Il 26 luglio 2004 è deceduto, ad Ancona, dove risiedeva, il dottor Sandro Totti.
Nasce a Servigliano, l’antica Castel Clementino, in provincia di Ascoli Piceno, il 13 aprile 1933. Medico, è primario dell’Unità Operativa di Medicina Generale presso l’Azienda Ospedaliera Umberto I di Ancona. I colleghi e i pazienti ne hanno messo in luce l’umiltà, la rara e discreta sensibilità e il profondo amore per il malato, che non era mai per lui un numero o una macchina, ma un’anima sofferente da trattare non solo con le terapie, ma anche con l’affetto e con la preghiera.
Fin dagli anni della gioventù, il dottor Totti affianca alla professione l’apostolato cattolico organizzando. Dal 1980 al 1993 è presidente della sezione di Ancona dell’AMCI, l’Associazione Medici Cattolici Italiani, e, per un breve periodo, anche segretario cittadino della Democrazia Cristiana.
Per il suo impegno professionale e civile nel 2003 il dottor Totti viene insignito dall’Amministrazione anconetana dell’attestato di benemerenza civica detto “Ciriachino”, dal nome di san Ciriaco, patrono della città. Riceve anche il premio Leone d’Argento, conferitogli dalla municipalità di Servigliano.
Grande ammiratore di Papa Pio VI (1775-1799) — il pontefice nato a Cesena, oggi in provincia di Forlì, e morto in esilio in Francia, dov’era stato deportato da Napoleone Bonaparte (1769-1821) —, ne studia la vita e ne ripercorre le tappe del cammino d’esilio: il frutto di queste ricerche è un’opera, Il martirio di un papa. Sulle tracce della deportazione di Pio VI (febbraio 1798-agosto 1799) (il Cerchio. Iniziative editoriali, Rimini 2002). Altro tema dell’epoca napoleonica che lo appassiona è quello delle immagini mariane piangenti, in coincidenza con l’invasione rivoluzionaria degli Stati Pontifici, nel 1798-1799, un fenomeno che prende le mosse proprio dall’immagine della Madonna Regina di Tutti i Santi custodita nella cattedrale di San Ciriaco in Ancona.
Nel maggio del 2004 completa una monografia sulle suore martiri della Rivoluzione Francese a Orange, in Francia. Suo grande desiderio era di creare un centro studi dedicato alla storia della sua regione, le Marche, mentre nel suo testamento spirituale — un’autentica, edificante lettura spirituale — auspica la nascita nella sua città di un’associazione culturale che aiuti i cittadini a comprendere gli accadimenti contemporanei.
Conosce Alleanza Cattolica attraverso l’Istituto per la Storia delle Insorgenze — poi diventato Istituto Storico dell’Insorgenza e per l’Identità Nazionale —, animato da membri di tale associazione. Con esso comincia a collaborare fin dagli esordi, organizzando anche diverse manifestazioni nella sua terra, in particolare a Servigliano, dove il 28 e 29 maggio 1999 promuove un convegno internazionale — Il ricordo e il perdono — sull’insorgenza popolare anti-francese scoppiata proprio a Castel Clementino duecento anni prima, nel quadro della grande insurrezione, che in quegli anni divampa nell’Italia Centrale, i cui atti sono pubblicati nel volume L’insorgenza antigiacobina e il sacco di Castel Clementino (28 maggio 1799) (Andrea Livi, Fermo [Ascoli Piceno] 2001), in cui, oltre a una presentazione, Il ricordo e il perdono (pp. 7-8), del dottor Totti è presente il contributo Sulle orme di Pio VI (pp. 139-143). Il 28 maggio 2000 lo stesso dottor Totti organizza un secondo convegno sull’insorgenza i cui atti si possono leggere nel volume Protagonisti dell’Insorgenza antifrancese nelle Marche. Giuseppe Cellini – Sciabolone – Giuseppe La Hoz (Andrea Livi, Fermo [Ascoli Piceno] 2001).
Le esequie sono state celebrate davanti a settecento persone nella chiesa parrocchiale del Sacro Cuore dall’arcivescovo di Ancona-Osimo, S. E. mons. Edoardo Menichelli, da don Cesare Caimmi e dal suo parroco, padre Girolamo Iotti O.S.M.
Il tratto amabile, la generosità, soprattutto la profonda umiltà rimarranno legate al suo ricordo in chi lo ha conosciuto e frequentato, unitamente a quella sua caratteristica assai felice e particolare, che gli rendeva facile, quasi spontaneo e naturale, portare l’interlocutore ad affrontare nella conversazione le verità fondamentali della fede cattolica.
Il dottor Totti lascia la moglie Nilde, quattro figli e altrettanti nipoti, oltre a moltissime persone che hanno avuto l’edificante opportunità di essergli state amiche.