Viene dalla Francia e sembra andare oltre il normale. Un tentativo di comprendere l’origine di tanto disprezzo del cristianesimo
di Oscar Sanguinetti
La parodia blasfema dell’Ultima Cena con cui è culminata la coreografia allestita a Parigi per aprire i Giochi olimpici del 2024 è stata oggetto di reazioni e di critiche anche sorprendentemente dure da parte di molti ambienti, ecclesiali e non. Non mi pare tuttavia inutile aggiungere qualche considerazione meno comune alle molte apparse sui giornali, incentrate per lo più sul cattivo gusto, sull’apologia sguaiata del gender, sulla irrisione dei valori religiosi propri di gran parte del popolo francese e parte integrante delle radici della nazione transalpina.
A mio avviso, la Francia “politica” professa una concezione della Repubblica e della democrazia assai lontana da quella comunemente intesa: lo si è visto quando il suo presidente ha voluto, con l’assenso di quasi tutti i parlamentari, inserire nella Costituzione il “diritto all’aborto”; lo si è visto quando la fedeltà alla Repubblica, poche settimane fa, è stata usata come strumento emotivo per bloccare l’ascesa al governo della destra francese; lo si è visto nelle conseguentemente ancor più enfatiche celebrazioni dello scorso 14 luglio — una data infausta, che, a parte la falsità dell’evento celebrato, la “presa della Bastiglia”, ricorda l’apertura di un periodo di persecuzioni anti-cattoliche e di omicidi “legali” quali mai la Francia aveva prima conosciuto —; lo si vede ora in questa squallida auto-celebrazione, in occasione dell’ospitalità dei Giochi olimpici.
Ma qui si è andati oltre: la parodia della decapitazione della regina di Francia Maria Antonietta di Asburgo (1755-1793), esempio luminoso di autentico martirio cristiano, e la sgangherata parodia della Cena del Signore ne sono i simboli più eclatanti.
Gli “amici del 1789”, di tutte le possibili sfumature, dai cattolici democratici ai comunisti passando per i liberali, dimenticano che la Rivoluzione della libertà, uguaglianza e fraternità che tanto amano è nata da un colossale bagno di sangue, che fu allo stesso tempo un “classicidio” — la nobiltà e il clero — e genocidio — i contadini vandeani. E il martirio di Maria Antonietta, bersaglio innocente dell’odio rivoluzionario, è il simbolo più elevato, anche più del martirio del re, suo marito, di questo “peccato di origine”.
Quanto alla cena “dionisiaca” e “trans”, qui c’è qualcosa di più. Per un momento pare che la Rivoluzione, quel processo plurisecolare di apostasia dell’Occidente dalle sue radici cristiane, che nel 1789 ha uno dei suoi simboli, forse il più “gettonato”, abbia scostato la maschera e svelato il suo vero volto. Joseph de Maistre (1753-1821), in una sua lettera del 1815 al cardinale romano Antonio Gabriele Severoli (1757-1824), scriveva che la Rivoluzione a cui il mondo aveva assistito in Francia era «satanica nel suo principio», ossia la sua “anima” era l’odio metafisico per la Verità, che è Cristo, e per l’impronta cristiana della Francia e dell’Europa. Un odio che solo il Nemico per eccellenza di Dio può coltivare e mantenere vivo nei secoli. Questa tesi, che fa sorridere i politologi e i sociologi “positivi”, in cerca di spiegazioni del fenomeno rivoluzionario esclusivamente con elementi profani, è tuttavia una tesi che i Papi hanno sempre tenuta presente, dalla magnifica descrizione del nemico — che non si sa chi sia, «[…] né quali vesti indossi. Esso si trova dappertutto e in mezzo a tutti; sa essere violento e subdolo. In questi ultimi secoli ha tentato di operare la disgregazione intellettuale, morale, sociale dell’unità nell’organismo misterioso di Cristo» — tracciata dal venerabile Papa Pio XII (1939-1958) nel discorso agli uomini di Azione Cattolica, alle numerose esternazioni sul diavolo del regnante Pontefice. Ed è una tesi che anche tanti studiosi spregiudicati dei riflessi sociali dei fenomeni religiosi come Eric Voegelin (1901-1985) hanno messo al centro delle loro analisi, rivelando come al cuore delle rivoluzioni moderne siano presenti centri ispiratori e reti di supporto che professano il peggior gnosticismo anti-cristiano. Dietro le ideologie moderne, infatti, affiorano temi e personaggi che già animavano le prime eresie anti-cristiane, quelle dottrine che vedevano nell’Incarnazione il sommo scandalo e il culmine dell’opera del “dio” cattivo. Tutta la dottrina cattolica contro-rivoluzionaria è unanime nell’individuare questo strato profondo e preternaturale nei fenomeni rivoluzionari. Tutti i suoi autori hanno identificato le mille ramificazioni delle reti rivoluzionarie nel mondo, nelle società segrete, specialmente nella loro casa-madre, la Massoneria razionalistica e iniziatica, condannata più di cinquecento volte dai Papi dal Settecento a oggi.
A Parigi, dietro l’ideologia della Republique e della laïcité, è apparso per un momento il ghigno di colui che fa il male perché per invidia odia il bene. Chi ha a cuore le sorti del nostro Occidente e della nazione francese, figlia primogenita della Chiesa, ne tenga il debito conto.
Martedì, 30 luglio 2024