, in modo capillare e visibile. La Chiesa in questo ambito non lascerà nulla di intentato né potrà accettare negligenze o colpevoli silenzi.
Ogni persona di buona volontà si senta chiamata a mobilitarsi per questa grande causa. La sostenga la convinzione che ogni passo fatto in difesa del diritto alla vita e nella concreta promozione di esso è un passo verso la pace e la civiltà.