Si legge su Repubblica del 14 luglio:”Settanta associazioni cattoliche. Conosciamo i drammi degli LGBT. Approvate subito questa legge”.
Questo è il titolo. Poi viene il testo: “Mentre inizia la discussione sul ddl Zan in Senato, sono state consegnate a senatrici e senatori le firme raccolte in questi giorni da un gruppo di credenti cristiani che conoscono da vicino la condizione delle persone lgbt+, per chiedere di approvare senza ulteriori modifiche il ddl Zan”.
L’appello è firmato da 71 associazioni.Osservate i nomi delle associazioni: Agedo, il Cipax, Centro interconfessionale per la pace, il Consiglio nazionale federazione femminile evangelica valdese e metodista (Ffevm), la Rete delle donne luterane, l’Arcigay di Piacenza, la Federazione donne evangeliche in Italia (Fdei), le Comunità cristiane di base (Cdf), la Federazione giovanile evangelica in Italia (Fgei), il collettivo di Adista (un settimanale di informazione sul mondo cattolico), Noi siamo Chiesa, i gruppi e le associazioni lgbt+ e dei loro genitori. Poi finalmente la parrocchia cattolica di sant’Alberto di Trapani, unica realtà in qualche modo ascrivibile al mondo cattolico.
Ritorniamo all’inizio. “Settanta associazioni cattoliche” e il lettore distratto, che non legge tutte le sigle elencate, ha l’impressione che tante realtà del mondo cattolico chiedano l’approvazione del ddl Zan, subito e senza modifiche. I vecchi maestri sovietici della disinformazione hanno trovato degli epigoni.
Giovedì, 15 luglio 2021