Sabato 14 ottobre, intervista a la Repubblica. Matteo Renzi rivendica di essere “uno che ha ottenuto una legge sulle unioni civili tenendola bassa, e oggi si commuove quando incontra in aereo due ragazzi che, mano nella mano, mi dicono ‘stiamo partendo in viaggio di nozze’ “. Non è ben chiaro che cosa impedisse ai “due ragazzi” di fare un viaggio insieme prima dell’approvazione della legge Cirinnà, financo nella versione “mano nella mano”, né quale fosse l’articolo del codice penale che lo vietava. Sì, certo, è diverso partire e basta, e partire “in viaggio di nozze”. Immagino che pure nel vocabolario del leader del Pd “nozze” voglia dire “nozze”: è l’ennesima conferma che la legge da lui imposta con voto di fiducia ha in realtà introdotto il matrimonio fra persone dello stesso sesso. Nel bilancio di fine legislatura è qualcosa che merita di essere rivendicato chiamandolo col suo nome, non potendo vantare altri risultati: per es., quelli delle nascite, scese nel 2016 a quota 474.000, peggio che nel 2015, quando erano state 486.000, con un saldo negativo rispetto alle morti di 134.000 unità. Ma tanto, qual è il problema? Se nascono meno italiani facciamo venire più stranieri, e con lo jus soli o con lo jus culturae li rendiamo italiani il prima possibile. Vivremo numerosi, felici e contenti: come i ragazzi same sex che partono in viaggio di nozze tenendosi per mano. O no?