Un prete siciliano predica sul progetto di legge Zan. Piovono insulti e minacce. Alleanza Cattolica si unisce al coro solidale nei confronti del sacerdote e fa appello perché i laici cattolici si oppongano ad una legge liberticida.
di Daniele Fazio
La pagina del Vangelo è quella della parabola del “buon seme e della zizzania” della XVI Domenica del Tempo Ordinario. Un parroco di un piccolo paese dell’entroterra palermitano, don Calogero D’Ugo – da sempre per tutti affettuosamente don Lillo – nell’omelia sente il dovere di istruire – tra le altre cose – i fedeli della propria parrocchia circa il progetto di legge Zan, a cui dedica parole ferme e soppesate per circa sei minuti. Nessuna offesa, ma solo la chiara preoccupazione verso un dispositivo di legge che metterà in seria difficoltà l’educazione cristiana circa la sessualità e la famiglia.
Da Belmonte Mezzagno le parole di un parroco di campagna scatenano un imponente tam tam mediatico, tanto da finire anche sulle piattaforme del Corriere della Sera e de La Repubblica, oltre che su altre testate a tiratura nazionale, scatenando così l’ira degli attivisti lgbt e il dissenso di altri circoli culturali e politici, che hanno interpellato anche pubblicamente l’Arcivescovo di Palermo perché redarguisca il sacerdote.
Cosa ha detto di così scandaloso? Il suo intervento è stato diretto semplicemente contro un progetto di legge giudicato ideologico e liberticida, sulla scia, peraltro, di quanto la Conferenza episcopale italiana ha fatto emergere in un Comunicato. Ha altresì più volte sottolineato l’accoglienza e il profondo rispetto verso ogni categoria di persona con qualsiasi orientamento sessuale.
Gli attacchi successivi all’omelia, soprattutto a mezzo social, non sono stati certamente teneri e tra l’altro – facendo un bilancio – più che concentrarsi sul contenuto delle sue parole, come sarebbe stato auspicabile per un serio confronto, si sono diretti contro la sua persona, la sua parrocchia, la sua famiglia, il paese in cui svolge il ministero di parroco e non hanno risparmiato neanche la sua anziana madre, raggiunta da una pesante telefonata.
Sia lecito, quindi, chiederci se quanto accaduto, in una calda estate siciliana con straordinari echi nazionali, non sia effettivamente un anticipo di quanto potrebbe succedere con l’introduzione palese del reato di opinione veicolato da una legge contro l’omotransfobia su cui eminenti giuristi, intellettuali e anche omosessuali e femministe si sono detti contrari.
Tuttavia, accanto agli attacchi vi è stata anche tanta solidarietà, espressa visibilmente in un momento di preghiera all’interno di una celebrazione della Messa domenicale del 26 luglio, in cui ha sorpreso la serenità e il sorriso di don Lillo che ha peraltro ribadito – a conclusione della celebrazione – la propria posizione in maniera notevolmente brillante. Ha perdonato gli insulti e ha ringraziato per gli importanti attestati di vicinanza.
Alleanza Cattolica in Sicilia, con alcuni suoi rappresentanti, è stata presente ed ha pregato nella Messa con don Lillo ringraziandolo per il suo coraggio profetico che dà anche forza ai laici cattolici perché si sveglino, prendano coscienza della loro vocazione e missione, e quindi si dedichino alla costruzione di una società – come ripeteva san Giovanni Paolo II (1978-2005) – a misura d’uomo e secondo il piano di Dio.
Martedì, 28 luglio 2020