Il Papa incoraggia l’apostolato dei laici e lo invita a mantenere la mitezza che contraddistingue chi è stato raggiunto dalla pace del Risorto
di Michele Brambilla
Papa Francesco sottolinea, introducendo il Regina Coeli del 22 maggio, che «nel Vangelo della Liturgia di oggi Gesù, dando l’addio ai suoi discepoli durante l’ultima cena, dice, quasi come una sorta di testamento: “Vi lascio la pace”. E subito aggiunge: “Vi do la mia pace” (Gv 14,27)», evidenziando come «Gesù si congeda con parole che esprimono affetto e serenità, ma lo fa in un momento tutt’altro che sereno». In questo modo «Gesù dimostra che la mitezza è possibile. Lui l’ha incarnata proprio nel momento più difficile; e desidera che ci comportiamo così anche noi, che siamo gli eredi della sua pace. Ci vuole miti, aperti, disponibili all’ascolto, capaci di disinnescare le contese e di tessere concordia. Questo è testimoniare Gesù e vale più di mille parole e di tante prediche», perché ci fa riconoscere come coloro che sono stati redenti per davvero e si sottraggono alle continue divisioni del mondo “mondano”, contrassegnato nei secoli della Modernità da una tensione pressoché continua verso la frammentazione della stessa identità personale.
La pace del Risorto, vale a dire lo stesso Spirito Santo, è un dono da testimoniare: è quindi dato in vista della missione! Una missione che chiama ogni battezzato, come spiega il Papa rendendo noto a livello universale che «oggi pomeriggio, a Lione, sarà beatificata Paolina Maria Jaricot (1799-1862), fondatrice dell’Opera della Propagazione della Fede, per il sostegno alle missioni. Questa fedele laica, vissuta nella pima metà dell’Ottocento, è stata una donna coraggiosa, attenta ai cambiamenti dei tempi con una visione universale della missione della Chiesa. Il suo esempio susciti in tutti il desiderio di partecipare, con la preghiera e la carità, alla diffusione del Vangelo nel mondo», vale a dire in ogni ambiente di vita, come è proprio, appunto, dell’apostolato laicale.
L’apostolato non si può fermare di fronte alle difficoltà. Il Pontefice lo ribadisce ancora una volta ricordando che «martedì prossimo ricorre la memoria della Beata Vergine Maria Aiuto dei Cristiani, particolarmente sentita dai cattolici in Cina, che venerano l’Ausiliatrice come loro Patrona, nel Santuario di Sheshan a Shanghai, in numerose chiese del Paese e nelle loro case», nonostante, come è noto, nella Repubblica “popolare” vi sia uno scarsissimo rispetto della libertà religiosa. In proposito, Francesco si dimostra al corrente delle drammatiche condizioni delle comunità cattoliche cinesi, tanto che «la lieta circostanza mi offre l’occasione per rinnovare loro l’assicurazione della mia vicinanza spirituale; seguo con attenzione e partecipazione la vita e le vicende di fedeli e pastori, spesso complesse, e prego ogni giorno per loro. Vi invito ad unirvi in questa preghiera, affinché la Chiesa in Cina, in libertà e tranquillità, possa vivere in comunione effettiva con la Chiesa universale ed esercitare la sua missione di annuncio del Vangelo a tutti».
La libertà religiosa non è in pericolo solo nella Cina comunista. Salutando i partecipanti alla manifestazione “Scegliamo la vita” del 21 maggio, il Santo Padre arriva a dire: «vi ringrazio per il vostro impegno a favore della vita e in difesa dell’obiezione di coscienza, il cui esercizio si tenta spesso di limitare», dato che, «purtroppo, negli ultimi anni c’è stato un mutamento della mentalità comune e oggi siamo sempre più portati a pensare che la vita sia un bene a nostra totale disposizione, che possiamo scegliere di manipolare, far nascere o morire a nostro piacimento, come l’esito esclusivo di una scelta individuale», ponendo ai margini chi si oppone a questa deriva. «Ricordiamo», però, «che la vita è un dono di Dio! Essa è sempre sacra e inviolabile, e non possiamo far tacere la voce della coscienza», che è la voce stessa del Creatore! L’apostolato cattolico deve quindi caratterizzarsi, in ogni situazione, per la sua parresia (libertà di parola di fronte alla mentalità o al potere dominante), ma sempre con la mitezza che è propria del cuore pacificato da Gesù risorto, vivo e operante in mezzo a noi.
Domenica, 22 maggio 2022