+ Bernardino card. Echeverría Ruiz O.F.M., Cristianità n. 249 (1996)
L’inaspettata notizia della morte di Plinio Corrêa de Oliveira ci ha indotto a pensare ad alcuni aspetti della sua vita e ci ha invitato a riflettere sul fatto che, quanto più profondi sono i mali di un’epoca, tanto più sono straordinarie le figure che la divina Provvidenza chiama a fronteggiarli, il che è una manifestazione del suo disegno di combattere le crisi suscitando anime di fuoco. Ciò nonostante, succede pure che queste anime siano oggetto degli attacchi più violenti e infondati, con i quali si pretende di farle tacere, il che è una prova della pertinacia che spesso penetra nello spirito di certe categorie di uomini.
Tuttavia, quando le figure sono veramente grandi, i loro avversari non riescono ad abbatterle né a farle tacere, perché gli attacchi ingiusti finiscono per mettere in evidenza — benché i suoi autori non lo desiderino — le qualità di queste anime elette. Fu quanto accadde al divino Salvatore: attaccato, vilipeso e martirizzato dai suoi carnefici, la sua Luce brillerà inestinguibilmente fino alla fine dei secoli nella sua Chiesa, malgrado gli sforzi di tanti per distruggerla.
Christianus alter Christus, “il cristiano è un altro Cristo”: qualcosa di analogo accadde a Plinio Corrêa de Oliveira, per decenni, fino alla sua recente e incresciosa scomparsa. Infatti, difficilmente fu possibile menzionare il suo nome negli ultimi tempi nel nostro continente, e anche nella maggior parte dell’Occidente, senza scatenare, nello stesso tempo, da un lato applausi e ammirazione e, dall’altro, autentiche bufere verbali contro di lui, sempre tanto impregnate di passione quanto carenti di fondamento.
Infatti, era frequente che la furia degli attacchi subiti non fosse accompagnata da argomenti, perciò la sua esposizione serena, invariabilmente cortese e incisivamente ricca, chiara e convincente, scioglieva le obbiezioni, poneva le cose al loro posto, il che, nonostante meritasse la gratitudine dei suoi contraddittori perché elevava il tono della polemica, spesso scatenava odii, risentimenti e ripicche.
Negli anni Quaranta, quando il nazi-fascismo era una moda davanti alla quale tanti titubavano in Europa e in America, la penna di Plinio Corrêa de Oliveira denunciò con ardimento la menzogna neopagana, socialista e gnostica che ispirava quest’aberrazione, così preservando molti ambienti cattolici da questa influenza nefasta. Oggi, quando è un luogo comune attaccare il nazi-fascismo — fra l’altro perché è facile lanciare invettive contro errori che hanno un numero infimo di adepti —, non è infrequente trovare fra i suoi pretesi nemici odierni i suoi complici di ieri, i quali, tuttavia, tacciono che Plinio Corrêa de Oliveira con lucidità e con ardimento criticò questa menzogna quando era sul punto di dominare il mondo, oppure lo calunniano.
Dopo la seconda guerra mondiale, la storia cambiò e molti vecchi adepti del nazi-fascismo si rivolsero contro di esso, dal momento che la tendenza era quella di essere condiscendenti con il nemico mortale, da realizzare comunemente a vantaggio del marxismo, perciò questo ottenne, a partire da allora, pericolosissimi successi in tutto il mondo, a danno di decine di milioni di vittime. Poiché la Rivoluzione promosse con pervicacia questo errore in tutte le nazioni, una volta di più Plinio Corrêa de Oliveira rimase intrepido, per lunghi decenni, nella trincea polemica, ora contro il comunismo, il socialismo e i loro collaboratori. Purtroppo, gli ambienti cattolici, che non erano stati immuni all’infiltrazione nazi-fascista, non sfuggirono neppure a quella del marxismo, con molti esempi di gravissime concessioni a tale errore, che presentava una durezza irosa contro quanti le attaccavano.
Ovviamente, la posizione di Plinio Corrêa de Oliveira non era semplicemente antinazista o anticomunista. Entrambe le cose erano risultato di una posizione dottrinale cattolica, completamente coerente e visibilmente impetuosa, in difesa di tutti i princìpi della Chiesa, ma specialmente di quelli che erano colpiti dai nemici più violentemente, perché la sua prima preoccupazione nell’apostolato era l’apologetica, perciò desiderava che fosse servito dalla logica e dalla dottrina in tutto il loro vigore.
Ancora in gioventù, più di mezzo secolo fa, pubblicò un’opera che anche oggi scuote le coscienze, In difesa dell’Azione Cattolica (1), per la quale ricevette una calorosa felicitazione di Pio XII, inviata tramite monsignor Giovanni Battista Montini, Sostituto della Segreteria di Stato, che, decenni dopo, fu elevato al Soglio pontificio con il nome di Paolo Vl.
L’opera produsse entusiasmo negli uni e irritazione negli altri, perché denunciava errori, che germinavano negli ambienti cattolici, verso i quali alcuni mostravano indulgenza e altri indifferenza, ma nei quali Plinio Corrêa de Oliveira vedeva — come la storia ha confermato — germi di una grave crisi futura nella santa Chiesa. Se si considera retrospettivamente la storia recente, ricordando questo lucido avvertimento e l’autentico cataclisma che ha scosso la Chiesa negli ultimi decenni e che non finisce ancora, possiamo solo esclamare: “Ah, se questa voce fosse stata ascoltata!”. Infatti, non è necessario avere molta sapienza né grande zelo per vedere il pericolo proveniente dai mali grandi e manifesti, ma entrambe queste virtù sono indispensabili per identificare il rischio che comportano quando stanno nascendo. Ebbene, Plinio Corrêa de Oliveira sapeva scorgere da lontano i pericoli e denunciarli, sforzandosi soprattutto di svelare quelli più occulti, anche quando ciò gli sarebbe costato amarezze, perché queste prese di posizione spesso vanificavano i piani dei nemici della Chiesa.
Desiderava che gli insegnamenti di Nostro Signore Gesù Cristo impregnassero a fondo la società contemporanea, secondo la divisa di san Pio X Omnia instaurare in Christo, che tanto scosse il mondo cattolico agli inizi di questo secolo e che, da allora, ispirò l’azione dei migliori apostoli.
La sua opera Rivoluzione e Contro-Rivoluzione (2), pubblicata nel 1959, analizza la storia degli ultimi secoli e la situazione del mondo contemporaneo mostrando che un processo ha corroso la Cristianità e lotta per distruggere quanto ne rimane, per instaurare un regime totalmente opposto alla Legge di Dio.
Di fronte a questo processo, il cattolico autentico — come afferma san Paolo (cfr. Rom. 12, 2) —non può conformarsi alla mentalità di questo secolo, cioè non può volere un modus vivendi fra la Chiesa e le tendenze che dominano il mondo; anzi, deve volere per Essa e per la civiltà cristiana un pieno vigore e uno splendore anche maggiore di quello dei giorni migliori nel corso della storia.
Perciò il cattolico deve applicare scrupolosamente la saggia e severa sentenza di Nostro Signore “Nessuno può servire a due padroni”, e perciò Plinio Corrêa de Oliveira consacrò tutte le energie, durante tutta la sua lunga e feconda vita, alla lotta intrepida contro tale processo, per ri-cristianizzare l’ordine temporale nella prospettiva del Regno di Cristo, del Regno di Maria.
Il suo ultimo libro, Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII (3) — che abbiamo già avuto occasione di elogiare — è apparso vari decenni dopo gli ultimi discorsi del compianto Pontefice, sottraendoli al profondo oblio nel quale erano stati abbandonati e mostrando quanto bene sarebbe venuto al mondo contemporaneo se, fin da allora, i capi religiosi e politici si fossero ispirati a essi. L’opera di Plinio Corrêa de Oliveira si è diffusa in ventisette paesi — fra i quali il nostro —, in cui lo zelo combattivo del maestro ha suscitato un entusiasmo per grandi idealità nei suoi discepoli, stimolando la loro pietà, orientando il loro studio e la loro azione, in un’epoca in cui gli errori dottrinali, l’indifferentismo religioso, gli atteggiamenti interessati e l’ossessione di adattarsi alle peggiori situazioni vanno divenendo ogni giorno sempre più frequenti.
Quindi ci resta solo da chiedere alla santissima Vergine che, avendo chiamato a sé chi le ha dedicato la vita, benedica la continuità della sua opera nel futuro, tanto più quanto gli avvenimenti attuali annunciano ulteriori crisi e conflitti, per evitare e vincere i quali è indispensabile il suo materno aiuto, come mostra la vita di Plinio Corrêa de Oliveira.
+ Bernardino
card. Echeverría Ruiz O.F.M.
Quito, 8 novembre 1995
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* Articolo comparso con il titolo Plinio Corrêa de Oliveira, apostol insigne, polemista fogoso e intrepido, in El Universo, Guayaquil (Ecuador), 12-11-1995, inserto religioso, p. 4. Traduzione e note redazionali.
(1) Cfr. Plinio Corrêa de Oliveira, Em defesa da Ação Católica, con una prefazione di S. E. Rev.ma il Nunzio Apostolico mons. Benedetto Aloisi Masella, reprint Artpress, San Paolo 1983 (1a ed., Editora Ave Maria, San Paolo 1943).
(2) Cfr. Idem, Revolução e Contra-Revolução, 3a ed., Chevalerie Artes Gráfica e Editora, San Paolo 1993 (trad. it., Rivoluzione e Contro-Rivoluzione, 3a ed. it. accresciuta, Cristianità, Piacenza 1977).
(3) Cfr. Idem, Nobreza e elites tradicionais análogas nas alocuções de Pio XII ao Patriciado e à Nobreza romana, Livraria Civilização-Editora, Oporto 1993 (trad. it., Nobiltà ed élites tradizionali analoghe nelle allocuzioni di Pio XII al Patriziato ed alla Nobiltà romana, Marzorati Editore, Milano 1993).
(4) Cfr. card. Bernardino Echeverría Ruiz O.F.M., Um livro que nos convida a refletir seriamente, documento pubblicato in TFP Informa, bollettino della TFP ecuadoriana (trad. it. in questo stesso numero di Cristianità, pp. 17-18).