Comunicato del Comitato per la Libertà e l’Indipendenza del Libano, Cristianità n. 186 (1990)
Poiché il 13 ottobre 1990 la Repubblica Araba Siriana ha imposto al popolo libanese manu militari il regime uscito, grazie all’intimidazione e alla corruzione, dalla Conferenza di Taif – conclusasi in Arabia Saudita il 22 ottobre 1989 –, il Comitato per la Libertà e l’Indipendenza del Libano, mentre auspica che al generale Michel Aoun e a quanti lo hanno sostenuto – con particolare riguardo alla comunità cristiana – vengano risparmiate vessazioni ulteriori rispetto a quelle che hanno già dovuto subire,
denuncia l’indifferenza complice che ha generalmente accompagnato l’accadimento, così diversa dall’attenzione manifestata per quanto avvenuto in Kuwait nel mese di agosto,
e indica i provvedimenti che, se immediatamente presi, possono dare credibilità alla presidenza di Élias Hrawi:
1. lo scioglimento di tutte le milizie;
2. l’indizione di elezioni sotto controllo internazionale;
3. l’allontanamento delle truppe siriane dal paese.
La non realizzazione tempestiva di questi provvedimenti configura chiaramente e semplicemente un’invasione del “paese dei cedri” da parte della Repubblica Araba Siriana,
e qualifica come complici di tale invasione tutte le istanze internazionali e nazionali che non condannino formalmente il gesto e che non reagiscano a esso almeno come a proposito dell’invasione dello Sceiccato del Kuwait da parte della Repubblica Democratica Popolare Irakena, per esempio praticando l’embargo nei confronti dello Stato Siriano.
15 ottobre 1990
Santa Teresa d’Avila