Il dispotismo e il totalitarismo sanno benissimo che un maschio è un maschio e una femmina è una femmina, lo sanno benissimo i maschi persecutori e le femmine loro vittime
di Marco Respinti
Donne discriminate, offese, violentate, uccise, odiate. La seconda edizione del Festival del cinema sui diritti umani de L’Aia, nei Paesi Bassi, si è tinta di rosa. Per iniziativa del Global Human Rights Defence, ONG neerlandese accreditata alle Nazioni Unite, creata da Sradhanand Sital, nativo del Suriname, e diretta da Lina Borchardt, tedesca, il Festival si è svolto venerdì 30 giugno, presentando opere inedite e, in qualche caso, addirittura ancora da rifinire. Non si vince nulla, perché non è una gara a premi: si cerca soltanto di difendere quella specie in via di estinzione di cui interessa sul serio a pochi, il genere umano, nel 2023 nella fattispecie femminile.
Le sensibilità, in un mondo in frantumi, sono tante, a volte troppe, e il Festival cinematografico de L’Aia ne è lo specchio piuttosto fedele. In tema di donne, poi, la ridda, o la sciarada delle opinioni tiene banco. Ma che importa? Non si tratta di fare l’apologia dell’inclusività, del femminismo o di quant’altro.
Assiso in prima fila davanti allo schermo gigantesco del Paté Buitenhof, il teatro nel cuore della città, dove mi ha portato il mestiere del giornalista, sfidando il torcicollo e la miopia, mi coglie improvvisamente il dato più evidente e meno notato di tutta questa rassegna cinematografica. Scorrono le immagini di donne trattate come pezze da piedi, per dire il meno, in ogni angolo del globo; i commentatori puntano il dito sull’odio per il futuro dei popoli, delle società e delle comunità che la violenza sulle donne, praticata su scala industriale dai regimi dispotici e totalitari, comporta, nel tentativo scientifico di annientare sul nascere le generazioni di domani, e nessuno, nemmeno per un attimo, donna o uomo che sia in questa grande sala gremita, ha il minimo dubbio. Le donne sono donne, e non sono uomini. Le donne che soffrono sono un’altra cosa rispetto agli uomini che le tiranneggiano. In un mondo in cui c’è gente che non sa come definire una donna è una notizia, una grande notizia.
Nemmeno nei liberali, liberalissimi, anzi liberal Paesi Bassi, un maschio diventa una femmina e viceversa, per un magico atto della volontà capricciosa. Chi non ci crede provi a vedere cosa succede, com’è successo al sottoscritto, a infilare per errore la porta della toilette sbagliata al Festival dei diritti umani delle donne nei Paesi Bassi progressisti perché non conosce la lingua neerlandese, incrociando lo sguardo tagliente di una delle relatrici invitate al dibattito succeduto alle proiezioni.
Maschio e femmina sono realtà irriducibili e complementari, non confondibili e diverse. Ovunque, anche qui. Che senso avrebbe, altrimenti, battersi per i diritti conculcati delle donne, se bastasse decidere a tavolino di cambiare sesso per non venire più perseguitate?
Nei Paesi dove le donne, anzi le bambine vengono rapite, costrette a sposarsi a maschi sempre bavosi e spesso più vecchi, abbracciando fedi in cui non credono per minaccia di ritorsioni sino alla settima generazione, non vale il giochino delle menti annoiate e, a volte, ammuffite delle società borghesi, non vale cambiare sesso per mettersi al sicuro. Nei Paesi dove le donne vengono violentate, costrette a subire l’aborto, sterilizzate come bestie non vale il vizio occidentale di dirsi fluidi per scamparla.
In quei luoghi, e sono tantissimi, le donne sanno tutti chi siano e quanto siano diverse dagli uomini. La violenza, il dispotismo, il totalitarismo sanno benissimo che un maschio è un maschio e una femmina è una femmina, lo sanno benissimo i maschi persecutori e le femmine vittime.
Rileggo quel che ho scritto e un po’ mi vergogno. Possibile che si sia costretti a scrivere, ancora una volta, ovvietà come queste? Il dubbio mi passa subito quando vedo in volto le donne dei film in rassegna, le donne discriminate, offese, violentate, uccise, odiate perché donne, indiscutibilmente donne, inconfondibilmente donne. La verità delle cose spunta nei momenti più inaspettati, dagli anfratti più impensabili.
Martedì, 4 luglio 2023