I Movimenti Cattolici Laicali del Libano, Cristianità n. 187-188 (1990)
In occasione dell’Ottava Assemblea Generale del Sinodo dei Vescovi, che si è svolta a Roma dal 30 settembre al 28 ottobre 1990, i Movimenti Cattolici Laicali del Libano hanno indirizzato ai Padri Sinodali un pressante appello, purtroppo pressoché ignorato dalla grande stampa. Trascriviamo il documento — diffuso in italiano — con piccoli ritocchi stilistici redazionali. Il titolo è quello originale.
Gloria a Nostro Signore Gesù Cristo!
Venerabili e Amati Padri e Fratelli in Cristo,
noi, figli della Chiesa che è in Libano, vi rivolgiamo un appello pressante nello Spirito Santo che anima il Corpo Mistico di Nostro Signore e nel Cuore della Santa Vergine.
Il nostro amato Paese, questo “messaggio d’Amore in Oriente”, tanto sostenuto dal Sommo Pontefice Giovanni Paolo II, viene oggi abbandonato in balia delle forze delle tenebre: violazione dei diritti, menzogna, disinformazione e violenza…
Dilaniato fra i progetti di islamizzazione — rappresentati dall’accordo di Taif — e i progetti di spartizione — rappresentati da Israele e dai suoi alleati in Libano —, il popolo libanese libero, che ha optato per la sovranità e per la coesistenza, soffre oggi sotto l’oppressione di un governo venduto che lo ha affamato e schiacciato per mesi, e sotto gli atroci bombardamenti degli aerei siriani che hanno causato la morte e il ferimento di centinaia di cittadini. Questa terra di “missione”, tanto piccola in estensione, ma tanto importante per il suo compito, affronta oggi gli ultimi momenti dell’agonia. Il complotto che mira all’annientamento del “nostro” Libano ha infatti raggiunto il suo parossismo con l’entrata dei siriani nel palazzo presidenziale e con il silenzio del mondo intero di fronte a questa aggressione e a questa ingiustizia.
L’anno scorso, in seguito a un mercanteggiamento arabo-americano, il disciolto Parlamento libanese aveva firmato a Taif un documento “d’intesa nazionale” che attentava alla nostra Costituzione e alla nostra sovranità, e che contraddiceva le aspirazioni del popolo e della società. Il popolo lo ha rifiutato all’unanimità ma, nonostante questo, la comunità internazionale ha riconosciuto il governo uscito da questo accordo e ha abbandonato il governo legittimo e rappresentativo, che incarna la volontà del popolo libanese: il governo guidato dal generale Michel Aoun.
Nel tentativo di imporre la sua autorità, il governo di Taif ha ordinato il blocco ermetico del territorio libero, privando per settimane un milione di libanesi di cibo, di carburante e di medicinali. Ma il blocco si è gradualmente trasformato in un’opportunità per tutto il popolo libanese di mostrare con atti generalizzati di solidarietà l’appoggio al capo legittimo dello Stato, il generale Michel Aoun. A questo punto il governo di Taif ha fatto appello all’esercito siriano, che ha attaccato ferocemente il territorio libero dal quale dodici anni fa era stato scacciato a prezzo di migliaia di martiri e, alla loro testa, di un presidente della Repubblica, Bachir Gemayel.
Ancora una volta il complotto riesce, il consenso internazionale motivato dal puro interesse materiale si scontra con i valori, con le tradizioni, con i diritti degli innocenti e trionfa: è la legge del più forte. Ancora una volta è l’omissione di tanti “Ponzio Pilato”, il tradimento di tanti “Giuda”; ancora una volta “Barabba” è stato liberato a prezzo di sangue innocente.
Oggi il nostro Piccolo Libano è solo in croce. Gli sono rimasti solo Maria e Giovanni, la Chiesa e il Papa.
A chi possiamo ricorrere se non ai fratelli di Giovanni, ai successori dei Dodici, Pastori del Regno di Nostro Signore su questa terra, garanti dei Suoi insegnamenti e della Sua volontà misericordiosa? A chi rivolgerà il suo appello la Madonna del Libano per salvare “il più piccolo” della Sua famiglia se non ai fratelli maggiori, che sono più forti e più influenti presso le nazioni?
Chi sarà capace di raccogliere e di trasmettere la nostra desolazione, la nostra sofferenza e la nostra incapacità a comprendere?
Perché per un barile di petrolio tutti gli eserciti, nel giro di pochi giorni, si sono radunati in Arabia Saudita, mentre sedici anni di guerra imposta da altri ai libanesi, che chiedono soltanto libertà, non sono stati sufficienti per indurre le Nazioni Unite a salvarlo?
Perché la crisi del Golfo è stata subito internazionalizzata mentre quella del Libano è stata esclusivamente arabizzata e affidata a regimi totalitari ben lontani dallo spirito di convivenza e dalla democrazia, e le risoluzioni dell’ONU sulla liberazione del nostro Paese restano lettera morta?
Perché qualche ora dopo l’invasione del Kuwait il mondo si è levato per denunciare e rendere giustizia, e in Libano le invasioni si succedono da sedici anni, compresa l’ultima verificatasi il 13 ottobre 1990, e il mondo tace?
Perché, quando centinaia di persone manifestavano in Romania, i mass media trasmettevano la notizia e il mondo si indignava, e in Libano centinaia di migliaia di persone sono nelle strade da più di un anno per rivendicare il loro diritto a una vita degna e libera, ma la disinformazione regna e l’inerzia continua?
Perché tutte le nazioni che proclamano la giustizia in altre parti del mondo assolvono quanti affamano il nostro popolo, violano la nostra Costituzione, bombardano gli innocenti, occupano il nostro territorio e perpetrano massacri, esecuzioni sommarie e torture orrende?
Perché tutte le nazioni che si considerano protettrici dei diritti dell’uomo hanno applaudito la caduta dei regimi totalitari nell’Europa Orientale e del muro di Berlino, mentre applaudono e approvano l’occupazione del Libano da parte dello Stato siriano totalitario?
Perché è stata energicamente denunciata la strage davanti alla moschea di Gerusalemme e si tace sul bagno di sangue di Beirut?
Amati Padri e Fratelli in Cristo,
la situazione in Libano è gravissima per l’Oriente e per l’Occidente, e soprattutto per la nostra amata Chiesa. La Siria non può essere la soluzione del dramma libanese perché è essa stessa parte essenziale di questo dramma. La Siria, che non ha mai riconosciuto al Libano i suoi diritti di nazione, può soltanto accrescere il suo dramma e la sua sofferenza.
Gridiamo al mondo intero:
Basta con le umiliazioni, basta con le vendette e con i massacri, basta con le deportazioni di libanesi nelle carceri siriane.
Non ne possiamo più.
Solo le Nazioni Unite possono farsi carico del nostro Paese.
Solo un intervento internazionale che permetta al popolo libanese di esprimersi liberamente, di attuare da solo le riforme che ritiene necessarie, che garantisca le sue frontiere, può esserci di aiuto.
Sappiamo bene che il Signore ci ama e ci purifica perché il nostro Libano avrà molto da dire in Oriente per la gloria della Santissima Trinità; ma oggi esso ha bisogno della vostra sollecitudine.
Noi non abbiamo il petrolio e le ricchezze materiali che suscitano le premure delle nazioni potenti, ma siamo fieri della nostra Fede, della nostra resistenza “nel Vero e nel Bene” e della nostra comunione in Cristo Signore con gli uomini di buona volontà… suoi testimoni nel mondo.
Vi ringraziamo nel Cuore della Santa Vergine Maria, in unione con Voi nel servizio della santa Chiesa cattolica per la gloria della Santissima Trinità.
I Movimenti Cattolici Laicali del Libano
Beirut, 25 ottobre 1990