Giovanni Paolo II, Cristianità n. 318 (2003)
Discorso ai partecipanti al Simposio Europeo sul tema Università e Chiesa in Europa, del 19-7-2003, nn. 1-3, in L’Osservatore Romano, 20-7-2003. Titolo redazionale.
Vi siete dati appuntamento a Roma in occasione del settimo centenario della più antica Università dell’Urbe, La Sapienza. Da Roma il vostro orizzonte si allarga in questi giorni all’Europa intera, per riflettere sul rapporto tra Università e Chiesa, all’inizio del terzo millennio.
Questo rapporto ci conduce direttamente al cuore dell’Europa, là dove la sua civiltà è giunta ad esprimersi in una delle sue istituzioni più emblematiche. Siamo nei secoli tredicesimo e quattordicesimo: l’epoca in cui prende forma l’Umanesimo, come felicissima sintesi tra il sapere teologico, quello filosofico e le altre scienze. Sintesi impensabile senza il cristianesimo e quindi senza la secolare opera di evangelizzazione compiuta dalla Chiesa nell’incontro con le molteplici realtà etniche e culturali del continente (cfr. Discorso al V Simposio dei Vescovi d’Europa, 19 dicembre 1978, 3).
Questa memoria storica è indispensabile per fondare la prospettiva culturale dell’Europa di oggi e di domani, nella cui costruzione l’università è chiamata a svolgere un ruolo insostituibile.
Come la nuova Europa non può progettarsi senza attingere dalle proprie radici, altrettanto può dirsi per l’università. Essa, infatti, è per eccellenza luogo di ricerca della verità, di analisi accurata dei fenomeni nella costante tensione a sintesi sempre più compiute e feconde. E come l’Europa non può ridursi a mercato, così l’università, pur dovendo ben inserirsi nel tessuto sociale ed economico, non può essere asservita alle sue esigenze, pena lo smarrimento della propria natura, che rimane principalmente culturale.
Così la Chiesa in Europa guarda all’università: con la stima e la fiducia di sempre, impegnandosi ad offrire il proprio multiforme contributo. Anzitutto con la presenza di docenti e di studenti che sappiano unire la competenza ed il rigore scientifico con un’intensa vita spirituale, così da animare di spirito evangelico l’ambiente universitario. In secondo luogo mediante le Università cattoliche, nelle quali si attualizza l’eredità delle antiche università, nate ex corde Ecclesiae. Desidero inoltre ribadire l’importanza dei cosiddetti laboratori culturali, che opportunamente costituiscono una scelta prioritaria della pastorale universitaria a livello europeo. In essi si opera un dialogo costruttivo tra fede e cultura, tra scienza, filosofia e teologia, e l’etica è considerata esigenza intrinseca della ricerca per un autentico servizio all’uomo (cfr. Discorso all’Incontro mondiale dei docenti universitari, 9 settembre 2000, 5).
A voi, Professori, va il mio incoraggiamento; a voi, studenti, l’esortazione a far fruttare con impegno i vostri talenti; a tutti l’augurio di collaborare a promuovere sempre la vita e la dignità dell’uomo.
Tra poco accenderò la fiaccola che una staffetta recherà nella chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza, passando per le diverse Sedi universitarie di Roma: un modo questo di sottolineare il significato e il valore del settimo centenario dell’Università La Sapienza.