Superiore Maggiori degli Istituti Religiosi Femminili in Libano, Cristianità n. 190 (1991)
Mentre le armi tacciono, gli accordi di Taif “lavorano”: così, i cristiani libanesi vengono sottoposti a una pesante aggressione, che ne insidia l’identità e ne mette in pericolo l’esistenza. La denuncia in una lettera dell’Assemblea delle Superiore Maggiori degli Istituti Religiosi Femminili in Libano al Santo Padre Giovanni Paolo II. La traduzione dalla fotocopia dell’originale in francese e il titolo sono redazionali.
«Kulturkampf» siriano contro la comunità cristiana libanese
A Sua Santità Papa Giovanni Paolo II
Beatissimo Padre,
nella Vostra lettera ai libanesi del 1° maggio 1984, invitavate in modo particolare i cristiani a non lasciarsi vincere dal male, ma a vincere il male con il bene, secondo l’insegnamento di san Paolo. Ma dicevate loro anche:
“Non siate mai timidi quando si tratta di difendere le vostre libertà e soprattutto quella di proclamare e di vivere insieme i valori evangelici.
“La Chiesa tutta è al vostro fianco, solidale sia con le vostre prove che con le vostre aspirazioni, perché ricorda che nella vostra regione, per la prima volta, i discepoli di Cristo sono stati chiamati con il bel nome di “cristiani”. Essa è anche fiera di tutti i sacrifici dei cristiani d’Oriente per conservare intatta la fede in Gesù Cristo, vero Dio e vero uomo. Essa non saprebbe rassegnarsi a veder indebolire in Libano e altrove questa presenza acquistata a prezzo di tanta eroica perseveranza“.
Sulla base di questa Vostra affermazione, Beatissimo Padre, l’Assemblea delle Superiore Maggiori in Libano Vi dice ancora una volta che la presenza dei cristiani non è soltanto indebolita, ma sul punto di scomparire.
Infatti, l’applicazione di Taif sotto la protezione siriana ha comportato l’attacco all’educazione, alla libertà di pensare, di credere e di esprimersi.
Ebbene, proprio la scuola cattolica, la cultura e la libertà di espressione conservavano i libanesi, soprattutto i cristiani, nel loro paese o ve li riconducevano.
Beatissimo Padre,
Vi abbiamo espresso la nostra paura in una lettera del 16 aprile 1990.
Oggi è fatta! L’educazione è in pericolo: nella regione della Bekaa e nel Nord la Siria comincia a costringere i direttori e le direttrici — anche religiosi — a partecipare a riunioni dirette dal Partito Baath Siriano. Vengono loro imposte direttive.
La paura impedisce di resistere: si sono visti bruciare due autocarri — di cui uno di proprietà di una scuola di religiose — costringendo l’autista a restare a bordo dopo aver fatto scendere gli alunni.
Beatissimo Padre,
non vogliamo che l’educazione in Libano si allinei a quella che si impartisce negli altri paesi arabi.
Voi stesso riconoscete, Beatissimo Padre, l’importanza della scuola cattolica, il ruolo del Libano a livello culturale. È il nostro ultimo appello! Possiamo ricorrere soltanto a Voi e direttamente. Facciamo appello attraverso Voi a tutta la Chiesa, a tutto il mondo. Il Libano Messaggio, come lo chiamate, sta per scomparire.
Beirut, 9 novembre 1990
Antoinette Bassil
Presidente
Pauline Farès
Dominique Halabi
Gisèle Achkar
Membri dell’Ufficio dell’Assemblea