La Corte Costituzionale nega il pass ai referendum e mette in quarantena i proponenti
di Domenico Airoma
C’è da gioire: la notte sembra meno buia dopo la bocciatura dei referendum su omicidio del consenziente e liberalizzazione delle droghe.
C’è da gioire: ha perso la falsa democrazia, quella fondata sull’inganno di una libertà senza responsabilità e nemica della verità sull’uomo.
C’è da gioire: è stato sconfitto un fronte forte ed agguerrito, supportato da stampa ed influencer, temuto dal Governo, spalleggiato da una certa magistratura e riverito dallo stesso Presidente della Corte Costituzionale, che mette in quarantena i proponenti e li istruisce su come riproporre i quesiti referendari.
C’è da gioire: ancora una volta c’è stato un Davide, fatto da tante associazioni non rassegnate ai travestimenti della menzogna, che ha sconfitto un arrogante Golia.
C’è da gioire perché nulla è già scritto nella storia degli uomini, soprattutto se i buoni decidono di scendere in campo.
C’è però da andare avanti in una battaglia che non è finita.
La sconfitta del fronte referendario rallenta il processo di erosione di quel che rimane della cintura protettiva della dignità umana e dei più deboli fornita dal diritto e segna una battuta d’arresto nel triste disegno di costruire una civiltà della morte.
Ma il processo è in atto e occorre perseverare nel contrastarlo, sia sul terreno giuridico che su quello politico.
Il fronte giuridico vedrà certamente l’intervento di sentenze che si incaricheranno di spianare la strada ad un legislatore rallentato da un parlamento che rimane l’unica istituzione in cui è ancora possibile registrare sacche di resistenza ad un autoritarismo che nega ogni diritto al dissenso. Si tratta di continuare ad utilizzare tutti gli spazi di libertà esistenti per contrastare con la forza degli argomenti la tracotante pretesa di riscrivere le regole della convivenza civile.
Ma c’è un altro fronte su cui la battaglia non può e non deve cessare ed è quello culturale.
Occorre operare per disintossicare il corpo sociale e liberare le menti dal falso mito di un uomo chiamato a liberarsi da tutto, anche da sé stesso e condannato, perciò, ad essere schiavo di tutto, una cosa, il cui valore è stabilito non da quel che è ma da quel che è in grado di fare.
Occorre contendere, con perseveranza e con pazienza, al fronte del disumanesimo, palmo a palmo, ogni uomo, ogni cuore, per conquistarlo ad una prospettiva di ricostruzione; consapevoli, come avvertiva Aleksandr Solzenicyn nel memorabile discorso tenuto all’Università di Harvard, che, se si vuole davvero vincere non solo la battaglia ma questa guerra culturale “non resta che cercare l’errore alla radice stessa, alla base del pensiero dell’Età moderna”: un uomo che pretende di mettersi al posto di Dio.
Qualcuno ha scritto che si è vivi se si ha una storia da raccontare e qualcuno disposto ad ascoltarla.
Nei tanti, fra i quali anche Alleanza Cattolica, che combattono su questo fronte è ardente il desiderio di raccontare una storia che racconta dell’alba che scaccerà le tenebre della menzogna.
Non ci resta che lavorare per ampliare la platea degli ascoltatori. Che vanno conquistati con la testimonianza, con il coraggio, con la carità.
Perché c’è del buono in questo mondo; ed è da questo che occorre ripartire.
Giovedì, 17 febbraio 2022