di Domenico Airoma
«Perché loro odiano. Noi, amiamo». No, non è la pubblicità di una nuova banca. anche se quel poster che campeggia sull’intera volta della Stazione Centrale di Milano sarà costato un bel po’. E neppure l’invito a donare il 5 per mille a una ONG impegnata nell’assistenza ai rifugiati o ai profughi di guerra.
È l’identikit del nemico del “vero” amore, una persona spregevole. Ora sappiamo che ha un volto: quello di una signora in pelliccia, acconciatura démodé, sguardo accigliato. È il nemico perfetto, costruito a tavolino, su misura. Non importa se nella realtà non esista. Importa che chi lo vede sia portato ad aborrirlo e con esso tutto il mondo che incarna: “loro”, i sostenitori di un vuoto moralismo.
Tuttavia dobbiamo ringraziare chi ha ideato e pagato quel poster perché per rappresentare così icasticamente un’alternativa falsa non avremmo saputo fare di meglio. Perché entrambe quelle icone appartengono a un mondo vecchio.
La signora lo è di suo. Ma anche le altre due donne. Loro “amano”, anzi “si amano”. E hanno bisogno di individuare un nemico del proprio “amore”, perché evidentemente quell’“amore” non riesce a riempirne la vita. C’è tristezza nei loro occhi, non speranza. Incarnano un mondo per nulla attraente.
La realtà è quella che scorre sui binari, sotto di “loro”, nel mondo vero. Una realtà fatta di persone che cercano di costruirsi una speranza. Uomini e donne che si amano e che amano. Che mettono al mondo figli, facendo sacrifici, senza aiuti di Stato né sostegno di lobby. E soprattutto senza pellicce leopardate.
Venerdì, 19 aprile 2019