In merito a un articolo de La Civiltà Cattolica
di Domenico Airoma
Lascia non poco perplessi, per dire il meno, un articolo su La Civiltà Cattolica che invita a dare sostegno all’approvazione della proposta di legge in materia di suicidio assistito. Pur ammettendo che l’intervento legislativo diverge dal Magistero della Chiesa, vengono svolte valutazioni essenzialmente di opportunità, riassumibili nel motto tristemente noto: cedere per non perdere. Dinanzi alla prospettiva referendaria dell’abrogazione dell’omicidio del consenziente sarebbe meglio, in fin dei conti, collaborare all’elaborazione di una legge, seppure imperfetta, con lo scopo di modificarne i termini più dannosi.
Sarebbe offensivo ricordare, a chi mostra di avere ben presente l’insegnamento del Magistero, quanto più volte è stato ribadito dai Pontefici in tema di cooperazione alle leggi ingiuste e all’illiceità di qualsivoglia prospettiva politica che si ispiri al male minore, che è cosa ben diversa dal bene possibile: dal momento che pensare di ridurre i termini più dannosi, significa che si è disposti ad accettarne altri pur sempre dannosi.
Pure sarebbe ingeneroso ricordare che qui si intende aprire una trattativa su un bene per sua natura indisponibile, come la vita, dalle conseguenze assai prevedibili, se si guarda a quei Paesi dove le conseguenze disumane sono allarmanti.
Quel che è triste è constatare che si intende sostenere, per l’ennesima volta, una prospettiva di compromesso votato alla resa, oltre che culturale, anche politica; come se la storia, anche recente, proprio in tema di leggi in materia di vita e famiglia, non avesse insegnato nulla; come se bastasse lo spauracchio di un referendum, peraltro di dubbia ammissibilità costituzionale, a indurre a patteggiare, abbandonando il campo prima ancora di combattere; come se si trattasse di principi e diritti tutto sommato sacrificabili e non di difendere i più deboli, gli scartati.
Quel che è davvero sconsolante è che non si consideri che una legge affossata c’è già, ed è quella sulle cure palliative, che attende dal 2010 di trovare applicazione mediante lo stanziamento di fondi che aiutino gli hospice e le famiglie ad accompagnare i sofferenti nel morire, non a morire.
Nonostante tutto, nonostante LaCiviltà cattolica, rimaniamo convinti che, questa volta, i cattolici sapranno trovare il coraggio di non farsi cancellare dalla cultura di morte dominante e guadagnarsi il sostegno di tanti, pur non credenti, che non hanno intenzione di cedere. Perché vogliono testimoniare pubblicamente la verità e il bene, in nome di quella dignità che spetta a ogni uomo, sempre, e che non si baratta.
Venerdì, 14 gennaio 2022