Giovanni Paolo II, Discorso ai Vescovi e ai Delegati al II Incontro Mondiale con le Famiglie al Centro Congressi Riocentro di Rio de Janeiro, del 3-10-1997, nn. 2-3, in supplemento a L’Osservatore Romano, 8-10-1997, p. II. Traduzione e titolo redazionali.
Cristianità, 273-274 (1998)
L’uomo è la via della Chiesa. E la famiglia è l’espressione primaria di questa via. Come scrivevo nella Lettera alle Famiglie, “il mistero divino dell’Incarnazione del Verbo è […] in stretto rapporto con la famiglia umana. Non soltanto con una, quella di Nazaret, ma in qualche modo con ogni famiglia, analogamente a quanto il Concilio Vaticano II afferma del Figlio di Dio, che nell’Incarnazione “si è unito in certo modo ad ogni uomo” (GS, 22). Seguendo il Cristo “venuto” al mondo “per servire” (Mt 20, 28), la Chiesa considera il servizio alla famiglia umana uno dei suoi compiti essenziali. In tal senso, sia l’uomo che la famiglia costituiscono “la via della Chiesa”“ (Gratissimam sane, 2).
Il Vangelo illumina, quindi, la dignità dell’uomo e redime tutto quanto può impoverire la visione dell’uomo e della sua verità. In Cristo l’uomo percepisce la grandezza della sua chiamata come immagine e figlio di Dio; in Lui si manifesta in tutto il suo splendore il disegno originale di Dio Padre sull’uomo e in Cristo tale disegno originale raggiungerà la sua piena realizzazione. E sempre in Cristo questa prima e privilegiata espressione della società umana, che è la famiglia, trova la luce e la piena capacità di realizzazione secondo i piani d’amore del Padre.
“Se Cristo svela pienamente l’uomo all’uomo, lo fa a cominciare dalla famiglia nella quale ha scelto di nascere e di crescere” (Gratissimam sane, 2). Cristo lumen gentium, luce dei popoli, illumina le vie degli uomini. Fra esse viene soprattutto illuminata l’intima comunione di vita e d’amore degli sposi, che nella vita degli uomini e dei popoli è il crocevia necessario, dove Dio è sempre andato loro incontro.
È questo il significato sacro del matrimonio, in qualche modo presente in tutte le culture, benché con le ombre dovute al peccato originale, e che acquisisce una grandezza e un valore eminenti con la Rivelazione: “Come un tempo Dio venne incontro al suo popolo con un patto di amore e fedeltà, così ora il Salvatore degli uomini e Sposo della Chiesa viene incontro ai coniugi cristiani attraverso il sacramento del matrimonio. Inoltre, rimane con loro perché, come egli stesso ha amato la Chiesa e si è dato per essa, così anche i coniugi possano amarsi l’un l’altro fedelmente, per sempre, con mutua dedizione” (GS, 48).
La famiglia non è per l’uomo una struttura accessoria ed estrinseca, che ostacola il suo sviluppo e la sua dinamica interiore. “L’uomo […] per la sua intima natura, è un essere sociale, e senza i rapporti con gli altri non può vivere né esplicare le sue doti” (GS, 12). La famiglia, lungi dall’essere un ostacolo per lo sviluppo e la crescita della persona, è l’ambito privilegiato per far crescere tutte le potenzialità personali e sociali che l’uomo porta inscritte nel suo essere.
La famiglia, fondata e vivificata dall’amore, è il luogo adeguato in cui ogni persona è chiamata a sperimentare, a far proprio e a partecipare a quell’amore senza il quale l’uomo non può vivere e tutta la sua vita è priva di senso (cfr. Redemptor hominis, 10; Familiaris consortio, 18).
Le tenebre che oggi coprono la stessa concezione dell’uomo, attaccano in primo luogo e direttamente la realtà e le espressioni che le sono connaturali. Persona e famiglia procedono parallele nella stima e nel riconoscimento della propria dignità, come pure negli attacchi e nei tentativi di disgregazione. La grandezza e la sapienza di Dio si manifestano nelle sue opere. Ma oggi sembra che i nemici di Dio, più che attaccare frontalmente l’Autore del creato, preferiscano affrontarLo nelle sue opere. E l’uomo è il culmine, il vertice delle sue creature visibili. “Gloria enim Dei vivens homo, vita autem hominis visio Dei” (S. Ireneo, Adv. haer. 4, 20, 7).
Fra le verità oscurate nel cuore dell’uomo a causa della crescente secolarizzazione e dell’edonismo imperanti, sono particolarmente colpite tutte quelle che riguardano la famiglia. Attorno alla famiglia e alla vita si svolge oggi la lotta fondamentale della dignità dell’uomo. In primo luogo la comunione coniugale non viene riconosciuta né rispettata nei suoi elementi d’uguaglianza nella dignità degli sposi e di necessaria diversità e complementarità sessuale. La stessa fedeltà coniugale e il rispetto per la vita in tutte le fasi della sua esistenza sono sovvertiti da una cultura che non ammette la trascendenza dell’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio. Quando le forze disgregatrici del male riescono a separare il matrimonio dalla sua missione nei confronti della vita umana, attentano all’umanità, derubandola di una delle garanzie essenziali del suo futuro.
Giovanni Paolo II