di Ermanno Pavesi
1. La vita
Sigmund Freud nasce il 6 maggio 1856 a Freiberg, in Moravia, ma alletà di quattro anni si trasferisce con la famiglia a Vienna, dove trascorre quasi tutta la vita. Dopo la laurea in medicina, si occupa di neurologia e nel 1885 ottiene la libera docenza in Neuropatologia alluniversità di Vienna. Negli anni dal 1884 al 1887 pubblica alcuni articoli, nei quali espone i risultati di sperimentazioni cliniche e su sé stesso della coca, e raccomanda luso della droga per numerose indicazioni: vengono accolti con interesse dagli ambienti scientifici e gli danno una certa notorietà, ma la comunicazione dei primi casi di cocainismo lo getta nel discredito.
Come neurologo ha in cura fra altri pazienti con disturbi funzionali, che sottopone a terapie basate sulla suggestione e allipnosi. Proprio luso dellipnosi lo porta a occuparsi anche delle teorie degli stati alterati di coscienza e dellinconscio, e a ipotizzare lorigine inconscia dei disturbi psichici. Freud perfeziona questo metodo cercando altre vie per investigare linconscio come la tecnica delle libere associazioni e linterpretazione dei sogni; formula così una nuova teoria psicologica, la psicoanalisi. La terapia corrispondente avrebbe dovuto modificare i meccanismi responsabili della rimozione di determinati contenuti psichici nellinconscio, e quindi le cause dei conflitti, e non soltanto modificarne temporaneamente i sintomi, come avveniva con lipnosi.
Per anni gli ambienti accademici sono molto critici nei confronti della psicoanalisi. Solo i contatti, a partire dal 1907, con lo psichiatra svizzero Carl Gustav Jung (1875-1961), allora aiuto alla clinica psichiatrica delluniversità di Zurigo, rompono lisolamento, ma il successo vero e proprio si verificherà solo alcuni decenni più tardi negli Stati Uniti dAmerica, grazie allaffermazione di alcuni psicoanalisti di origine ebraica, emigrati negli anni 1930. Il pericolo nazionalsocialista incombe anche in Austria, ma Freud può contare sulla protezione della Chiesa cattolica, nonostante le riserve di questa verso la psicoanalisi, come lui stesso ammette nel marzo del 1938, in occasione della pubblicazione della prima edizione completa di Luomo Mosè e la religione monoteistica: “[...] stranamente, proprio listituzione della Chiesa cattolica oppone una potente difesa alla diffusione di un simile pericolo per la civiltà. Proprio la Chiesa, fino ad oggi limplacabile nemica della libertà di pensiero e del progresso verso la conoscenza della verità!
Qui viviamo in un paese cattolico sotto la protezione di questa Chiesa, incerti su quanto simile protezione potrà ancora durare”.
La situazione precipita e Freud lascia Vienna il 4 giugno 1938 per emigrare a Londra, dove muore il 23 settembre 1939.
2. La collocazione culturale della psicoanalisi
Nella storia della psicologia la psicoanalisi rappresenta uninnovazione radicale che ha incontrato e continua a incontrare riserve da parte non solo degli avversari dichiarati ma anche di quanti, pur richiamandosi a Freud, ne accettano solamente alcuni aspetti più o meno marginali. Freud stesso spiega i motivi di queste riserve collocando la sua teoria in una prospettiva storico-culturale più ampia, definendola cioè la terza ferita narcisistica inferta allumanità: dopo Nicolò Copernico (1473-1543), che, criticando la teoria geocentrica, ha negato la centralità delluomo nelluniverso; e dopo Charles Darwin (1809-1882), che, con la teoria evoluzionistica, gli ha negato pure una dignità particolare allinterno della natura. Ciononostante, se luomo può ritenersi superiore agli animali in quanto questi agiscono istintivamente mentre egli è dotato di facoltà quali lautoconsapevolezza, la ragione e il libero arbitrio, la psicoanalisi con le sue due teorie fondamentali dellinconscio e della libido nega la validità di tale convinzione: luomo crede di essere libero, di prendere decisioni in base a considerazioni razionali, invece è guidato dalle pulsioni e la vita psichica cosciente è dominata dallinconscio. Lincapacità di accettare tutte le conseguenze di queste teorie spiegherebbe le resistenze nei confronti della psicoanalisi.
3. Antropologia e religione
Ne Il disagio della civiltà, del 1927, Freud interpreta “il segreto della vita organica in generale”, “il processo di incivilimento” e lo “sviluppo dellindividuo” come prodotti della lotta di due forze contrastanti, Eros, la pulsione di vita, e Thanatos, la pulsione di morte: “[…] la ripetizione della stessa formula si giustifica considerando che lincivilimento dellumanità e lo sviluppo dellindividuo sono entrambi processi vitali, che quindi devono partecipare del più generale carattere della vita”.
La teoria psicoanalitica distingue nelluomo tre elementi: lEs, che comprende le pulsioni e quindi lenergia vitale originaria; lIo, che rappresenta lautocoscienza, e il Super-Io, cioè la coscienza morale. Il Super-Io sarebbe unacquisizione tardiva, formata nel corso dello sviluppo individuale sotto linfluenza dei genitori, della confessione religiosa e della società civile; comporterebbe lidentificazione in determinati valori e la conseguente rinuncia al soddisfacimento di alcuni istinti e la loro rimozione nellinconscio.
Secondo questo schema proprio tale incompatibilità sarebbe la causa dei conflitti psichici. La terapia analitica consiste abitualmente nel ridurre le pretese del Super-Io: “Quindi siamo molto spesso obbligati scrive sempre ne Il disagio della civiltà , per i nostri intenti terapeutici, a combattere il Super-Io, e ci sforziamo di ridurre le sue pretese”. La lotta contro il Super-Io comporta anche una svalutazione dei valori interiorizzati, che non vengono più considerati come fondamenti dellesistenza umana e della società civile, ma come patogeni. Se per la psicoanalisi “la vita cosciente è una sovrastruttura costruita su una sottostruttura di forze inconsce e conflittuali” così si esprime, con felice formulazione sintetica, lo storico della psichiatria Henri Frederic Ellenberger , essa si attribuisce anche la funzione di demistificare tali sovrastrutture, di spiegare con le sue teorie la genesi inconscia e istintiva dellattività umana e quindi di considerare le motivazioni ideali solo come presunte tali: il termine “sublimazione”, per esempio, entrato nel linguaggio comune, designa proprio il fatto che ideali alti e nobili avrebbero preso il posto della meta originaria di istinti non soddisfatti.
Anche le rappresentazioni religiose vengono considerate come costruzioni psichiche, che possono rispondere a esigenze interiori, ma prive di correlati reali, indimostrabili e inconciliabili con la visione del mondo scientifica e quindi anche con la psicoanalisi come approccio scientifico allo studio della psiche. Linterpretazione delle credenze religiose come proiezioni psichiche non è nuova: la novità della psicoanalisi consiste nel tentativo di spiegare psicologicamente natura e contenuto di queste proiezioni. Il senso dimpotenza di fronte a catastrofi naturali, alla malattia e alla morte rievocherebbe condizioni analoghe dellinfanzia e porterebbe ad ammettere lesistenza di un essere onnipotente e misericordioso, costruito sulla base della figura paterna idealizzata nellinfanzia. Così Freud riconosce alla religione una funzione consolatoria, che può dar sollievo allindividuo, pur sempre di carattere illusorio.
4. Il disagio della civiltà
Lantropologia di Freud ha implicazioni anche in campo sociale. Come il Super-Io influenzerebbe negativamente lo sviluppo individuale, così anche la morale e la religione avrebbero un effetto negativo su tutta la società. “Se levoluzione della civiltà è tanto simile a quella dellindividuo e se usa i suoi stessi mezzi afferma ancora ne Il disagio della civiltà , non è forse lecita la diagnosi che alcune civiltà, o epoche civili, e magari lintero genere umano sono divenuti “nevrotici” per effetto del loro stesso sforzo di civiltà?”. Il fondatore della psicoanalisi ritiene necessaria la regolamentazione dei rapporti interpersonali per evitare di cadere nellanarchia, ma considera la morale come un fondamento inaffidabile delle leggi sociali, in quanto il distacco dalla religione, a suo avviso un processo storico ineluttabile, ne minerebbe anche le fondamenta. Abituato a considerare i problemi delladulto come conseguenza di fattori attivi durante linfanzia, Freud ritiene di poter migliorare la situazione degli adulti modificando le condizioni delleducazione e propone di abolire linsegnamento della religione nelle scuole e di introdurvi leducazione sessuale: “[…] cè da scoprire un tesoro scrive in Lavvenire di unillusione, del 1927 che può arricchire la civiltà e che vale la pena di tentare uneducazione irreligiosa”.
Freud auspica quindi la formazione di unetica dipendente unicamente dal consenso dei membri della società: il soddisfacimento dei propri istinti non dovrebbe essere limitato da leggi morali di sorta, ma solo dalla convinzione della necessità di regole che hanno come unico scopo quello di evitare contrasti con gli altri.
Alla luce di questi princìpi lo psichiatra viennese, in una lezione del 1932, difende il comunismo sostenendo che la realizzazione, anche cruenta, di istinti aggressivi sarebbe da preferirsi a una politica ispirata a valori cristiani: “In unepoca in cui grandi nazioni annunciano di aspettarsi la salvezza dal mantenimento della devozione cristiana, la rivoluzione russa malgrado un buon numero di particolari sgradevoli appare dopo tutto un messaggio per un futuro migliore”.
5. Influenze sulla civiltà occidentale
Freud ha esercitato, direttamente o indirettamente attraverso discepoli anche “dissidenti”, uninfluenza non trascurabile sulla cultura occidentale moderna, sulle scienze umane dalla filosofia alla pedagogia, dalla psicologia dellarte alla teologia, e sul costume: la “rivoluzione sessuale”, per esempio, predicata da Wilhelm Reich (1897-1957) a partire dagli anni 1930, con tutte le conseguenze sulla famiglia e quindi sullassetto demografico delle nazioni occidentali, sarebbe impensabile senza il contributo delle teorie psicoanalitiche. Il filosofo Herbert Marcuse (1898-1979) poi, in Eros e civiltà, del 1955, applica le teorie psicoanalitiche anche ai problemi sociali: il soddisfacimento degli istinti non avrebbe priorità solamente su valori morali in ambito religioso, ma anche nei confronti dellordinamento economico e sociale. Ladattamento alla società viene interpretato come interiorizzazione dei valori di una società “alienata” e “repressiva”. Queste teorie, con la richiesta di emancipazione da ogni forma dautorità, hanno fatto di Marcuse uno dei “profeti” della rivolta giovanile degli anni 1960.
6. Conclusione
I motivi del successo delle teorie psicoanalitiche sono molteplici. Importante è il superamento dei limiti di concezioni razionalistiche delluomo dominanti a cavallo dei secoli XIX e XX. Ma, benché riprenda concetti di psicologie più antiche, che considerano luomo come un composto di anima e di corpo, e che riconoscono lesistenza di funzioni psichiche irrazionali, come la fantasia, la psicoanalisi se ne discosta radicalmente considerando tutte le funzioni psichiche “superiori” solo come prodotti di meccanismi psichici originariamente inconsci. Questo tipo di psicologia è organica a tendenze della modernità come il relativismo, lindividualismo e ledonismo. Anche il mito psicoanalitico dellomicidio del padre primordiale come evento che dà origine alla civiltà umana corrisponde alla concezione di fondo che solo la rottura radicale con la tradizione consentirebbe il progresso umano.
Per approfondire: vedi una biografia, in Ernest Jones (1879-1958), Vita e opere di Freud, trad. it., Il Saggiatore 1995; le Opere, trad. it., Bollati-Boringhieri, Torino, dal 1967, e un inquadramento storico, in Henri F. Ellenberger, La scoperta dellinconscio. Storia della psichiatria dinamica, trad. it., Boringhieri, Torino 1980.