Benedetto XVI, Cristianità n. 341-342 (2007)
Regina Caeli, del 27-5-2007, in L’Osservatore Romano. Giornale quotidiano politico religioso, Città del Vaticano 28/29-5-2007. Copyright 2007-Libreria Editrice Vaticana. Il titolo, sostanzialmente ricavato dal testo, è redazionale.
Celebriamo oggi la grande festa della Pentecoste, in cui la liturgia ci fa rivivere la nascita della Chiesa, secondo quanto narra san Luca nel libro degli Atti degli Apostoli (2, 1-13). Cinquanta giorni dopo la Pasqua, lo Spirito Santo scese sulla comunità dei discepoli — “assidui e concordi nella preghiera” — radunati “con Maria, la madre di Gesù” e con i dodici Apostoli (cfr. At. 1, 14; 2, 1). Possiamo quindi dire che la Chiesa ebbe il suo solenne inizio con la discesa dello Spirito Santo. In questo straordinario avvenimento troviamo le note essenziali e qualificanti della Chiesa: la Chiesa è una, come la comunità di Pentecoste, che era unita nella preghiera e “concorde”: “aveva un cuore solo e un’anima sola” (At. 4, 32). La Chiesa è santa, non per i suoi meriti, ma perché, animata dallo Spirito Santo, tiene fisso lo sguardo su Cristo, per diventare conforme a Lui e al suo amore. La Chiesa è cattolica, perché il Vangelo è destinato a tutti i popoli e per questo, già all’inizio, lo Spirito Santo fa sì che essa parli tutte le lingue. La Chiesa è apostolica, perché, edificata sopra il fondamento degli Apostoli, custodisce fedelmente il loro insegnamento attraverso la catena ininterrotta della successione episcopale.
La Chiesa, inoltre, è per sua natura missionaria, e dal giorno di Pentecoste lo Spirito Santo non cessa di spingerla sulle strade del mondo, fino agli estremi confini della terra e fino alla fine dei tempi. Questa realtà che possiamo verificare in ogni epoca è già come anticipata nel libro degli Atti, dove si descrive il passaggio del Vangelo dagli Ebrei ai pagani, da Gerusalemme a Roma. Roma sta ad indicare il mondo dei pagani, e così tutti i popoli che sono al di fuori dell’antico popolo di Dio. In effetti, gli Atti si concludono con l’arrivo del Vangelo a Roma. Si può allora dire che Roma è il nome concreto della cattolicità e della missionarietà, esprime la fedeltà alle origini, alla Chiesa di tutti i tempi, a una Chiesa che parla tutte le lingue e va incontro a tutte le culture.
Benedetto XVI