Il 7 dicembre 1991, vigilia della solennità dell’Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria, è deceduto, per i postumi di un grave incidente, S. E. Rev.ma mons. Aldo Forzoni, vescovo emerito di Apuania.
Nato a Montevarchi, in diocesi di Fiesole, il 18 agosto 1912, da una famiglia di modeste condizioni, entra in seminario in età adulta, dopo aver lavorato come operaio nel suo paese natale. A conclusione di un brillante corso di studi viene ordinato sacerdote il 31 maggio 1940, all’età di ventotto anni. Eletto vescovo di Gravina e Irsinia, nel Barese, il 14 maggio 1953 — è all’epoca il più giovane presule d’Italia —, viene trasferito a Diano Teggiano, nel Salernitano, il 30 novembre 1961, e dal 23 aprile 1970 diventa vescovo di Apuania, ora diocesi di Massa Carrara-Pontremoli. Questa funzione ricopre fino alla rinuncia, il 23 febbraio 1988.
Negli anni difficili del postconcilio offre coraggiosa e comprensiva accoglienza in diocesi a un gruppo di sacerdoti e di seminaristi in parte provenienti dalle file di Alleanza Cattolica, rivelando con questo gesto non solo una sensibilità autenticamente evangelica, ma un sensus Ecclesiae che troverà poi espressione ancora più autorevole nel motu proprio Ecclesia Dei, promulgato dal Santo Padre Giovanni Paolo II il 2 luglio 1988.
Lo spirito con il quale ha esercitato il ministero in tempi certamente non facili e con cui ha sopportato la lunga e penosa malattia che lo ha accompagnato fino alla morte, trova felice espressione — caratteristica della sua sensibilità — in un documento reso pubblico in occasione della scomparsa, ma risalente all’8 novembre 1969, un testamento spirituale nel quale, fra l’altro, si può leggere: “Sì, sono contento di essere stato creato e non ho ringraziato abbastanza il mio Creatore per il dono della vita.
“Ma la vita non l’ho mai intesa se non in funzione della morte, cioè della seconda nascita”.
E ancora: “Guardo con riconoscenza la terra che mi ospitò e mi nutrì, che mi fu ampio e vago libro di lettura e mi fece comprendere il poema della proposta di amore da parte di Dio.
“Sorrido con riconoscenza grande a quanti mi furono amici, consiglieri, collaboratori, misericordiosi samaritani, indulgenti compagni di viaggio, esempio e stimolo a ben fare.
“Ricordo con tenerezza i luoghi della mia giovinezza e del mio ministero sacerdotale ed episcopale.
“Nulla rimpiango, tutto saluto con brio, felice […] di veder tutto sfumare in un tramonto di sole, mentre altra più vivida luce si proietta in me.
“Ripeto con tutta convinzione e gravità il Credo del mio Battesimo, della mia Cresima, della mia ordinazione sacerdotale ed episcopale. Bacio con devozione immensa il piede al Papa, successore di S. Pietro e Vicario di Gesù Cristo”.