Alcune considerazioni di quadro su quanto sta accadendo in Francia nelle ultime ore
di Antonio Mondelli
Il dato elettorale che è passato sotto silenzio sulla stampa italiana, ma anche su quella d’Oltralpe, relativamente ai risultati del 1° turno delle elezioni legislative francesi, è quello relativo al numero degli elettori che sono andati a votare: oltre 32 milioni, cioè 8 milioni e 700 mila in più rispetto alle elezioni europee di circa un mese fa. Era da più di 20 anni che i francesi non andavano così numerosi al voto.
Ma dove sono andati a finire questi 8 milioni e 700 mila voti? Più di 3 milioni sono andati ai candidati che fanno capo ad Emmanuel Macron, che rispetto alle europee ha visto raddoppiare i suoi voti, passando da 3 milioni e 400 mila a 6 milioni e 400 mila. Più di un milione e mezzo di voti sono andati alle liste di sinistra che sono confluite nel Nuovo Fronte Popolare.
La mobilitazione generale contro il pericolo rappresentato da Rassemblement National ha dunque dato i suoi frutti e poiché il confronto tra i risultati delle europee e del primo turno delle legislative, relativo al consenso del partito di Marine le Pen e Jordan Bardella, evidenzia una certa stabilità, è immaginabile pensare che Rassemblement National abbia esaurito gran parte delsuo potenziale elettorale.
È certamente questa una delle ragioni che ha spinto Macron, i Verdi, i Socialisti e La France Insumise a realizzare un nuovo “Fronte Repubblicano” e a dar vita, così, ad un patto di desistenza che prevede che nei 485 collegi in cui siano presenti un candidato di Rassemblement National e più di un candidato del “Fronte Repubblicano”, quello che ha riportato meno voti al 1° turno si ritiri per far confluire i suoi voti sul candidato del “Fronte” meglio piazzato.
Tale accordo è riuscito a ridurre in maniera drastica il numero dei collegi nei quali sono presenti più di due candidati e, così, da 306 collegi nei quali si era profilato uno scontro a tre, oggi si è passati a meno di 100, rafforzando così, significativamente, le prospettive elettorali del “Fronte Repubblicano” qualora fosse vera l’ipotesi che Rassemblement National abbia esaurito il suo potenziale elettorale.
Basterà tutto ciò ad impedire a Jordan Bardella e Marine le Pen di raggiungere la maggioranza assoluta? Quasi certamente sì, come di fatto viene evidenziato da tutti i sondaggi realizzati nelle ultime ore, ma grazie a questi accordi da “campo largo” i francesi, che con una significativa maggioranza relativa hanno votato Rassemblement National, potrebbero vedersi scippata anche la maggioranza relativa all’Assemblea Nazionale.
Certamente le variabili in gioco sono ancora tante, e tra queste quelle relative alla efficacia delle “indicazioni di voto” del candidato del “Fronte” che si fa da parte, quelle relative alla percentuale di astensionismo che, spesso, al secondo turno è più basso del primo e quelle connesse all’appeal ed alla forza dei singoli candidati nei 501 collegi dove il seggio deve essere ancora attribuito.
Il risultato elettorale rimane pertanto fortemente incerto.
Di certo, però, possiamo sicuramente affermare che la Francia, fille aînée de l’Église, ed il suo corpo sociale, usciranno da questa competizione elettorale fortemente divisi, pieni di rancore contro tutto e tutti e fortemente sfiduciati nei confronti delle istituzioni.
Giovedì, 4 luglio 2024