Alle tante ragioni per raggiungere Venezia dal 13 maggio se ne è aggiunta un’altra. E’ VivaVivaldi. Improprio chiamarla mostra: è una rappresentazione allestita nel Museo diocesano, alle spalle della Basilica di S.Marco, costruita attorno al lavoro e alle opere di Antonio Vivaldi. Ideato e coordinato da Gian Piero Perri, che nel corso degli anni ha fatto vivere in modo coinvolgente e fruibile – fra gli altri – l’Insorgenza lucana e meridionale contro i giacobini e la resistenza ai Piemontesi con il Parco della Grancia, e la tragedia del Secondo conflitto mondiale con Historiale, il museo interattivo di Cassino, lo show conta sui testi di Davide Rondoni e su professionalità realizzative e tecnologie avanzate. E’ un percorso spirituale che, richiamando non pochi brani del grande musicista, interroga sullo scorrere del tempo, sulla sua fugacità, su quanto sia importante coglierne i doni, sul senso della vita e sul senso della fine, su una bellezza che supera la morte se è frutto di verità, e quindi di amore. Fuori dal chiostro dell’antico convento che lo ospita le orde del turismo che vede tutto senza guardare nulla aggrediscono una città forse ignara di quanto è ancora splendida. Dentro, la combinazione di immagini, di note, di parole, di colori e di profumi rende l’antico splendore qualcosa di toccante. E se siamo capaci di commuoverci di fronte alla bellezza regalata da un genio, pur uomo, come Vivaldi, potremmo perfino riuscire a spendere qualche lacrima per la bellezza che ogni giorno ci regala il Padre, anche se ce ne accorgiamo di rado. VivaVivaldi è difficile da descrivere: è una esperienza da fare in prima persona. Vale da solo il viaggio a Venezia.