Un altro duro colpo alla vita nascente in questa Europa sazia e disperata
di Antonio Mondelli
Mercoledì 17 dicembre il Parlamento europeo ha votato a favore del sostegno alla campagna My Voice, My choice, “per un accesso all’aborto sicuro, legale e gratuito in tutti gli stati membri”. Il “Si” ha raccolto 358 voti favorevoli 202 contrari e 79 astenuti.
Secondo i dati pubblicati dopo il voto dal Parlamento europeo, tra gli eurodeputati italiani, hanno votato contro in maniera compatta, i parlamentari di Fratelli d’Italia, e gran parte di quelli della Lega, esclusa inizialmente qualche illustre eccezione, come quella di Roberto Vannacci, che risultava a favore, insieme ai suoi colleghi del PfE (Patriots for Europe) Susanna Ceccardi e Paolo Borchia. Interpellati in serata, hanno precisato che si è trattato di un errore nella votazione, che è stata prontamente comunicata ma che l’aggiornamento sarà visibile solo dopo 24 ore. Nelle fila di Forza Italia alcuni risultano aver votato a favore, come Flavio Tosi, Giusi Princi e Caterina Chinnici, alcuni contro, come Massimiliano Salini, e altri, come Letizia Moratti, si sono astenuti.
Tutti gli eurodeputati del Pd, gruppo S&D (Socialisti e Democratici), hanno votato in blocco a favore, insieme a quelli del Movimento Cinque Stelle, di Europa Verde e Avs.
La campagna My Voice, My choise è un’iniziativa dei cittadini europei (Ice), che sulla falsariga di quanto accade in Italia con l’istituto della proposta di legge di iniziativa popolare, invita il parlamento a legiferare su un determinato tema. L’ICE è uno strumento che permette di proporre alle istituzioni comunitarie di legiferare su un tema, dopo aver raccolto almeno 1 milione di firme in sette differenti paesi dell’Unione.
In relazione alla ICE denominata My voice My choise, si chiede ora alla Commissione, nello specifico, di istituire un meccanismo finanziario opzionale, aperto a tutti gli Stati membri su base volontaria e sostenuto da fondi dell’Ue. Tale meccanismo consentirebbe agli Stati partecipanti di “garantire l’accesso all’interruzione sicura della gravidanza, nel rispetto delle rispettive normative nazionali, alle persone che non hanno accesso a un aborto sicuro e legale”. Ora il prossimo passo spetta alla Commissione europea, che ha tempo fino a marzo 2026 per dar seguito o meno all’iniziativa del parlamento europeo.
Pur non nascondendo la problematicità di quanto accaduto, guardando ai risultati della votazione, non si può fare a meno di notare che più di duecento parlamentari europei hanno risposto all’appello della Comece (Commissione degli Episcopati dell’Unione Europea) che in un suo comunicato del 16 dicembre “incoraggia[va] vivamente i membri del Parlamento europeo a esercitare responsabilità nel voto, tenendo conto delle implicazioni di questa iniziativa nell’attuale contesto europeo, nonché della necessità di rispettare l’attuale quadro di competenze dell’UE in materia di aborto e i programmi sanitari dell’UE esistenti”.
Oggi il sostegno alla vita nascente, in Italia come in Europa, nel cuore dei popoli e nelle istituzioni nazionali e comunitarie, trova uno scarso consenso: non possiamo quindi meravigliarci di quanto accaduto ma dobbiamo invece continuare a lavorare per diffondere sempre più una cultura della vita nascente. È solo cosi, un domani, iniziative del genere troveranno sempre meno spazi.
Giovedì, 18 dicembre 2025
