Il 27 novembre si celebra la festa della medaglia diventata celebre dopo le apparizioni a santa Caterina Labouré. Una devozione che non ha esaurito la sua funzione
di Diego Torre
La Madonna è sempre intervenuta a sostegno dei suoi figli nel corso dei secoli, con manifestazioni di diverso tipo. Ricordiamo per tutti gli interventi di Lepanto (1571) e Vienna (1683), dove salvò la cristianità europea dall’aggressione militare islamica. Da alcuni secoli l’aggressione infernale è diventata più sottile e sempre più “ideologica”.
Alla fine dell’avventura napoleonica, entrati nella “modernità”, la Rivoluzione anticristiana, accentuando la sua lotta violenta contro la Chiesa, inizia a sviluppare tutta una corrente di pensiero che giustificherà la persecuzione dei cristiani e la costruzione di una società nemica di Dio e della natura umana. Dagli interventi “tangibili”, l’intervento di Maria si sposta quindi ad un ruolo più profetico, ricordandoci la volontà di Dio ed i danni che derivano dal suo misconoscimento, trasmettendoci i Suoi messaggi e le Sue richieste. Rientrano in questo ambito le apparizioni del 1830a Rue du Bac, Parigi, ove la Vergine si rivolse a santa Caterina Labouré, suora vincenziana, profetizzando l’imminente caduta dell’ultimo re sacrale di Francia, i lutti che avrebbero colpito quella nazione, fino alla Comune di Parigi del 1870, e l’assassinio dell’arcivescovo. L’apparizione che possiamo ritenere più importante avvenne il 27 novembre del 1830.
La Madonna apparve a Caterina con alle dita anelli di diversa grandezza: alcuni emanavano raggi di luce, altri no. I primi rappresentano le grazie sparse sull’umanità che le chiede, gli altri le grazie che Maria vorrebbe ottenerci, ma che nessuno domanda. Apprendiamo così che non è il Cielo a lesinare le grazie, ma la mancata confidenza degli uomini a non farle discendere in terra. Poi, attorno alla Vergine, si formò un ovale, con scritto in lettere d’oro: «O Maria concepita senza peccato prega per noi che ricorriamo a Te». Una voce diceva: «Fai coniare una medaglia come questo modello. Tutte le persone che la porteranno al collo riceveranno grandi grazie. Le grazie saranno abbondanti per coloro che avranno fiducia». La scritta anticipa di 24 anni il dogma dell’Immacolata Concezione, proclamato dal beato Pio IX nel 1854. Ad un tratto il quadro sembrò girarsi e Caterina vide il retro della medaglia, nella quale era incisa la lettera M di Maria e al suo interno la lettera I di Iesus; da entrambi emerge un’unica croce di salvezza. Sotto di esse, a sinistra, il Sacro Cuore di Gesù squarciato per il colpo di lancia e coronato di spine, e a destra il Cuore Immacolato di Maria, trafitto da una spada. Da entrambi fuoriescono le fiamme del Loro amore.
L’intreccio M – I – CROCE ricorda come Maria sia la Madre di Dio, Lo porta in grembo ed è associata indissolubilmente all’opera della Redenzione del genere umano. Tutt’intorno al quadro dodici stelle rappresentano ogni persona, i dodici Apostoli, le tribù di Israele, la Chiesa e l’umanità in tutte le sue componenti. Per il ricco simbolismo che rappresenta, la Medaglia è stata chiamata “microcosmo mariano”: richiama infatti il mistero della Redenzione, l’amore dei Sacri Cuori e la funzione di Mediatrice della Vergine.
La diffusione della medaglia ebbe un notevolissimo sviluppo. Alla morte della Labourè (1876) si calcola che ne siano state coniate più di un miliardo di copie. Numerosi sono i miracoli che ad essa si collegano: il più noto è la conversione dell’ebreo Alfonso Ratisbonne, noto banchiere francese, che accettò di portarla per scommessa e 5 giorni dopo fu “fulminato” da un’apparizione della Madonna con le sembianze di quella disegnata sulla medaglia. Nel corso della visione si convertì irreversibilmente al Cattolicesimo, ricevette conoscenze teologiche mai udite e iniziò un impetuoso cammino di fede, che concluse da sacerdote cattolico, abbandonando enormi ricchezze, fidanzata e famiglia d’origine.
Immensa fu la fiducia dei santi nella devozione alla Medaglia Miracolosa: per prima Caterina Labouré. Bernadette Soubirous la portava al collo al momento della prima apparizione di Maria, nella grotta di Lourdes. Teresa del Bambino Gesù da piccola metteva le medaglie nelle tasche delle giacche degli operai. Pio da Pietrelcina teneva sempre in tasca medaglie da distribuire, e morì con queste in tasca. San Massimiliano Maria Kolbe, conquistato dal racconto della conversione di Ratisbonne, adottò la Medaglia Miracolosa (che chiamava «pallottola») per ottenere grazie e conversioni e per la lotta contro il male. Il martire polacco trasse ispirazione da queste apparizioni per la fondazione della Milizia dell’Immacolata e volle celebrare all’altare dell’apparizione la sua prima S.Messa.
Sabato, 27 novembre 2021