Giovanni Cantoni nasce a Piacenza nel 1938. Nella sua città originaria studia e comincia a lavorare e sempre a Piacenza si sposa con Sabina il primo maggio 1965, nel giorno e nel mese dedicato alla Vergine.
Avranno quattro figli e venti nipoti.
Negli Anni Sessanta comincia a “pensare” a quella che sarà Alleanza Cattolica, partendo dalla sua conversione, religiosa e culturale, e dalla constatazione della mancanza in Italia di una formazione cattolica che “tenesse insieme” la fede e la vita, quest’ultima anche nella sua dimensione pubblica, cioè politica.
Nasce così lentamente e progressivamente, senza proclami e senza particolare enfasi, come era nel suo stile, quella “piccola realtà” come amava chiamare l’associazione, che non volle essere un movimento popolare ma una associazione di persone, da formare una per una, nella prospettiva del lungo periodo e non della conquista di una visibilità immediata.
Mentre sorgono in diverse città e paesi d’Italia i primi gruppi di “amici”, come venivano chiamati richiamando il leader delle Amicizie, il venerabile Pio Bruno Lanteri (1759-1830), esce il primo numero della rivista Cristianitá che Cantoni dirige fino a pochi anni fa, curandola nei minimi particolari oltre che nelle linee direttive.
Alleanza Cattolica copre un vuoto nel panorama del mondo cattolico italiano, ispirandosi a quella scuola contro-rivoluzionaria nata durante la Rivoluzione francese e mettendone in luce l’aspetto epocale, scuola che non era più rappresentata in Italia da molti decenni.
Giovanni Cantoni ha guidato l’associazione fino al 2016 avendo cura di mantenerla fedele alla sua ispirazione originaria di realtà che opera per diffondere la dottrina sociale della Chiesa nella prospettiva della regalità sociale del Signore Gesù e contemporaneamente ha sempre tenuto a che Alleanza Cattolica rimanesse in assoluta comunione con il Magistero pontificio, fedele a tutti i Pontefici e a ogni singolo Papa, “quel prete speciale vestito di bianco” come amava definirlo, al quale doveva andare l’obbedienza e la devozione di tutta l’associazione.
Giovanni Cantoni ci ha insegnato tante cose soprattutto nel campo della dottrina sociale della Chiesa e in quello della filosofia della storia, ma forse quello che più rimane del suo insegnamento riguarda il metodo, lo “stile” con cui ha sempre cercato di formare gli “amici” dell’associazione. Uno stile fatto di apostolato quotidiano, la “routine” come la chiamava, e di una straordinaria umiltà che si manifestava in tante piccole cose, ma estremamente significative, dal cercare sempre figure autorevoli nelle citazioni, da invitarci sempre a cercare gli “esperti” nelle singole materie trattate negli incontri pubblici, nel mettersi al servizio delle varie realtà con cui entravamo in contatto, appunto “per servirle” e non per “servirsene”.
La sua grande testimonianza possa continuare e raccogliere frutti attraverso la nostra militanza: questo credo sia l’impegno che ci dobbiamo assumere come militanti e soci della realtà alla quale ha dedicato e sacrificato la sua vita.
Marco Invernizzi
Piacenza, 18 gennaio 2020
Santa Prisca, martire di Roma