Il ddl Zan? Come il barattolo con “l’aria di Napoli”. Il gioco, però, è molto meno innocente
di Domenico Airoma
Non è solo il titolo di una canzone, ma anche la fotografia dello stato della discussione sul ddl Zan.
Prescindo dalle questioni che rendono il testo del ddl Zan non emendabile perché sono in larghissima parte esposte nel testo curato da Alfredo Mantovano (Legge omofobia, perché non va, Cantagalli 2021) in un modo talmente chiaro che l’opera è stata messa all’indice dall’inquisizione Fedez-friendly.
Mi riferisco alla pretesa di definire i confini di qualcosa che di suo non è definibile, per la semplice ragione che non ha corpo, perché rifiuta l’idea stessa del corpo.
Basta leggere la “definizione” che di identità di genere viene data dall’art. 1 del ddl.: «l’identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere, anche se non corrispondente al sesso, indipendentemente dall’aver concluso un percorso di transizione». Non conta quel che si è, e neppure quello che si sta diventando, ma solo quel che si desidera diventare. Chi, invece, si ferma alle apparenze corporee, non è solo un inguaribile passatista, ma un criminale.
Se le cose stanno in questi termini (e sono sempre più le voci anche del fronte “libertario” che si levano oltre il filo spinato dei vopos antiomofobi), mi pare senza speranze il tentativo di coloro che vogliono disperatamente definire l’indefinibile: chiudere, appunto, il cielo in una stanza.
Dalle mie parti qualcuno ha pensato di mettere in vendita l’aria di Napoli, chiusa in un barattolo. E’ un modo simpatico di vendere un’immagine, quella di una città la cui aria è piacevole da respirare. Ed il turista si lascia “truffare”, affascinato da un souvenir tanto singolare quanto romantico. Nel caso del ddl Zan, il guaio è che chi ha fabbricato il contenente lo ha fatto non solo nella piena consapevolezza del carattere aeriforme del contenuto, ma con lo scopo di convincere gli acquirenti, soprattutto quelli dubbiosi, della consistenza concreta dello stesso e, ancor più, della sua indispensabilità.
Ma il guaio ancor più grande è che c’è qualcuno disposto ad acquistarlo, purché si scriva sul barattolo che non è dannoso per la salute dell’anima e del corpo.
Mercoledì, 19 maggio 2021