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Speranza e fede: binomio inscindibile

30 Marzo 2017 - Autore: Silvia Scaranari

Aprire i cuori per poter gioire in eterno nella grande piazza del cielo con Cristo risorto: l’invito di Papa Francesco ieri durante l’udienza del mercoledì.

Partendo dalla Lettera di san Paolo ai Romani (4, 16-25) il Santo Padre svolge una riflessione sull’importanza della speranza che supera i limiti della ragionevolezza. La speranza pone le sue basi nella fede. Abramo, nella sua vecchiaia, riceve da Dio l’annuncio di una discendenza e gli crede. Ormai sulla via del tramonto, lui e Sara sapevano di non poter concepire più alcun figlio ma si sono fidati della parola di Dio ed hanno avuto una grande discendenza.  Abramo “ha avuto speranza contro ogni speranza. E questo è grande! La grande speranza si radica nella fede, e proprio per questo è capace di andare oltre ogni speranza. Sì, perché non si fonda sulla nostra parola, ma sulla Parola di Dio.”

“Il Dio che si rivela ad Abramo è il Dio che salva, il Dio che fa uscire dalla disperazione e dalla morte, il Dio che chiama alla vita.” Dio è sempre Dio della vita, non vuole la morte di nessuno, è pronto a far nascere vita nuova ovunque vi sia un germoglio di fede in Lui. E stiamo per vivere la grande esperienza del Dio fatto uomo che per donare la vita è morto ma il Padre lo ha resuscitato “perché anche noi possiamo passare in Lui dalla morte alla vita”.

La speranza può superare i limiti umani perché non si fonda su nostre convinzioni, non si fonda su parola umana ma sulla parola di Dio che è sempre  vita e resurrezione.

Papa Francesco lancia però una piccola sfida: “noi, tutti noi, siamo convinti di questo? Siamo convinti che Dio ci vuole bene e che tutto quello che ci ha promesso è disposto a portarlo a compimento?”.

Immersi in un mondo materialista facciamo fatica a distaccarci dalla nostre piccole certezze quotidiane, facciamo fatica a lasciare le nostre abitudini, le cose che ci piacciono ed abbandonarci con fiducia ad un Amore più grande. Non c’è speranza senza fede. Non si può dire “Io credo” se non si è disposti a lasciar guidare la propria vita dal Signore che, come qualsiasi padre degno di questo nome, vuole solo veder crescere i propri figli nel migliore modo possibile. Il bambino si fida del padre perché sa che da lui non gli potrà mai venire del male, si fida del padre perché lo riconosce più grande, sapiente, forte e si lascia prendere per mano. Se noi uomini siamo capaci di dare cose buone ai nostri figli forse Dio non sarà un Padre mille volte più buono verso tutti?

Il bambino inciampa e cade, quando vuole far da solo, quando si rifiuta di dare la mano e pensa di sapere tutto, di poter scegliere da solo la propria strada. Accade anche agli adulti quando si credono super-uomini, sciolti da ogni legame, da ogni vincolo, quando credono di poter tracciare da soli il proprio cammino. Ecco che allora sbagliano, fanno del male e si fanno del male. Ma il Padre non nega  mai il proprio aiuto, ad una condizione: “aprire il cuore”.

“Aprite i vostri cuori” continua il Santo Padre “e questa forza di Dio vi porterà avanti, farà cose miracolose e vi insegnerà cosa sia la speranza. Questo è l’unico prezzo: aprire il cuore alla fede e Lui farà il resto”.

Silvia Scaranari

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