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Preti imprigionati e fucilati: i martiri dimenticati della comune di Parigi

8 Dicembre 2021 - Autore: Antonio Mondelli

La promulgazione del decreto di riconoscimento delle virtù eroiche di cinque sacerdoti francesi, uccisi in odium fidei durante la Comune di Parigi, permette di riaccostarsi alla prima realizzazione storica delle utopie sanguinarie del socialismo

di Antonio Mondelli

A 150 anni dagli accadimenti che diedero vita alla “Comune di Parigi”, Papa Francesco, il 25 novembre 2021, ha autorizzato la promulgazione da parte della Congregazione delle Cause dei Santi di un decreto che riconosce il martirio di cinque sacerdoti francesi, uccisi “in odio alla Fede” durante quell’esperimento politico di stampo “libertario” e socialista.

Poco si ricorda di questo periodo della travagliata storia francese dell’Ottocento, e certamente ancora più negletta è la storia della Chiesa di Francia in quel frangente. Parigi, e con lei l’Occidente tutto, ha dimenticato i 23 sacerdoti e religiosi uccisi durante la Comune.

Di questi eventi del maggio 1871 rimane allora ben poco, qualche riga nei libri di storia. La Congregazione per le Cause dei Santi, nel fare luce su questo brandello di storia, nel decreto che riconosce il martirio dei cinque sacerdoti spiega che l’odio per la fede era «la motivazione dominante per le azioni dei carnefici». «La Comune, aveva evidenti risvolti antireligiosi», ritiene il dicastero, e alcuni comunardi percepivano la religione come «un ostacolo da eliminare». L’odio per la fede fu ulteriormente confermato «dalla ferocia perpetrata contro i religiosi dalla folla inferocita e dal saccheggio dei luoghi e degli arredi adibiti al culto», nonché dalla profanazione eucaristica.

Ma qual è la storia di questi cinque religiosi?

Il primo martire è padre Henri Planchat. Nato nel 1823, entrò a far parte dei Fratelli di San Vincenzo de’ Paoli e fu ordinato sacerdote nel 1850. Proseguì gli studi in Italia e tornò in Francia per esercitare il ministero pastorale in diverse città francesi. Nel 1863 fu trasferito a Parigi, dove si prese cura dei più poveri, dei feriti di guerra e degli ammalati. Arrestato il 6 aprile 1871 dalle autorità della Comune di Parigi, fu fucilato il 26 maggio dello stesso anno.

Padre Ladislas Radigue nacque anche lui nel 1823. Entrò nella Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria e dell’Adorazione Perpetua del Santissimo Sacramento nel 1843, prima di essere ordinato sacerdote nel 1848. Divenne Superiore della casa madre di questa congregazione, situata a Picpus, a est di Parigi. Arrestato il 12 aprile 1871 dalle autorità della Comune, fu fucilato il 26 maggio con gli altri quattro sacerdoti.

Padre Polycarpe Tuffier, nato nel 1807, era anche lui membro della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria dal 1823. Ordinato sacerdote nel 1830, fu a lungo cappellano a Parigi, poi divenne procuratore della sua congregazione nella casa madre di Picpus. Come padre Ladislas Radigue, è stato fucilato il 26 maggio.

Padre Marcellin Rouchouze, nato nel 1810, anch’egli  membro della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Professore di latino, matematica e filosofia, fu inviato in Belgio per lavorare nei collegi della congregazione e fu ordinato sacerdote nel 1852. Presente a Parigi durante la Comune, fu fucilato con i suoi colleghi il 26 maggio 1871.

Padre Frézal Tardieu, nato nel 1814, fu membro della Congregazione dei Sacri Cuori di Gesù e Maria. Ordinato sacerdote nel 1840, fu insegnante di teologia dogmatica e consigliere generale della congregazione nella casa madre di Picpus a Parigi, quando fu arrestato e poi fucilato il 26 maggio 1871.

«Martiri», «Sante reliquie», «nuovi testimoni di Gesù Cristo»: stampate su una pagina ingiallita del quotidiano cattolico francese L’Univers e datate all’agosto 1871, queste parole attestano una realtà inequivocabile, peraltro consueta nella storia della Chiesa: queste vittime vengono riconosciute martiri ora, ma la loro fama di santità precede di 150 anni il riconoscimento ufficiale.

Mercoledì, 8 dicembre 2021

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