Alleanza Cattolica, Cristianità n. 359 (2011)
L’Italia non nasce con l’Unità politica realizzata nel 1861.
Fu invece l’eredità preziosa della civiltà romana e di quella medioevale, animata dalla fede cristiana, a spingere gli italiani a modellare il paesaggio, a costruire cattedrali, a fondare università, a raggiungere i vertici nelle diverse arti e a servire la Cristianità con politici, diplomatici, militari e uomini di cultura. Formando così quella nazione che annovera nei secoli Dante Alighieri, santa Caterina da Siena, san Francesco d’Assisi, Cristoforo Colombo e i molti altri che nelle arti, nella fede, nella cultura l’hanno popolata e resa grande.
Non si pone in questione l’Unità riflettendo sulle molte ferite ancora oggi aperte, nate in conseguenza delle scelte di quanti, in nome dell’ideologia risorgimentale, vollero
- sostituire l’ethos tradizionale italiano e cattolico, così evidente nella misconosciuta epopea delle insorgenze antigiacobine e antinapoleoniche, con un laicismo del piccolo o grande patriottismo e dei buoni sentimenti, senza peraltro riuscire a trovare un qualche significativo consenso popolare
- costruire uno Stato centralista, sconvolgendo l’”Italia dei campanili” caratterizzata da una grande varietà di forme politiche e da significative forme di autonomia
- “rifare gli italiani”, disperdendo una parte rilevante delle inestimabili ricchezze spirituali e culturali della nazione e colpendo con particolare violenza il Mezzogiorno, che tanto aveva dato alla storia e alla cultura cattolica italiana ed europea.
In occasione del 150° anniversario della nascita dello Stato italiano, Alleanza Cattolica per perorare anzitutto la causa della verità di fatto e, quindi, per contribuire a sanare tali ferite chiede alle istituzioni nazionali e locali, alle forze politiche, agli intellettuali e agli educatori:
- di promuovere la riscoperta e la difesa delle radici storiche italiane e dell’identità nazionale nel rispetto delle autonomie locali garantito da un vero federalismo, applicazione conseguente del principio di sussidiarietà
- di favorire il raggiungimento di una effettiva “memoria condivisa”, per esempio riconoscendo esemplarità ai cattolici che subirono la Rivoluzione italiana, come il beato Pontefice Pio IX, e ai cosiddetti “vinti del Risorgimento”, e dignità di “luoghi di memoria” dove si consumarono eccidi e violenze che non sarebbe giusto dimenticare.
Il tutto all’insegna di uno slogan, privo certamente d’indispensabili sfumature ma felicemente indicativo di un percorso da imboccare: “Unità sì, Risorgimento no”.
Roma, 12 febbraio 2011