Plinio Corrêa de Oliveira, Cristianità n. 8 (1974)
Il testo che segue è traduzione del prologo scritto dal prof. Plinio Corrêa de Oliveira per l’edizione argentina di Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (Tradicion Familia Propiedad, Buenos Aires 1970). Il titolo e i sottotitoli sono redazionali.
I miei giovani e brillanti amici della Sociedad Argentina de Defensa de la Tradición, Familia y Propiedad mi hanno chiesto, per questa nuova edizione di Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, un prologo sui punti di contatto di questo libro con il Trattato della vera devozione alla santa Vergine di san Luigi Maria Grignion de Montfort.
I. LA PREDICAZIONE DI SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT
Oggi sono molti – fuori dagli ambienti progressisti, è chiaro – i cattolici che conoscono e ammirano l’opera del grande e ardente missionario popolare del secolo XVIII.
Nato a Montfort-sur-Meu o Montfort-la-Cane, in Bretagna, nell’anno 1673, fu ordinato sacerdote nel 1700, e fino alla morte nel 1716 si dedicò alla predicazione di missioni alle popolazioni rurali e urbane della Bretagna, Normandia, Poitou, Vandea, Aunis, Saintonge, Anjou, Maine. Le città in cui predicò, comprese le più importanti, vivevano in gran parte dell’agricoltura ed erano profondamente segnate dalla vita rurale. Per questa ragione san Luigi Maria, benché non abbia predicato esclusivamente a contadini, può però essere considerato essenzialmente un apostolo di popolazioni rurali.
- APOSTOLATO BATTAGLIERO E INVITTO
Nelle sue predicazioni, che in termini moderni potrebbero dirsi sommamente “aggiornate”, non si limitava a insegnare la dottrina cattolica in termini che servissero per qualsiasi epoca e per qualunque luogo, ma sapeva dare risalto ai punti più necessari per i fedeli che lo ascoltavano.
Il tipo del suo “aggiornamento” lascerebbe probabilmente sconcertati molti proseliti del moderno “aggiornamento”. Gli errori del suo tempo non erano da lui visti come semplici frutti di equivoci intellettuali nati da uomini di insospettabile buona fede: errori che perciò stesso un dialogo abile e piacevole può sempre dissipare. Capace di sostenere il dialogo cortese e conquistante, egli tuttavia non perdeva di vista tutta l’influenza del peccato originale e dei peccati attuali, e neppure l’azione del principe delle tenebre nella genesi e nello svolgimento della immane lotta mossa dalla empietà contro la Chiesa e la civiltà cristiana. La celebre trilogia demonio, mondo e carne, presente nelle riflessioni dei teologi e dei missionari di buona dottrina di tutti i tempi, l’aveva presente come uno degli elementi basilari per la diagnosi dei problemi del suo secolo. E così, come le situazioni richiedevano, sapeva essere ora soave e dolce come un angelo messaggero della dilezione e del perdono di Dio, ora battagliero e invitto, come un angelo incaricato di annunciare le minacce della giustizia divina contro i peccatori ribelli e incalliti. Questo grande apostolo seppe alternativamente dialogare e polemizzare, e in lui il polemista non ostacolava l’effusione delle dolcezze del Buon Pastore, e la mansuetudine pastorale non annacquava i santi rigori del polemista.
Con questo esempio, siamo ben lontani da certi progressisti per i quali tutti i nostri fratelli separati, eretici o scismatici, sono necessariamente in buona fede, ingannati da semplici equivoci, così che polemizzare con loro è sempre un errore e un peccato contro la carità.
- LA BUONA DOTTRINA E LA SAPIENZA DELLA CROCE CONTRO LA COALIZIONE DEGLI ERRORI.
La società francese dei secoli XVII e XVIII (il nostro santo visse, come abbiamo visto, al tramonto dell’uno e nei primi decenni dell’altro) era gravemente malata. Tutto la preparava a ricevere passivamente la inoculazione dei germi dell’enciclopedismo, e a franare poi nella catastrofe della Rivoluzione francese.
Per presentare in questa sede un quadro circoscritto e, quindi, necessariamente molto semplificato – indispensabile tuttavia per comprendere la predicazione del nostro santo -, si può dire che nelle tre classi sociali, clero, nobiltà e popolo, prevalevano due tipi spirituali: i lassisti e i rigoristi. I lassisti, propensi a una vita di piaceri che portava alla dissoluzione e allo scetticismo. I rigoristi, propensi a un moralismo aspro, formalista e tetro, che portava alla disperazione quando non alla ribellione. Mondanismo e giansenismo erano i due poli che esercitavano una nefasta attrazione, anche in ambienti reputati tra i più pii e di solida moralità della società del tempo.
L’uno e l’altro – come spesso accade con gli estremi dell’errore – portavano a uno stesso risultato. Infatti, ciascuno per la sua strada allontanava le anime dal sano equilibrio spirituale della Chiesa. Questa, effettivamente, ci predica con ammirevole armonia la dolcezza e il rigore, la giustizia e la misericordia. Essa da un lato ci afferma la grandezza naturale autentica dell’uomo – sublimata dalla sua elevazione all’ordine soprannaturale e dal suo inserimento nel Corpo Mistico di Cristo -, e d’altro lato ci fa vedere la miseria in cui ci ha gettato il peccato originale, con tutta la sua sequela di nefaste conseguenze.
Niente di più normale della coalizione degli errori estremi e contrari contro l’apostolo che predicava la dottrina cattolica autentica: il vero contrario di uno squilibrio non è lo squilibrio opposto, ma l’equilibrio. E così l’odio che anima i seguaci degli errori opposti non li scaglia gli uni contro gli altri, ma piuttosto li lancia contro gli apostoli della verità. E ciò capita soprattutto quando questa verità è proclamata con vigorosa franchezza, che mette in risalto i punti di più acuta divergenza con gli errori in voga.
La predicazione di san Luigi Maria Grignion de Montfort fu proprio di questo tipo. Le sue prediche, pronunciate generalmente di fronte a grandi uditori popolari, culminavano abbastanza spesso in autentiche apoteosi di contrizione, di penitenza e di entusiasmo. La sua parola chiara, fiammeggiante, profonda, coerente, scuoteva le anime illanguidite dalle mille modalità di mollezza e di sensualità che in quell’epoca si diffondevano dalle classi alte agli altri strati della popolazione. Alla fine delle sue prediche, gli uditori riunivano spesso sulla pubblica piazza piramidi di oggetti frivoli o sensuali e di libri empi a cui davano fuoco. Mentre ardevano le fiamme, il nostro infaticabile missionario prendeva nuovamente la parola, incitando il popolo all’austerità. Quest’opera di rigenerazione morale aveva un senso fondamentalmente soprannaturale e pio. Gesù Cristo crocifisso, il suo Sangue prezioso, le sue Piaghe sacratissime, i dolori di Maria, erano il punto di partenza e il termine della sua predicazione. Proprio per questo promosse a Pont-Chateau la costruzione di un grande calvario che avrebbe dovuto essere il centro di convergenza di tutto il movimento spirituale da lui suscitato.
Nella Croce il nostro santo vedeva la fonte di una superiore sapienza, la sapienza cristiana, che insegna all’uomo a vedere e ad amare nelle cose create manifestazioni e simboli di Dio; a preporre la fede alla ragione orgogliosa, la fede e la retta ragione ai sensi ribelli, la morale alla volontà sregolata, lo spirituale al materiale, l’eterno al contingente e al transitorio.
- LA DEVOZIONE ALLA MADONNA MEDIATRICE UNIVERSALE
Ma questo ardente predicatore dell’austerità cristiana genuina non aveva niente dell’austerità taciturna, biliosa e gretta di un Calvino. Essa era addolcita da una tenerissima devozione alla Madonna.
Si può dire che nessuno portò a maggiori altezze la devozione alla Madre di Misericordia. La Madonna, in quanto mediatrice necessaria – per divina decisione – tra Gesù Cristo e gli uomini, fu l’oggetto del suo continuo trasporto, il tema che suscitò le sue più profonde e più originali meditazioni. Nessun critico serio può negare a esse l’ispirata genialità. Intorno alla Mediazione Universale di Maria – oggi verità di fede – san Luigi Maria Grignion de Montfort costruì tutta una mariologia che è il maggior monumento di tutti i secoli alla Vergine Madre di Dio.
Questi sono i tratti principali della sua mirabile predicazione.
Tutta questa predicazione è condensata nei tre principali scritti dal santo, la Lettera circolare agli amici della Croce, il Trattato della Sapienza e il Trattato della vera devozione alla santa Vergine, una specie di mirabile trilogia, tutta d’oro e di fuoco, dalla quale emerge, capolavoro tra i capolavori il Trattato della vera devozione alla santa Vergine.
Attraverso queste opere possiamo renderci conto di quale fu la sostanza della predicazione di san Luigi Maria Grignion de Montfort.
- PERSEGUITATO DAI GIANSENISTI, VATICINA LA RIVOLUZIONE E PREPARA GLI EROI DELLA CONTRO-RIVOLUZIONE
Il nostro santo fu un gran perseguitato. Questo carattere della sua esistenza è messo in luce da tutti i suoi biografi (1).
Un uragano furioso si levò contro la sua predicazione, scatenato dai mondani, dagli scettici infuriati da tanta fede e da tanta austerità, e dai giansenisti indignati da una insigne devozione alla Madonna, dalla quale emanava una soavità inesprimibile. Da ciò un turbine che gli sollevò contro, per così dire, tutta la Francia.
Spesso, come successe nel 1705 nella città di Poitiers, i suoi magnifici autos de fe contro la immoralità furono interrotti per ordine di autorità ecclesiastiche, che evitavano così la distruzione di quegli oggetti di perdizione. In quasi tutte le diocesi di Francia gli fu negato l’esercizio del ministero sacerdotale. Dopo il 1711, solo i vescovi di La Rochelle e di Lucon gli permisero l’attività missionaria. E, nel 1710, Luigi XIV ordinò la distruzione del calvario di Pont-Chateau.
Di fronte a questo enorme potere del male, il nostro santo si rivelò profeta. Con parole di fuoco, denunciò i germi che minavano la Francia di allora, e vaticinò una catastrofica sovversione che da essi sarebbe derivata (2). Il secolo in cui san Luigi Maria morì non ebbe termine senza che la Rivoluzione francese confermasse in modo sinistro le sue previsioni.
Fatto nello stesso tempo sintomatico ed entusiasmante: le regioni nelle quali il nostro santo fu libero di predicare la sua dottrina e in cui le masse umili lo seguirono, furono quelle in cui gli chouans (3) si sollevarono con le armi in pugno contro l’empietà e la sovversione. Erano i discendenti dei contadini ai quali il grande santo aveva predicato le sue missioni e che aveva preservato così dai germi della Rivoluzione.
II. RELAZIONI TRA IL CAPOLAVORO MONFORTANO E “RIVOLUZIONE E CONTRO-RIVOLUZIONE”
Ma ci dobbiamo occupare del nesso tra il capolavoro di questo grande santo e il contenuto del nostro saggio, che esce tanto rimpicciolito dal confronto.
- LE CAUSE MORALI DELLA RIVOLUZIONE
Cominciamo a esporre qui alcuni pensieri contenuti in Rivoluzione e Contro-Rivoluzione.
In esso la Rivoluzione è presentata come un immenso processo di tendenze, dottrine, di trasformazioni politiche, sociali ed economiche, che derivano in ultima analisi – sarei tentato di dire, in ultimissima analisi – da un deterioramento morale causato da due vizi fondamentali: l’orgoglio e l’impurità, che suscitano nell’uomo una incompatibilità profonda con la dottrina cattolica.
Infatti, la Chiesa cattolica così come essa è, la dottrina che insegna, l’universo che Dio ha creato e che possiamo conoscere tanto splendidamente attraverso i suoi prismi, tutto questo suscita nell’uomo virtuoso, nell’uomo puro e umile, un profondo trasporto. E prova gioia pensando che la Chiesa e l’universo sono così come sono.
Ma se una persona cede un poco al vizio dell’orgoglio o dell’impurità, si comincia a creare in essa un senso di incompatibilità con diversi aspetti della Chiesa o dell’ordine dell’universo. Questa incompatibilità può iniziare, per esempio, con una antipatia nei confronti del carattere gerarchico della Chiesa, poi estendersi e arrivare alla gerarchia della società temporale, per manifestarsi più tardi rispetto all’ordine gerarchico della famiglia. E così, attraverso diverse forme di ugualitarismo, una persona può giungere a una posizione metafisica di condanna di ogni e qualsiasi disuguaglianza, e del carattere gerarchico dell’universo. Sarebbe il risultato dell’orgoglio nel campo della metafisica.
In modo analogo si possono delineare le conseguenze dell’impurità nel pensiero umano. L’uomo impuro, generalmente, incomincia a tendere verso il liberalismo: lo irrita l’esistenza di un ordine, di un freno, di una legge che circoscriva il debordare dei suoi sensi. E, perciò, ogni ascesi gli riesce antipatica. Da questa antipatia, naturalmente, deriva un’avversione allo stesso principio di autorità, e così via. La brama di un mondo anarchico – nel senso etimologico della parola -, senza leggi né poteri costituiti, e in cui lo Stato stesso sia soltanto una immensa cooperativa, è il punto estremo del liberalismo generato dall’impurità.
Tanto dall’orgoglio, quanto dal liberalismo, nasce il desiderio di uguaglianza e libertà totali, che è la sostanza del comunismo.
A partire dall’orgoglio e dalla impurità si vanno formando gli elementi costitutivi di una concezione diametralmente opposta all’opera di Dio. Questa concezione, nel suo aspetto finale, ormai non differisce da quella cattolica solo su questo o quel punto. Nella misura in cui nel corso delle generazioni questi vizi si vanno radiando e diventano più accentuati, si costruisce tutta una concezione gnostica e rivoluzionaria dell’universo. L’individuazione, che per la gnosi è il male, è un principio di disuguaglianza. La gerarchia – qualunque essa sia – è figlia della individuazione. L’universo – secondo lo gnostico – si riscatta dalla individuazione e dalla disuguaglianza attraverso un processo di distruzione dell’”io” che reintegra gli individui nel gran Tutto omogeneo. La realizzazione, tra gli uomini, dell’uguaglianza assoluta, e del suo corollario, la libertà completa – in un ordine di cose anarchico – può essere vista come una tappa preparatoria di questo riassorbimento totale.
Non è difficile cogliere in questa prospettiva un nesso tra gnosi e comunismo.
Così, la dottrina della Rivoluzione è la gnosi e le sue cause ultime hanno le loro radici nell’orgoglio e nella sensualità. Posto il carattere morale di queste cause, tutto il problema della Rivoluzione e della Contro-Rivoluzione è, in fondo e principalmente, un problema morale. Ciò che si dice in Rivoluzione e Contro-Rivoluzione è che, se non fosse per l’orgoglio e la sensualità, la Rivoluzione come movimento organizzato nel mondo intero non esisterebbe, non sarebbe possibile.
- L’ESSENZA RELIGIOSA DELLA LOTTA TRA RIVOLUZIONE E CONTRORIVOLUZIONE
Ebbene, se al centro del problema della Rivoluzione e della Contro-Rivoluzione vi è una questione morale, vi è anche e soprattutto una questione religiosa, poiché tutte le questioni morali sono sostanzialmente religiose. Non c’è morale senza religione. Una morale senza religione è quanto di più inconsistente si possa immaginare. Ogni problema morale è, quindi, fondamentalmente religioso. Stando così le cose, la lotta tra la Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione è una lotta che, nella sua essenza, è religiosa. Se è religiosa, se è una crisi morale che dà origine allo spirito della Rivoluzione, allora questa crisi si può evitare soltanto e a essa si può porre rimedio soltanto con l’aiuto, della grazia.
È un dogma della Chiesa che gli uomini non possono con i soli mezzi naturali osservare durevolmente i precetti della morale cattolica nella loro integrità, sintetizzati nell’Antica e nella Nuova Legge. Per osservare i comandamenti è necessaria l’assistenza della grazia.
D’altro canto, se l’uomo cade in stato di peccato, si accumulano in lui le tendenze al male, e quindi a fortiori non potrà sollevarsi dallo stato in cui è caduto senza il soccorso della grazia.
- LA MADONNA MEDIATRICE DELLE GRAZIE NECESSARIE PER LA VITTORIA CONTRO-RIVOLUZIONARIA
Dal momento che ogni preservazione morale autentica o ogni rigenerazione morale autentica deriva dalla grazia, è facile vedere la parte della Madonna nella lotta tra la Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione. La grazia dipende da Dio, ma indubbiamente Dio, con un atto libero della sua volontà, ha voluto far dipendere dalla Madonna la distribuzione delle grazie. Maria è la Mediatrice Universale, è il canale attraverso il quale passano tutte le grazie. Pertanto, il suo aiuto è indispensabile perché non vi sia Rivoluzione, o perché questa sia vinta dalla Contro-Rivoluzione. Infatti, chi chiede la grazia per mezzo di Lei, la ottiene. Chi tenta di ottenerla senza l’aiuto di Maria non la otterrà. Se gli uomini, ricevendo la grazia, corrispondono a essa, è implicito che la Rivoluzione scomparirà. Al contrario, se essi non le corrispondono, è inevitabile che la Rivoluzione si sviluppi e trionfi. Perciò, la devozione alla Madonna è condizione sine qua non perché la Rivoluzione sia schiacciata, perché vinca la Contro-Rivoluzione.
Insisto su quanto ho appena affermato. Se una nazione sarà stata fedele alle grazie necessarie e anche sufficienti che riceve dalla Madonna, e se si sarà diffusa in essa l’osservanza dei comandamenti, è inevitabile che la società si strutturi bene. Infatti con la grazia viene la sapienza e con la sapienza tutte le attività dell’uomo prenderanno le loro vie.
Tutto questo si prova in un certo senso con l’analisi dello stato in cui si trova la civiltà contemporanea. Fondata su un rifiuto della grazia, ha ottenuto alcuni risultati strepitosi che però divorano l’uomo. Nella misura in cui si basa sul laicismo e viola sotto diversi aspetti l’ordine naturale insegnato dalla Chiesa, la civiltà attuale è nociva per l’uomo.
Purché la devozione alla Madonna sia ardente, profonda, ricca di sostanza teologica, è chiara che la preghiera di chi chiede sarà esaudita. Le grazie pioveranno sulla persona che La prega devotamente e assiduamente. Se al contrario questa devozione fosse falsa o tiepida, macchiata da restrizioni di sapore giansenista o protestante, vi è il grave rischio che la grazia sia data meno largamente, perché incontra da parte dell’uomo nefaste resistenze. Quanto si dice dell’uomo si può dire, mutatis mutandis, della famiglia, di una regione, di un paese o di qualsiasi altro gruppo umano.
Si è soliti dire che nell’economia della grazia la Madonna è il collo del Corpo Mistico del quale nostro Signore Gesù Cristo è il capo, perché tutto passa attraverso di Lei. La immagine è assolutamente vera nella vita spirituale. Un individuo che ha poca devozione per la Madonna è come uno che abbia una corda al collo e conservi soltanto un filo di respiro. Quando non ha nessuna devozione, muore per asfissia. Avendo una grande devozione, il collo resta completamente libero e l’aria penetra abbondantemente nei polmoni, così che l’uomo può vivere normalmente.
La sterilità e perfino la nocività di tutto quanto si fa contro l’azione della grazia, e l’immensa fecondità di quanto si fa con il suo aiuto definiscono con precisione la posizione della Madonna nella lotta tra la Rivoluzione e la Contro-Rivoluzione, dal momento che l’intensità delle grazie ricevute dagli uomini dipende dalla più o meno grande devozione che hanno avuto verso di Lei.
- L’OPERA DEMONIACA DELLA RIVOLUZIONE E L’IMPERIO DELLA MADONNA SUL DEMONIO
Una visione della Rivoluzione e della Contro-Rivoluzione non può limitarsi soltanto a queste considerazioni. La Rivoluzione non è frutto solamente della malizia umana. Quest’ultima apre le porte al demonio, dal quale si lascia eccitare, esacerbare e orientare.
Quindi è importante esaminare in questo campo l’opposizione esistente tra la Madonna e il demonio. La parte del demonio nella esplosione e nei progressi della Rivoluzione è stata enorme. Come è logico pensare, una esplosione di passioni disordinate tanto profonda e tanto generale come quella che ha dato origine alla Rivoluzione non sarebbe avvenuta senza un’azione preternaturale. Inoltre sarebbe stato difficile all’uomo raggiungere gli estremi di crudeltà, di empietà e di cinismo ai quali la Rivoluzione è arrivata diverse volte nel corso della sua storia, senza il concorso dello spirito del male.
Orbene, questo fattore propulsivo tanto forte dipende assolutamente dalla Madonna. Basta che Ella lanci un ordine sull’inferno, perché esso si terrorizzi, si confonda, si rintani e scompaia dalla scena umana. Al contrario, basta che, per castigare gli uomini, Ella lasci al demonio un certo raggio d’azione, perché l’azione di costui progredisca. Pertanto i maggiori fattori della Rivoluzione e della Contro-Rivoluzione, che sono rispettivamente il demonio e la grazia, dipendono dal suo comando e dal suo potere.
- LA REGALITA’ UNIVERSALE DI MARIA
La considerazione di questo potere sovrano della Madonna ci avvicina all’idea della regalità di Maria. Non bisogna vedere in questa regalità un titolo puramente decorativo. Benché in tutto sottomessa alla volontà di Dio, la regalità della Madonna comporta una potestà di governo personale, assolutamente autentico.
Ho avuto occasione una volta di servirmi in una conferenza di una immagine che aiuta a capire il ruolo della Madonna come regina.
Immaginiamo il direttore di un collegio alle prese con alunni molto insubordinati. Egli li punisce con una autorità di ferro. Dopo averli ricondotti all’ordine, si ritira dicendo alla propria madre: “So che dirigeresti questo collegio in un modo diverso da come ora sto facendo. Tu hai un cuore materno. Siccome ho castigato questi alunni, adesso desidero che li tratti con dolcezza”. Questa donna dirige il collegio come vuole il direttore, ma con un metodo diverso da quello da lui usato. Il suo operare è diverso da quello di lui, ma nonostante questo ella ne fa assolutamente la volontà.
Nessun paragone è perfetto. Tuttavia, penso che da un certo punto di vista questa immagine ci aiuti a capire il tema.
La parte della Madonna come regina dell’universo è analoga. Nostro Signore le ha dato un potere regale su tutta la creazione, e la sua misericordia, senza arrivare a nessuna esagerazione, giunge tuttavia a tutti gli estremi. Egli l’ha insediata come regina dell’universo perché lo governi e soprattutto perché governi il povero genere umano decaduto e peccatore. Ed Egli vuole che Ella faccia ciò che non ha voluto fare direttamente, ma per mezzo di Lei, strumento regale del suo amore. Vi è, quindi, nel governo dell’universo, un regime autenticamente mariano. E così si vede come la Madonna, ancorché massimamente unita a Dio e dipendente da Lui, esercita la sua azione nel corso della storia. Evidentemente la Madonna è infinitamente inferiore a Dio, ma Egli ha voluto attribuirle questa parte con un atto di libertà. E la Madonna, distribuendo la grazia con larghezza ora maggiore, ora minore, frenando ora più, ora meno l’azione del demonio, esercita la sua regalità sul corso degli avvenimenti terreni. In questo senso, la durata della Rivoluzione e la vittoria della Contro-Rivoluzione dipendono da Lei. Oltre a ciò, a volte interviene direttamente negli avvenimenti umani, come ha fatto, per esempio, a Lepanto. Come sono numerosi i fatti della storia della Chiesa nei quali fu chiaro il suo intervento sull’andamento delle cose! Tutto questo ci mostra in quanti modi è effettiva la regalità della Madonna.
Quando la Chiesa canta di Lei: “Tu sola sterminasti le eresie di tutto l’universo“, dice che la sua parte in questa opera di sterminio è stata in un certo senso unica. Il che equivale a dire che Ella dirige la storia, perché chi dirige lo sterminio delle eresie dirige il trionfo dell’ortodossia, e dirigendo entrambe le cose dirige la storia in quello che ha di più sostanziale.
Vi sarebbe da fare un interessante lavoro storico per dimostrare come il demonio comincia a vincere quando riesce a far diminuire la devozione alla Madonna. È successo in tutte le epoche di decadenza della Cristianità, in tutte le vittorie della Rivoluzione. Esempio caratteristico è quello dell’Europa prima della Rivoluzione francese. La devozione alla Madonna nei paesi cattolici venne enormemente diminuita dal giansenismo, e perciò si ridussero a una foresta facilmente incendiabile, dove una piccola scintilla appiccò il fuoco a tutto.
- IL TRIONFO DI MARIA, LA SCONFITTA DELLA RIVOLUZIONE E LA RIFIORITURA DELLA CHIESA
Queste e altre considerazioni ricavate dall’insegnamento della Chiesa aprono prospettive per il Regno di Maria cioè per un’epoca storica di fede e di virtù che sarà inaugurata da una vittoria spettacolare della Madonna sulla Rivoluzione. In questa epoca il demonio verrà cacciato e tornerà negli antri infernali e la Madonna regnerà sull’umanità attraverso le istituzioni che allo scopo avrà scelto. Circa questa prospettiva del Regno di Maria, troviamo nell’opera di san Luigi Maria Grignion de Montfort alcune allusioni degne di nota. Egli è senza dubbio un profeta che annuncia questo avvento. Di esso parla esplicitamente: “Quando verrà questo diluvio di fuoco del puro amore, che voi dovete accendere su tutta la terra in maniera così dolce e veemente che tutte le nazioni, i turchi, gli idolatri, e perfino i giudei, ne bruceranno e si convertiranno?” (4). Questo diluvio che laverà la umanità inaugurerà il Regno dello Spirito Santo che egli identifica con il Regno di Maria. Il nostro santo afferma che sarà epoca di fioritura della Chiesa come fino a ora non vi è mai stata. Giunge inoltre ad affermare che “L’Altissimo unito alla sua santa Madre deve formarsi grandi santi che sorpasseranno in santità la maggior parte degli altri santi, quanto i cedri del Libano sovrastano i piccoli arbusti” (5)
Considerando i grandi santi che la Chiesa ha già prodotto, restiamo abbagliati di fronte alla statura di quelli che sorgeranno con la benedizione della Madonna. Nulla è più ragionevole che immaginarsi una straordinaria crescita della santità in un’epoca storica in cui l’azione della Madonna aumenti pure prodigiosamente.
Possiamo quindi dire che san Luigi Maria Grignion de Montfort con le sue doti di pensatore, ma soprattutto con la sua autorità di santo canonizzato dalla Chiesa, dà peso, autorità, consistenza alle speranze che brillano in molte rivelazioni private che verrà un’epoca nella quale la Madonna avrà un autentico trionfo.
La regalità della Madonna, ancorché abbia un’efficacia sovrana su tutta la vita della Chiesa e della società temporale, si realizza in primo luogo nell’interno delle anime. Da lì, dal santuario interiore di ogni anima, si riflette sulla vita religiosa e civile dei popoli considerati come un tutto.
- LA “VERA DEVOZIONE” PREPARA GLI EROI CHE SCHIACCERANNO LA RIVOLUZIONE
Il Regno di Maria sarà dunque un’epoca nella quale l’unione delle anime con la Madonna raggiungerà una intensità senza precedenti nella storia, fatta eccezione, è chiaro, di casi individuali. Qual’è la forma di questa unione, in un certo senso somma? Non conosco un mezzo più perfetto, per enunciare e realizzare questa unione, della sacra schiavitù alla Madonna, come viene insegnata da san Luigi Maria Grignion de Montfort nel Trattato della vera devozione.
Tenendo presente che la Madonna è il cammino attraverso cui Dio è venuto agli uomini ed essi vanno a Dio, e la regalità universale di Maria, il nostro santo raccomanda che il devoto della Vergine si consacri a Lei interamente come schiavo. Questa consacrazione è di un mirabile radicalismo. Essa comprende non solo i beni materiali dell’uomo, ma anche perfino il merito delle sue buone opere e preghiere, la sua vita, il suo corpo e la sua anima. Essa non ha limiti, perché lo schiavo per definizione non ha niente di suo.
In cambio di questa consacrazione, la Madonna agisce nell’interiorità del suo schiavo in modo meraviglioso, istituendo con lui una unione ineffabile.
I frutti di questa unione si vedranno negli Apostoli dei Tempi Ultimi, il cui profilo morale egli traccia con linee di fuoco nella sua famosa Preghiera infuocata. Per questo si serve di un linguaggio di grandezza apocalittica, nel quale sembrano rivivere tutto il fuoco di un Battista, tutto il clamore di un Evangelista, tutto lo zelo di un Paolo di Tarso. Gli uomini straordinari che lotteranno contro il demonio, per il regno di Maria, conducendo gloriosamente fino alla fine dei tempi la lotta contro il demonio, il mondo e la carne, san Luigi li descrive fin da ora come magnifici modelli che invitano alla perfetta schiavitù alla Madonna coloro che, nei tenebrosi giorni di oggi, lottano nelle file della Contro-Rivoluzione.
Così, con queste considerazioni sul ruolo della Madonna nella Rivoluzione e nella Contro-Rivoluzione, e sul Regno di Maria – viste secondo il Trattato della vera devozione -, credo di aver enunciato i principali punti di contatto tra il capolavoro del grande santo e il mio saggio – tanto rimpicciolito dal confronto – su Rivoluzione e Contro-Rivoluzione.
PLINIO CORRÊA DE OLIVEIRA
NOTE
(1) Tra le sue numerose biografie citiamo quella del p. Camilo Abad S.J,, premessa all’edizione delle Obras del santo nel volume III della BAC; LOUIS LE CROM, Un apôtre marial, Calvaire de Montfort, Pont Chateau; e mons. LAVEILLE, Le bienheureux Louis Marie Grignion de Montfort d’après des documents inedits, Pouisselgue 1907.
(2) Cfr. PLINIO CORRÊA DE OLIVEIRA, O reino de Maria, realização do mundo melhior, in Catolicismo, Campos luglio 1955, n. 55.
(3) Con questo nome vengono indicati, in genere, i combattenti della Contro-Rivoluzione in Francia.
(4) SAN LUIGI MARIA GRIGNION DE MONTFORT, Preghiera infuocata, ed. it. a cura di Gianni Vannoni, estratto dalla Rassegna di Ascetica e Mistica, Tip. Baccini e Chiappi, Firenze 1973, p. 15.
(5) IDEM, Trattato della vera devozione, trad. it., Centro Mariano Monfortano, Roma 1964, 34ª ed., p. 36.