di Domenico Airoma
Papa Francesco, nella conferenza stampa tenuta durante il volo di ritorno da Panama, ha evocato, a proposito del problema dei migranti, la prudenza, identificata come la virtù del governante.
“Sante parole” è davvero il caso di dire. La prudenza, diceva un grande filosofo cattolico tedesco, Josef Pieper (1904-1997), è virtù che supera anche la giustizia, perché fornisce la misura concreta della moralità degli atti umani, imponendo attenzione costante ai fatti. Solo in questo modo si evita che un atto, giusto in astratto, si risolva nella più odiose delle ingiustizie.
I fatti dicono che – al netto di chi vuole venire in Occidente per delinquere o, peggio ancora, per compiere atti terroristici – tanti disgraziati si muovono dai propri Paesi perché sanno che ci sono sodalizi criminali in grado di offrire tutto il pacchetto. E l’esperienza investigativa dice che queste organizzazioni dirigono i traffici verso quei Paesi che, per carenza di controlli o per ambiguità normative, sono più permeabili. Ciò vale per tutti i traffici criminosi, dallo spaccio di droga alla prostituzione.
Si può fare del migrante il “proletario postmoderno” ed elevare questa figura a nuovo mito di un progressismo, stanco e vuoto, giunto al capolinea. Si può anche urlare: “Migranti di tutto il mondo unitevi!”. Sarebbe ridicolo, se non avesse però l’effetto di non considerare i migranti in carne e ossa; chi sono, da dove vengono, perché lasciano la propria terra, a chi si rivolgono.
Chi è in pericolo di vita va salvato e vi sono, grazie a Dio, tanti che lo fanno disinteressatamente. Ma chi davvero ha a cuore le sorti dei più deboli e non ne fa carne da macello ideologico, non può non adoperarsi affinché vengano rimosse quelle condizioni di pericolo e le stesse non abbiano più a riproporsi.
Tutti siamo rimasti colpiti dalla storia del bambino annegato con la pagella cucita addosso. Ma di chi è la colpa? Dei trafficanti, certamente. Non meno colpevole è, però, chi ha promesso a quei trafficanti assistenza concludendo con loro accordi e, ancor più, chi ha fatto intendere che portare quella pagella in Occidente sarebbe stato un gioco da ragazzi. Non meno responsabile è chi ha affamato quelle terre pur continuando ipocritamente a riempirsi la bocca con la difesa dei diritti dell’ “Uomo”, che nulla ha a che vedere con i sogni di quel bambino con la pagella.
Giovedì, 31 gennaio 2019