Il testo latino del discorso, pronunciato il 28 giugno 1988, è comparso in L’Osservatore Romano del 29 giugno. La traduzione è quella pubblicata dal quotidiano vaticano nella stessa data.
Riferimento al «caso Lefebvre» del Santo Padre Giovanni Paolo II nell’allocuzione durante il Concistoro segreto
Ci affligge […] moltissimo la notizia, già da voi tutti risaputa, che uno dei nostri fratelli nell’Episcopato, dopo parecchi anni ormai, durante i quali aveva negato alla Santa Sede la dovuta obbedienza e colpito dalla pena della sospensione, sembrava sul punto di chiedere un accordo, procederà presto ad ordinazioni di Vescovi senza il mandato apostolico, e romperà così l’unità della Chiesa inducendo non pochi suoi seguaci ad una pericolosa situazione di scisma. Poiché ora sembra che né la volontà né il proposito di questo nostro fratello possano più essere revocati, altro non possiamo fare che invocare la bontà del nostro Salvatore, perché illumini coloro che, mentre affermano di dover difendere la vera dottrina della fede contro le sue deformazioni, abbandonano la comunione con il Successore di Pietro e sono pronti a separarsi dall’unità del gregge di Cristo, affidato all’Apostolo Pietro. Noi li preghiamo e li esortiamo con tutto il cuore a rimanere nella casa del Padre e a comprendere che ogni verità di fede e ogni retto modo di vivere trova il suo posto nella Chiesa, e che nulla si sostenga in essa, che sia contrario alla fede. Ci sono molte dimore anche in questa terrena casa di Dio, che è la Chiesa di Cristo in questo mondo. Speriamo ardentemente che, nel corso di quest’Anno Mariano, per le preghiere della stessa Beatissima Vergine, Dio onnipotente, la cui bontà non conosce limiti, ci mostri le vie con le quali si possano evitare mali maggiori e ritrovare una nuova unità.
Giovanni Paolo II