Ne La rivoluzione russa. Dall’agonia dell’Ancien Régime al terrore rosso (trad. it., Mondadori, Milano 1995, vol. I) lo storico statunitense Richard Pipes scrive che la Rivoluzione russa è durata circa un secolo. È iniziata molto prima del 1917, così come tutte le rivoluzioni della storia iniziano davvero prima che scoppino visibilmente, rivoluzioni che non sono mai il prodotto di un evento emotivo, ma il risultato di un lungo lavorio sul corpo sociale, sfociante in un evento: la presa della Bastiglia, il 14 luglio 1789 durante la Rivoluzione Francese (1789-1799), così come l’assalto al Palazzo d’inverno a San Pietroburgo non sono l’inizio della rivoluzione, semmai la conclusione, come spiega bene lo storico francese Pierre Gaxotte (1895-1982) nel suo classico La Rivoluzione francese. Dalla presa della Bastiglia all’avvento di Napoleone (trad. it. Mondadori, Milano 1997)
In realtà poi le rivoluzioni continuano anche successivamente agli eventi eclatanti. Dopo l’Ottobre del 1917 (o novembre a seconda del calendario in uso), e dopo la fine vittoriosa della guerra civile contro i Bianchi (1917-1923), la Rivoluzione cerca di conquistare il mondo, ma viene fermata dal sacrificio dell’esercito polacco (il cosiddetto “Miracolo della Vistola”), il 15 agosto 1920. Allora si dedica alla costruzione del socialismo in un solo Paese, la Russia, come aveva voluto Stalin (Iosif Vissarionovič Džugašvili, 1878-1953), il “normalizzatore” della Rivoluzione. Riprenderà poi, soprattutto dopo la Seconda guerra mondiale (1939-1945), a tentare di espandersi nel mondo, questa volta riuscendovi, fino al declino degli anni 1980 e infine al crollo del Muro di Berlino, nel 1989.
Una Bianca Signora aveva previsto tutto, a Fatima, nel 1917, prima della Rivoluzione, rivolgendosi a tre pastorelli (cfr. Memorie di suor Lucia, Secretariado dos Pastorinhos, Fatima 2002, 7 ed., vol. 1).
Dopo aver mostrato loro l’inferno, nel quale cadono le anime dei poveri peccatori che muoiono lontano da Dio, aveva detto che la Russia avrebbe diffuso i propri errori e avrebbe così portato l’inferno nel mondo. Ma il Suo era un messaggio di speranza. La diffusione della devozione al Suo Cuore Immacolato avrebbe comportato la conversione della Russia e quindi la fine del comunismo, a cui sarebbe seguito un tempo storico di pace: «Infine, il mio cuore immacolato trionferà».