San Pio X, Cristianità n. 14 (1975)
Dalla lettera al prevosto di Casalpusterlengo, riprodotta in G. QUADROTTA, Il Papa, l’Italia e la Guerra, Ravà & C, Editori, Milano 1915, pp. 17-18. Corsivi nel testo.
[…] Quanto poi ai giornali, se ella predica contro i cattivi e diffonde per quanto può i buoni, dissuadendo l’associazione e la lettura di quelli così detti del trust, compie il suo dovere di buon parroco, e fa non solo quello che vuole il Papa, ma ciò che esige il buon senso cattolico. Come infatti si possono approvare certi giornali che colla etichetta nascosta di cattolici, perché qualche volta riferiscono i ricevimenti pontifici o le note vaticane, non solo non dicono mai una parola sulla libertà ed indipendenza della Chiesa, ma fingono di non accorgersi della guerra continua che le vien fatta? Giornali, che non solo non combattono gli errori che avvolgono la società, ma portano il loro contributo alla confusione delle idee e massime divergenti dalla ortodossia, che prodigano incensi agli idoli del giorno, lodano libri, imprese ed uomini nefasti alla religione?
Compatiamo generosamente (se in buona fede) quei poveri illusi, che credono di impedire la lettura dei giornali cattivi, sostituendoli con questi così detti tolleranti di mezza tinta e incolori, che mentre non convertono uno solo dei nostri avversari (che per la sola apparenza di cattolici li hanno in dispetto) apportano il massimo dei danni ai buoni, che cercano la luce e trovano le tenebre, abbisognando d’alimento succhiano il veleno, e anziché la verità e la forza per mantenersi fermi nella fede, trovano gli argomenti per diventare in cosa di tanta importanza, non curanti, apatici, ed indifferenti.
Oh, quanto danno alla Chiesa e alle anime per questi giornali! E quanta responsabilità specialmente in quelli del clero che li diffondono, li incoraggiano, li raccomandano !
La verità non vuole orpelli, la nostra bandiera dev’essere spiegata: e colla lealtà soltanto e colla franchezza potremo fare qualche poco di bene, combattuti sì dai nostri avversari, ma da loro rispettati, in guisa da conquistare la loro ammirazione e un po’ alla volta il loro ritorno al bene.
Questi i miei sentimenti, ch’ella potrà, all’occasione, far conoscere a tutti che ne avessero bisogno, assicurandoli che così la pensa il Papa, che le imparte di cuore l’Apostolica benedizione.
Dal Vaticano, il 20 ottobre 1912.
SAN PIO X