L’annuale festività è un ottimo momento per rinnovare la devozione al padre adottivo di Gesù, elevato dal beato Pio IX a patrono universale della Chiesa
di Diego Torre
La devozione a san Giuseppe fatica ancora a farsi strada nel panorama ecclesiale: questo è parzialmente spiegabile col ruolo riservato e discreto a cui Dio stesso lo chiamò. Pochi sono i passaggi in cui i Vangeli canonici parlano dei genitori di Gesù. Ma mentre la Madonna è stata oggetto fin da subito di una particolare venerazione e la mariologia è stata chiamata in causa fin dai primi concili ecumenici della Chiesa (in particolare ad Efeso, nel 431), la figura di san Giuseppe è stata spesso sottovalutata e se ne sono date anche delle caratterizzazioni “deformanti”, in genere per preservare ulteriormente importanti verità dogmatiche.
Vegliardo canuto? Vedovo con figli? Tutti voli di fantasia presenti nei vangeli apocrifi, che la Chiesa non ha mai riconosciuto, scritti forse per spiegare in modo naturalistico la perpetua Verginità della Madonna. Tali ipotesi hanno costituito il tema di tanti artisti, ma anche la gioia di tanti eretici (vecchi e nuovi) e la fortuna di qualche cinematografaro da strapazzo, ma sono infondate. A quel tempo l’età del matrimonio era intorno ai 20 anni e nulla dimostra che Giuseppe fosse reduce da un precedente coniugio. Tacciono le Scritture sulla sua età, perché essa doveva rientrare nell’ordinarietà del tempo. Di Elisabetta e Zaccaria, i genitori di san Giovanni Battista, e di Sara ed Abramo (nell’Antico Testamento) vengono, invece, sottolineate le età avanzate proprio per porre l’enfasi sulla soprannaturalità delle gravidanze miracolose. A maggior ragione ciò avrebbe dovuto essere evidenziato per la nascita del Salvatore: se fosse stato vecchio anche Giuseppe, i Vangeli canonici lo avrebbero certamente detto! L’età, ad ogni modo, non conta: un uomo giusto come Giuseppe avrebbe affrontato, con il coraggio e l’energia dimostrati, le prove a cui fu sottoposta la Sacra Famiglia anche ad 80 anni!
Modesto falegname? La sua professione è definita in greco téktón, in latino faber (lavorava anche la pietra), in italiano carpentiere. Allora i carpentieri costruivano anche le case e gli edifici pubblici, ricevendo un compenso talvolta elevato. Questo smentisce certo pauperismo e spiegherebbe, inoltre, come la Sacra Famiglia si poteva permettere le spese per recarsi annualmente a Gerusalemme per la Pasqua. Gesù viene definito «il figlio del carpentiere» (Mt 13,55).
Modesta origine? In realtà, nei genitori diGesù scorreva il sangue regale di Davide. Sia Giuseppe che Maria discendevano, infatti, da quel re che fu il destinatario delle promesse messianiche e, per Israele e per tutto il Medioevo, il modello del regnante fedele a Dio.
Modesta intelligenza e cultura? Fu Giuseppe che trasmise a Gesù la formazione professionale del carpentiere. Sempre lui Lo portava in sinagoga ogni sabato, dove Gli illustravano la Tôrah, come facevano i padri in Israele. Era ancora egli a celebrare le feste religiose vissute nell’ambito familiare, in quanto capo famiglia, e a sostenere quei dialoghi domestici i cui interlocutori erano l’Immacolata e il SS. Salvatore. Quali erano i livelli di quelle conversazioni? E Giuseppe sarebbe rimasto nell’angolino senza capire alcunché? Impossibile!
Vero padre e vero marito? Certamente saranno stati ruoli difficili e complessi, resi ancora più ardui almeno da due condizioni: la percezione della sua inferiorità nei confronti di quelle due straordinarie persone delle quali egli era capo e garante dinanzi a Dio, e le dure prove a cui la Sacra Famiglia venne sottoposta, con le ansie e i timori connessi.
152 anni fa, il 20 settembre 1870, l’artiglieria italiana cannoneggiava Porta Pia, i bersaglieri entravano a Roma ed il beato Pio IX divenne prigioniero in Vaticano. I nemici della Chiesa festeggiarono, convinti di averla ormai sconfitta e distrutta. Il Pontefice rispose con il decreto «Quemadmodum Deus», emesso l’8 dicembre 1870, che così recita: «Ora, poiché in questi tempi tristissimi la stessa Chiesa, da ogni parte attaccata da nemici, è talmente oppressa dai mali più gravi, che uomini empi hanno pensato che infine le porte dell’inferno abbiano prevalso contro di lei, … il Santissimo Signor Nostro Pio Papa IX, costernato per la recentissima e luttuosa condizione di cose, per affidare Sé stesso e i fedeli tutti al potentissimo patrocinio del Santo Patriarca Giuseppe, … solennemente lo dichiarò Patrono della Chiesa Cattolica».
Tempi davvero tribolati per la Chiesa, allora. Ed ora? Papa Francesco nel 2013 ha fatto inserire il nome di san Giuseppe nelle preghiere eucaristiche II, III, IV, V, I e II della Riconciliazione del Messale Romano e, nel 150° anniversario della dichiarazione del Santo quale patrono della Chiesa universale, l’8 dicembre 2020, ha dato avvio ad un Anno straordinario dedicato a lui ed emesso la lettera apostolica Patris Corde, che si conclude con la seguente preghiera:«O Beato Giuseppe, mostrati padre anche per noi, e guidaci nel cammino della vita. Ottienici grazia, misericordia e coraggio, e difendici da ogni male». Gesti molto significativi, che riportano alla giusta ribalta questo grande intercessore.
Sabato, 19 marzo 2022