Finalmente approvata una legge attesa. Un passo importante nella direzione giusta. Dovremo difenderla dall’assalto di alcuni giudici
di Chiara Mantovani
Universale significa che non c’è luogo, sotto il sole che conosciamo e oltre, in cui si possa affermare che la compravendita di bambini sia una buona cosa. Universale significa che se c’è qualcuno che non ci vede malizia, inganno ed egoismo o è disinformato oppure cerca solo il suo tornaconto. Universale significa, drammaticamente, che se c’è bisogno di spiegarlo – e poi di ripeterlo, e poi di difenderlo e poi di essere insultati per questo e infine di essere costretti a scriverlo con la legge – s’è andata persa una quantità inimmaginabile di ragionevolezza. Altro che riscaldamento globale, qui è evaporato il buon senso.
La maternità per terzi, la gestazione per altri, la gravidanza solidale – per dirlo chiaro e crudo: l’utero in affitto – mercoledì 16 ottobre 2024 in Italia è stato dichiarato un illecito grave ovunque, anche se lo si commette all’estero. Verrebbe da dire nulla di nuovo, dal momento che ne escludeva la fattibilità già la legge 40/2004 e che la Corte Costituzionale ne aveva ribadito il divieto nel 2014.
Eppure molte voci si sono levate indignate, sebbene le stesse argomentazioni usate per indignarsi (e offendere) dimostrino la propria infondatezza. La più becera è un luogo tanto comune quanto storicamente infondato: “non torniamo al medioevo!” (scritto minuscolo, s’intende, per essere un insulto). Se intendiamo i secoli suppergiù dal 900 al 1200, toccherà ricordarsi che funzionavano quelle “ruote degli esposti” che rimediavano più di ora all’impossibilità di tenere i figli. Oggi li accoppiamo con gli aborti e, sì, ha ribaltata ragione Nichi Vendola che scrive[1]: “da oggi uccidere un bambino non è un reato con l’aggettivo (“universale”), mentre farlo nascere si”. Infatti, secondo me, anche l’aborto è un reato universale, nel senso che non sta né in cielo né in terra e uccide un bambino. Ma non c’è nulla di secolare in questo, né di retrogrado perché si è sempre fatto ma sapendo che non andava fatto, che era un brutto modo di trattare sia i bambini che quelli che li mettevano al mondo. Debolezza umana, miseria, violenza talvolta, ma sempre un dispiacere, un germoglio di proposito per fare meglio in futuro, un anelito al bene che si spera possibile.
Sta tutta qui la barbarie moderna: chiamare una pretesa disumana (tieni un figlio nel tuo grembo e appena nasce te lo prendo perché se lo pago è mio) e poi chiamarlo ‘altruismo’ ‘donazione’ ‘solidale’. Provare ad ostacolarlo con una norma giuridica non è pretesa violenta di eradicare il male dal mondo: ci vuole l’educazione del cuore e della volontà per guarire il mondo dal male. E neppure basta, da sola: il cuore dell’uomo è un abisso di cui la legge increspa appena la superficie. Consapevoli e rispettosi del mistero del male (e del bene) si tratta solo di dire in tutti i modi, persino ribadendo quel poco che è sopravvissuto in leggi ormai datate, che non è il desiderio del figlio, né la sua pretesa a qualunque costo, a far agire in modo giusto. Gli uteri in affitto sono sempre violenti: clandestini o legali, lussuosi o da terzo mondo, pubblicizzati su internet o nascosti, offendono la dignità umana. Delle madri e dei padri, e anche dei figli che, ci se ne renda conto una buona volta, sono umani e preziosi da subito, non solo quando li si chiama propri.
Venerdì, 18 ottobre 2024
San Luca, medico ed evangelista
[1] https://www.huffingtonpost.it/blog/2024/10/16/news/e_dunque_uccidere_un_bambino_non_e_un_reato_universale_mentre_farlo_nascere_si-17460495/?ref=huff-da-la-3