Il manifesto, firmato dall’associazione Cubanos Desterrados, un organismo che raccoglie “cubani in esilio” a Miami, è stato pubblicato il 12 ottobre 1992 sul Listín Diario, il principale quotidiano di Santo Domingo, con il titolo Sombras en medio de la luz. La traduzione dallo spagnolo e il titolo italiano sono redazionali.
Il mondo cattolico si volge oggi alle Antille, dove, esattamente cinque secoli fa, avveniva la scoperta dell’America. Allora, con la prima Messa, aveva immediatamente inizio la mirabile opera evangelizzatrice e civilizzatrice della Chiesa, al cui servizio Spagna e Portogallo portarono il contributo di tanti dei loro figli migliori.
In questa data grande, l’inaugurazione a Santo Domingo della IV Assemblea dell’Episcopato Latinoamericano, il CELAM, con l’augusta presenza di Sua Santità Giovanni Paolo II, contribuisce indubbiamente ad attirare l’attenzione di milioni di persone di tutto il mondo.
Cuba, il sintomo più evidente di diverse crisi che scuotono il continente
L’associazione Cubanos Desterrados, di Miami, aderisce calorosamente al giubilo per il V Centenario della Scoperta e dell’Evangelizzazione dell’America. Ma, in quest’ora di gioia, si permette insieme di ricordare con dolore il dramma di Cuba, un tempo la Perla delle Antille, trasformata dal dittatore marxista Fidel Castro in una terribile “isola carcere”.
Indubbiamente Cuba comunista è il sintomo più evidente di diverse crisi che si propagano attraverso diversi paesi del continente, come ombre che tentano di oscurare la luce soprannaturale dell’Evangelizzazione.
“Continente della speranza”: un tesoro costituito dalla religione e dalle ricchezze naturali
Quando fu scoperta l’America, il 12 ottobre 1492, l’Europa era un continente religiosamente e culturalmente omogeneo, grazie alla fondamentale influenza della Chiesa cattolica. La scoperta dell’America, sostenuta e promossa dalla grande regina Isabella la Cattolica, permetteva di prevedere che anche il nuovo continente sarebbe stato omogeneo e integro dal punto di vista della religione.
Le ricchezze naturali, non soltanto di carattere minerario ma anche agricolo, erano enormi. Un cronista portoghese del tempo, Pero Vaz de Caminha, diceva che nel continente “la terra è generosa e buona, e, seminandola, produce di tutto”.
I tesori spirituali della religione cattolica, sommati alla generosità e all’abbondanza della terra, mostravano in germe, già dalle prime generazioni di colonizzatori, le enormi potenzialità del cosiddetto “continente della speranza”. In questo modo cominciava a profilarsi la possibilità che l’insieme di nazioni di origine iberica diventasse un giorno la prima potenza del mondo.
La crisi nella Chiesa ha ripercussioni sulla società temporale
Cinquecento anni dopo, le prospettive iniziali di un grande continente pacifico, unito attorno alla religione cattolica ed economicamente prospero, sono enormemente compromesse.
La prosperità economica è stata raggiunta nei due maggiori paesi dell’America Settentrionale, ma non si può dire lo stesso dell’America Latina.
Dal punto di vista dell’unità religiosa, la crisi in seno alla Chiesa, che è diventata visibile da quasi tre decenni, ha continuato ad aggravarsi. Questa unità è seriamente compromessa soprattutto dall’azione interna di “teologi della liberazione” d’ispirazione marxista, come pure, più di recente, di correnti che si ispirano a un socialismo ecologico autogestionario e alla valorizzazione di religioni e di stili di vita indigeni.
Per parte sua, il problema delle sette religiose minaccia la Chiesa cattolica dall’esterno.
La critica di “teologi della liberazione” all’opera evangelizzatrice della Chiesa
È sintomatico che diversi “teologi della liberazione” d’ispirazione marxista si diano a denigrare l’opera evangelizzatrice e civilizzatrice della Chiesa, mentre non risparmiano elogi al dittatore Fidel Castro. È il caso, per esempio, di mons. Pedro Casaldáliga, vescovo di Saõ Félix do Araguaia, in Brasile, di Leonardo Boff e di Frei Betto.
L’insigne pensatore cattolico brasiliano, professor Plinio Corrêa de Oliveira, in un recente articolo intitolato America: speranza del secolo XXI, denuncia la nascita di “una propaganda concertata nelle tre Americhe e nel mondo, che esagera alcuni eccessi e alcune ingiustizie che si sono verificate nell’esecuzione dell’opera di evangelizzazione e di civilizzazione, in cui furono fratelli missionari e colonizzatori. Si tratta di un’opera lodata dai Pontefici Romani, come Pio XII, che sottolineò il fatto enorme che, un secolo dopo la Scoperta, l’America era già virtualmente cattolica”.
E il professor Plinio Corrêa de Oliveira continua: “L’instaurazione della civiltà cristiana nel Nuovo Mondo è ora qualificata puramente e semplicemente come una distruzione di “culture superiori” degli indigeni. Ancor peggio: certi teologi della liberazione giungono a sostenere non solo che fu un male sostituire le religioni indigene con la religione cattolica, ma che i missionari avrebbero dovuto lasciarsi “catechizzare” dal paganesimo amerindio, che avrebbe una visione più vera di determinati aspetti della divinità e dei rapporti fra l’uomo e il cosmo… (cfr. dichiarazioni di Leonardo Boff, in Jornal do Brasil, 6-10-1991)”.
Minaccia di disgregazione socio-culturale in paesi dell’America
La crisi nella Chiesa non ha potuto evitare di avere ripercussioni negative sulla società temporale, sempre più impregnata di uno spirito neopagano.
Numerose notizie di stampa mostrano che diversi paesi del continente stanno soffrendo seri problemi politici e sociali, che minacciano di portarli a una disgregazione socio-culturale.
La Colombia viene desolata da decenni dalla guerriglia e dal narcotraffico. Il Venezuela ha patito di recente forti agitazioni sociali, ed è immerso in seri problemi, la cui radice è fondamentalmente morale e non soltanto politica. In Perù, le speranze suscitate dai successi governativi sulla guerriglia contrastano con forti preoccupazioni della popolazione relativamente al terrorismo. In Brasile si vive un deterioramento morale molto profondo nelle sfere del potere, il che ha prodotto una crisi nello stesso Stato. Un clima di sospetti, di accuse, di inchieste e di moti di piazza può portare questo enorme paese a sconvolgimenti che influirebbero necessariamente sui paesi vicini.
Nell’America Settentrionale, gli Stati Uniti vivono problemi interni, pure di carattere morale, che tendono ad accentuarsi, oltre ad ardui problemi economici, che hanno toccato anche imprese nordamericane di portata mondiale. E in Canada sta giungendo al culmine l’azione dei vecchi movimenti di carattere separatista.
Cuba prima di Castro ha vissuto sintomi simili di disgregazione
La Cuba di Fidel Castro è la parte in peggiori condizioni dell’immondezzaio sociopolitico attuale delle Americhe. E costituisce un’esperienza sinistra, che mostra fino a che limiti possono portare le crisi attuali nei diversi paesi del continente.
Prima della rivoluzione comunista del 1959, Cuba assistette a diverse fasi di deterioramento politico con tratti simili a quelle vissute oggi da certi paesi del continente. Questi problemi si sono venuti aggravando, e hanno favorito enormemente il colpo di mano che è sfociato nella tragedia di un regime marxista.
All’origine della crisi cubana prima della rivoluzione, come in certe situazioni vissute attualmente in altri paesi delle Americhe, si può trovare uno spirito inveteratamente ottimistico, sprovveduto e bonario, che lascia accumulare i mali finché diventano irreversibili.
Nelle Americhe la crisi può essere invertita
Tuttavia, nonostante la gravità dell’attuale situazione continentale, il processo di deterioramento morale, politico e sociale può essere indubbiamente invertito.
Infatti, la stessa luce soprannaturale dell’Evangelizzazione dell’America, con il suo potere restauratore di un valore incalcolabile, potrà brillare di nuovo con tutta la sua intensità nel continente, e le tenebre attuali verranno dissipate, anzitutto se la crisi della Chiesa si risolve vittoriosamente, perché i cattolici possono fare assegnamento sull’ispirazione di un san Pio X, il Papa santo degli inizi del secolo, che ha schiacciato le eresie moderniste.
Sarà anche indispensabile che, nello stesso tempo, nella società temporale, si produca un’energica virata, che favorisca la rinascita di forti radici morali e dottrinali, ispirate all’insegnamento tradizionale della Chiesa.
La Vergine della Carità del Cobre, Regina e Patrona di Cuba, nel V Centenario della Scoperta, dia agli abitanti del “continente della speranza”, in special modo ai milioni di cubani che attualmente gemono nell’”isola penitenziario” dei Caraibi, forze spirituali e morali che permettano quanto prima la restaurazione, in tutta la sua pienezza, della civiltà cristiana nelle Americhe.
Cubanos Desterrados
Santo Domingo, 12 ottobre 1992