GIOVANNI CANTONI, Cristianità n. 193-194 (1991) e Cristianità n. 301-302 (2000))
Dal 10 al 13 maggio 1991 Papa Giovanni Paolo II ha compiuto il suo secondo pellegrinaggio apostolico in Portogallo, e domenica 12 e lunedì 13 ha visitato il santuario di Fatima, dove — nelle stesse date — si era già recato una prima volta nel 1982, l’anno seguente l’attentato da lui subito il 13 maggio 1981, in Piazza San Pietro. L’avvenimento ha attirato l’attenzione dei mezzi di comunicazione sociale, ma questa attenzione si è pressoché esaurita prima nell’ipotesi di una rivelazione da parte del Sommo Pontefice del cosiddetto terzo segreto di Fatima — di fatto, la terza parte dell’unico messaggio —, poi nel dare corpo a una presunta pubblica delusione per tale mancata rivelazione. Mostrerò come maggiore attenzione alle parole e agli atti pontifici durante la visita al santuario e a commento di essa avrebbe permesso di cogliere aspetti forse non secondari del nostro tempo.
Mercoledì 15 maggio 1991, in occasione della prima udienza generale dopo il suo secondo pellegrinaggio a Fatima, il Santo Padre ha affermato: “Tutto questo decennio lo considero come dono gratuito fatto a me in modo speciale dalla Divina Provvidenza; per questo mi è stato dato particolarmente come compito, affinché io possa servire ancora la Chiesa, esercitando il ministero di Pietro. “Misericordiae Domini, quia non sumus consumpti” (Lam. 3, 22)” (1). Nella stessa data, in una meditazione rivolta a pellegrini polacchi, il Papa ha detto: “1. “Il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Mc. 1, 15).
“Dieci anni fa fui introdotto nell’esperienza di Fatima vissuta dalla Chiesa. Ciò avvenne il pomeriggio del 13 maggio in Piazza San Pietro: l’attentato alla vita del Papa. Nello stesso tempo a Fatima le folle dei pellegrini ricordavano l’avvenimento che lì aveva avuto luogo il 13 maggio del 1917.
“2. Nell’anno in cui la rivoluzione bolscevica poneva fine all’impero zarista, l’umile “Serva del Signore” ha fatto conoscere di essere Madre degli uomini e dei popoli, particolarmente nel nostro Continente. Il messaggio di Fatima, trasmesso a semplici bambini, è, nel suo contenuto essenziale, un ricordo delle parole di Cristo sopracitate: “Convertitevi e credete al Vangelo; il regno di Dio è vicino”. La chiamata alla conversione, alla penitenza e alla preghiera è una verità fondamentale del Vangelo. Lo riconferma la Chiesa. Quindi il messaggio di Fatima ha la sua approvazione. Intorno a questo fatto si è sviluppata nel nostro secolo l’esperienza di Fatima fatta dalla Chiesa, legata a un particolare affidamento al Cuore della Madre del Redentore.
“3. La Provvidenza divina mi ha consentito di divenire, in modo particolare, testimone di tale esperienza. Nel decimo anniversario dell’avvenimento in Piazza San Pietro, il 13 maggio, mi è stato dato di trovarmi in mezzo a una grande folla di pellegrini e di partecipare alla loro fervente preghiera. So che la vita, donatami di nuovo dieci anni fa, mi è stata data dalla misericordiosa Provvidenza di Dio. Non dimentichiamo le grandi opere di Dio (cf. Sal. 77/78, 7)” (2).
Sempre nel discorso pronunciato durante l’udienza generale del 15 maggio Papa Giovanni Paolo II, dopo aver fornito la “sintesi” evangelica del contenuto del messaggio di Fatima — sintesi da lui ripresa parlando ai pellegrini polacchi — ha ulteriormente approfondito l’argomento: “Il messaggio di Maria da Fatima si può sintetizzare in queste prime e chiare parole di Cristo: “Il Regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al Vangelo” (Marc. 1, 15). Gli avvenimenti che si sono compiuti durante questo decennio sul nostro Continente europeo, particolarmente nell’Europa Centrale ed Orientale, permettono di dare nuova attualità a questa chiamata evangelica alle soglie del Terzo Millennio. Questi avvenimenti costringono anche a pensare in modo particolare a Fatima. Il cuore della Madre di Dio è il cuore della Madre che si prende cura non soltanto degli uomini, ma anche di interi popoli e di nazioni. Questo cuore è totalmente dedicato alla missione salvifica del Figlio: del Cristo Redentore del mondo, Redentore dell’uomo” (3).
Dunque, a formale smentita di quanti, nel corso degli anni, hanno negato — o tentato di coprire non sempre ingenuamente — ogni collegamento fra il messaggio di Fatima e l’espandersi dell’impero socialcomunista, quindi — più di recente — fra quest’ultimo e l’attentato al Sommo Pontefice, l’interpretazione autorevole e in qualche modo autentica fornita da Papa Giovanni Paolo II pone in indubbia relazione le tre realtà, sottolineando come il loro legame sia evidentemente provvidenziale: infatti, lui, il Papa, è stato violentemente “introdotto” dalla Provvidenza nell’economia di Fatima, dal momento che — sono parole sue —, “[…] da quando avvenne il noto attentato in Piazza San Pietro, un anno fa, al riprendere conoscenza il mio pensiero si rivolse immediatamente a questo Santuario, per deporre nel cuore della Madre celeste il mio ringraziamento per avermi salvato dal pericolo. Ho visto in tutto quanto stava succedendo — non mi stanco di ripeterlo — una speciale protezione materna della Madonna. E nella coincidenza — e non vi sono semplici coincidenze nei disegni della divina Provvidenza — ho visto anche un appello e, forse, un richiamo all’attenzione verso il messaggio partito da qui, […] tramite tre fanciulli, […] i pastorelli di Fatima, come sono universalmente conosciuti” (4); quindi è stato confermato nel ministero petrino in un decennio in cui oltre la Cortina di Ferro si sono dati avvenimenti che “costringono” a richiamare il messaggio.
Perciò il Santo Padre — dopo aver fornito il grande quadro di fondo, dalla Genesi all’Apocalisse, in cui inserire le apparizioni e il messaggio di Fatima nell’omelia pronunciata il 13 maggio 1991 (5) e dopo aver confermato indirettamente l’articolazione del messaggio stesso in tre parti, “per la Chiesa, per ciascuno di noi e per l’intera umanità” (6), in qualche modo rafforzando l’ipotesi che la terza parte riguardi la Chiesa, dal momento che le parti note sono relative alla salvezza individuale, “ciascuno di noi”, e alla condizione storica di tutti i popoli, “tutta l’umanità” — ha voluto istituire in loco un nuovo legame fra la sua sopravvivenza e il suo ministero petrino, gli accadimenti oltre la Cortina di Ferro e il messaggio di Fatima. Lo ha fatto anzitutto richiamando esplicitamente il “caso portoghese”, paese nel quale — secondo il messaggio — si sarebbe sempre conservato “il dogma della fede” (7), poi firmando “Dal Santuario di Fatima, il 13 maggio 1991” una lettera ai vescovi europei relativa all’Assemblea Straordinaria per l’Europa del Sinodo dei Vescovi, convocata dopo gli avvenimenti che si sono prodotti nell’Europa Centrale e Orientale (8) proprio per affrontare i problemi della “”nuova evangelizzazione” o “ri-evangelizzazione”” (9).
In un certo senso, il pellegrinaggio pontificio ha rivelato molta della “verità su Fatima”, anche se rimane aperto il problema relativo alla consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria: se la sua soluzione consiste nel rilevare che non è stata fatta, ma che qualcosa è stato fatto in tal senso, quindi qualcosa è accaduto, accade e può accadere nel senso della promessa del trionfo del Cuore Immacolato della Madonna (10), i gesti e le parole del Sommo Pontefice fanno in qualche modo presente che la realizzazione del messaggio è ancora una volta straordinariamente affidata alla collaborazione degli uomini attraverso la pratica della preghiera e della penitenza, cioè per mezzo della conversione come radicale cambiamento di vita; inoltre, inducono a riflettere sul fatto che il “miracolo” può non consistere tanto nell’esito — l’evangelico “Il Regno di Dio è vicino”, tipo e prologo della promessa mariana “Infine, il mio Cuore Immacolato trionferà” (11) — quanto nell’ennesima gratuita possibilità data agli uomini di essere collaboratori della sua realizzazione.
Quindi, la “nuova evangelizzazione” parte da Fatima, sia di principio che di fatto, cioè sia considerata come luogo in cui è stata tempestivamente descritta la parabola dell’impero socialcomunista, fase della più ampia parabola di apostasia della Cristianità, sia come “sintesi” del Portogallo, “resto” della Cristianità stessa: “Fatima — si è chiesto Papa Giovanni Paolo II —, luogo di profondi richiami spirituali, non ha forse un ruolo da svolgere in questa nuova e necessaria evangelizzazione? […]
“Dalla Cova da Iria sembra emanare — si è risposto il Santo Padre — una luce piena di speranza che riguarda i fatti caratterizzanti la fine di questo secondo millennio. […] Essa […] spinge ad agire con coraggio per la nuova evangelizzazione del continente europeo, tentato da un vasto movimento ateo teorico e pratico che sembra voler costruire una nuova civiltà materialista” (12); infine, ha tracciato l’identikit della fase terminale della parabola di apostasia della Cristianità affermando che “esiste il pericolo di sostituire il marxismo con un’altra forma di ateismo che adulando la libertà tende a distruggere le radici dell’umana e cristiana morale” (13).
Giovanni Cantoni
* Articolo comparso in Cristianità, anno XIX, n. 193-194, maggio-giugno 1991, pp. 3-4; ripreso, con tagli nelle note, in Il Cuore della Madre, Rivista mensile dell’Apostolato Mondiale di Fatima (Armata Azzurra), in collaborazione con l’Unione Redazionale Mariana (URM), anno XXVIII, n. 11, Roma novembre 1991, pp. 5-6. I rimandi nelle note sono stati aggiornati.
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(1) Giovanni Paolo II, Discorso all’Udienza Generale, del 15-5-1991, 1, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XIV, 1, pp. 1247-1250 (p. 1247).
(2) Idem, Meditazione per il Ciclo di Jasna Góra, ibid., pp. 1254-1255, trad. it., in L’Osservatore Romano, 16-5-1991.
(3) Idem, Discorso all’Udienza Generale, cit., 1, pp. 1247-1248.
(4) Idem, Discorso davanti alla Cappella delle Apparizioni durante la veglia di preghiera a Fatima, del 12-5-1982, n. 3, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. V, 2, pp. 1536-1543 (pp. 1537-1538).
(5) Cfr. Idem, Omelia nella Messa nel Santuario di Fatima, del 13-5-1991, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XIV, 1, pp. 1228-1234, trad. it., in questo stesso fascicolo di Cristianità, pp. 32-34.
(6) Idem, Atto di affidamento alla Vergine di Fatima, del 13-5-1991, n. 1, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XIV, 1, pp. 1235-1238 (p. 1235), trad. it., in questo stesso fascicolo di Cristianità, pp. 34-36 (p. 34); cfr. Idem, Omelia della Messa dinanzi al Santuario della Vergine a Fatima, del 13-5-1982, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. V, 2, pp. 1567-1577, in cui il Papa esprime, al n. 11, la propria amarezza vedendo “[…] quanti uomini, quante società e quanti cristiani siano andati nella direzione opposta a quella indicata dal messaggio di Fatima” (p. 1575, trad. it. in questo stesso fascicolo di Cristianità, pp. 26-30 [p. 29]).
(7) Così la Madonna in occasione della terza apparizione, quella del 13 luglio 1917: cfr. Antonio Augusto Borelli Machado, Le apparizioni e il messaggio di Fatima secondo i manoscritti di suor Lucia, 4a ed. it., Cristianità, Piacenza 1982, p. 38 e pp. 38-39, nota 10; per la conferma pontificia, cfr. Giovanni Paolo II, Saluto durante la veglia mariana nel Santuario di Fatima, del 12-5-1991, n. 4, in Insegnamenti di Giovanni Paolo II, vol. XIV, 1, pp. 1215-1219 (pp. 1218-1219); e Idem, Discorso ai presuli della Conferenza Episcopale Portoghese, del 12-5-1991, n. 6, ibid., pp. 1220-1227 (pp. 1225-1226).
(8) Cfr. Giovanni Paolo II, Lettera ai Vescovi dell’Europa sull’Assemblea Speciale per l’Europa del Sinodo dei Vescovi, del 13-5-1991, in Insegnamenti Giovanni Paolo II, vol. XIV, 1, pp. 1239-1241.
(9) Idem, Enciclica circa la permanente validità del mandato missionario Redemptoris missio, del 7-12-1990, n. 33.
(10) Per la problematica della consacrazione, cfr. Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995) e A. A. Borelli Machado, Fatima, “perestrojka” e TFP, intervista a 30 Giorni, del febbraio del 1990, in Cristianità, anno XVIII, n. 180-181, aprile-maggio 1990, pp. 5-10, con note redazionali; per il collegamento fra gli accadimenti oltre la Cortina di Ferro e il messaggio, cfr. il mio L’impero socialcomunista fra crisi e “ristrutturazione, n. 7, ibid., anno XVIII, n. 177, gennaio 1990, pp. 3-6 e 12.
(11) Parole pronunciate dalla Madonna sempre nel corso della terza apparizione, in A. A. Borelli Machado, op. cit., p. 37.
(12) Giovanni Paolo II, Discorso ai presuli della Conferenza Episcopale Portoghese, cit., n. 5, pp. 1224-1225.
(13) Idem, Atto di affidamento alla Vergine di Fatima, del 13-5-1991, cit., n. 3, p. 1236, trad. it., in questo stesso fascicolo di Cristianità, p. 35.