Maurizio Brunetti, Cristianità n. 411 (2021)
Il 4 luglio del 2011 si è conclusa la vita terrena di Sua Altezza Imperiale e Reale Franz Joseph Otto-d’Asburgo-Lorena (1912-2011), ultimo arciduca ereditario d’Austria e d’Ungheria, figlio dell’imperatore d’Austria e re apostolico d’Ungheria, il beato Carlo I (1887-1922), e della serva di Dio Zita di Borbone-Parma (1892-1989). In Otto d’Asburgo, parlamentare europeo e membro della Mont Pelerin Society, «[…] si sono conservate e hanno rivissuto sia l’antica vocazione politica della dinastia che ha retto il Sacro Impero per secoli, sia la perenne vocazione alla politica dell’ideale cristiano» (1).
Il 16 luglio 2011 le spoglie mortali di Otto sono state accolte nella cripta della Chiesa dei Cappuccini a Vienna, dove riposano accanto a quelle di altri sovrani asburgici. Otto vi è stato ammesso non come sovrano apostolico di cento paesi e contrade, ma solo come confesso e umile peccatore.
Nel decennale della morte proponiamo un’ampia selezione da L’impero asburgico, prologo alla raccolta di racconti Nel crepuscolo di un mondo (trad. it., Mondadori, Milano 1937, pp. 11-37), già apparsa in Cultura & Identità (anno IV, n. 18, luglio-agosto 2012, pp. 37-50).
L’autore è Franz Werfel (1890-1945), esponente di spicco, accanto a Stefan Zweig (1881-1942), Joseph Roth (1894-1939) e Alexander Lernet-Holenia (1897-1976), di una generazione di letterati che fra le due guerre mondiali si fecero cantori della finis Austriae, pur sposando visioni del mondo e prospettive culturali solo parzialmente sovrapponibili. La traduzione è sostanzialmente quella originale di Cristina Baseggio (1897-1966). Le inserzioni fra parentesi quadre e gran parte delle note sono quelle redazionali di Cultura & Identità.
Note:
(1) Franz Joseph Otto-d’Asburgo-Lorena (1912-2011), in Cristianità, n. 361, luglio-settembre 2011, anno XXXVIII, pp. 74-75 (p. 75).