Come non va fatto il confronto con l’islam: il caso delle moschee abusive di Monfalcone
di Stefano Nitoglia
L’ennesimo provvedimento della sindaca leghista di Monfalcone (Gorizia), Annamaria Cisint, che ha disposto la chiusura di alcuni luoghi di culto musulmani per irregolarità amministrative, ha scatenato le proteste della locale comunità islamica, che il 23 dicembre, antivigilia di Natale, è scesa in piazza per manifestare contro la decisione del primo cittadino. Anna Maria Cisint era assurta all’onore delle cronache nei mesi scorsi per avere vietato alle donne islamiche di farsi il bagno con il burka, motivando il provvedimento con improbabili questioni igieniche (in realtà per le proteste degli altri bagnanti), e aveva criticato il Ramadan dicendo che il digiuno fa male.
Il confronto con l’islam va fatto su basi religiose e culturali fondate e intelligenti e non con provvedimenti amministrativi o iniziative soltanto propagandistiche, peraltro di una cattiva propaganda, che non fanno altro che suscitare reazioni.
Circa 8.000 fedeli musulmani, secondo le stime della Polizia, sono scesi in piazza a Monfalcone, provenendo anche da altre località del nord-est, come Mestre, Pordenone e perfino Rimini. Astutamente, nessuno slogan estremista è stato scandito dai manifestanti, che si sono limitati a urlare, sventolando bandiere tricolori e dell’Unione Europea: «Siamo tutti monfalconesi, siamo italiani e siamo musulmani» o «Paghiamo le tasse, parliamo correttamente l’italiano e contribuiamo alla produzione del Paese: chiudere i nostri luoghi di preghiera è anticostituzionale». «I gruppetti di salafiti – scrive Fausto Biloslavo su Il Giornale del 24 dicembre -, che fanno i santarellini, si notano subito, ma non parte un solo slogan jihadista o le solite grida pro Palestina».
La ghiotta occasione non è sfuggita alla sinistra: «Il Pd manifesta totale dissenso contro le politiche della sindaca Cisint. Noi siamo seriamente impegnati a difendere sicurezza e legalità, ma i cattivi maestri come la Cisint non possono dar lezioni — afferma la segretaria regionale del Pd Caterina Conti —. Quindi diciamo no alle iniziative incendiarie della sindaca, pericolose per un territorio già sotto pressione. No a chi fomenta divisioni, alimenta scontri, inquina i rapporti tra le persone a Monfalcone. Chiediamo dialogo e soluzioni condivise, lavoro giusto per tutti, più opportunità per le donne». Presenti alla manifestazione molti esponenti della sinistra locale come l’ex-sindaco di Udine ed ex-rettore della locale università Furio Honsell, ora consigliere regionale del Friuli-Venezia Giulia per Open Sinistra, Cristiana Morsolin, ex-candidata sindaco appoggiata da grillini e Pd, esponenti di Anpi e Cgil scuola.
In questa occasione i musulmani, mostrando un basso profilo, non hanno fatto che applicare il principio islamico della “taqiyya”, ovvero la facoltà di dissimulare o nascondere la propria fede in particolari circostanze, mostrando un atteggiamento accondiscendente, per non destare sospetti. Infatti i musulmani residenti in Italia sono attualmente circa 2 milioni e settecentomila, pari al 4,9% della popolazione italiana, un numero ancora troppo basso, rispetto alle altre nazioni europee, come Francia, Germania e Regno Unito di Gran Bretagna, per mostrare il loro vero volto e battere i pugni sul tavolo. Non dimentichiamo che i salafiti, che in questa occasione hanno fatto “i santarellini”, come racconta Biloslavo, sono fondamentalisti islamici radicali, che affondano le proprie radici nell’islamismo delle prime tre generazioni musulmane e che attualmente contano tra i loro seguaci movimenti come la Fratellanza Musulmana ed altre milizie jihādiste vicine ad al-Qāʿida.
Quanto accaduto a Monfalcone costituisce un pericoloso precedente. A Monfalcone la comunità musulmana è pari a circa un terzo della popolazione locale e questo le ha permesso di fare la voce grossa, seppur con moderazione. Cosa accadrà quando i musulmani, le cui donne hanno un tasso di fecondità ben maggiore delle italiane, raggiungeranno in Italia numeri assai più consistenti?
Mercoledì, 27 dicembre 2023