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L’LSD, una droga allucinogena sintetica

7 Ottobre 2011 - Autore: Alleanza Cattolica

di Ermanno Pavesi

 

1. La scoperta dell’LSD e dei suoi effetti

Nel 1938 Albert Hofmann, chimico svizzero dell’industria farmaceutica Sandoz di Basilea, sintetizza diverse sostanze derivate dall’alcaloide della segala cornuta, alla ricerca di nuovi farmaci per il sistema circolatorio. Nei primi esperimenti clinici la venticinquesima sostanza di questa serie — la dietilamide dell’acido lisergico, sostanza diventata famosa con la sigla LSD25 o semplicemente LSD — non sembra avere proprietà terapeutiche interessanti. Cinque anni più tardi Hofmann decide di riprendere le ricerche: il 16 aprile 1943, durante il processo di sintesi dell’LSD, viene colto da malore e per circa due ore presenta uno stato confusionale accompagnato da allucinazioni. Hofmann ritiene che tali effetti siano dovuti a un contatto accidentale con l’LSD anche se, alla luce delle conoscenze del tempo, gli sembra quasi impossibile che una quantità così piccola di una sostanza chimica possa avere effetti psichici tanto rilevanti.

Per verificare questa ipotesi il 19 aprile 1943 il ricercatore ingerisce 0,5 mg di LSD: dopo un certo tempo prova una serie di sensazioni di alterazione della percezione, di depersonalizzazione, di alterazione dello schema corporeo, in parte accompagnate da ansia, ma in parte anche piacevoli. Dimostrato l’effetto allucinogeno dell’LSD la Sandoz lo mette a disposizione degl’istituti di ricerca sotto il nome Delysid, con due indicazioni: «a) In psicoterapia analitica, per indurre stati di rilassamento psichico, particolarmente in presenza di ansia e di nevrosi ossessive. […]

«b) Negli studi sperimentali sulla natura delle psicosi: Sperimentando il Delysid su se stesso, lo psichiatra è in grado di gettare uno sguardo sul mondo delle idee e delle sensazioni dei suoi pazienti».

 

2. Un effetto «mistico»

Per Hofmann l’LSD ha un effetto ancor più importante: provoca un allargamento della coscienza paragonabile a un’esperienza mistica. Seguendo questa traccia scopre le somiglianze dell’LSD con la psilocibina, sostanza attiva contenuta nel peyote, un fungo utilizzato da popolazioni autoctone messicane in rituali religiosi, e successivamente sostiene la tesi che nei Misteri Eleusini — riti così detti perché celebrati ogni anno nella città di Eleusi, nell’antica Grecia, in onore delle divinità Demetra e Persefone — venissero provocate esperienze mistiche appunto attraverso l’ingestione di un allucinogeno: «La proprietà caratteristica degli allucinogeni, quella di rimuovere le barriere tra il soggetto conoscente e il mondo esterno in un’esperienza estatico-emozionale — scrive Hofmann nel 1979, in LSD. Il mio bambino difficile, un’opera dedicata alla scoperta dell’allucinogeno sintetico —, può rendere possibile, dopo opportune preparazioni interne ed esterne come quelle scrupolosamente curate a Eleusi, un’esperienza mistica per così dire secondo il programma.

«La meditazione è un preliminare per arrivare allo stesso scopo che era perseguito e raggiunto nei misteri eleusini. È probabile che in futuro l’LSD venga impiegato per procurare la visione mistica quale coronamento di questa.

«Colgo il vero significato dell’LSD nella sua capacità di offrire un aiuto sostanziale alla meditazione orientata verso l’esperienza mistica. Questo uso è in pieno accordo con l’essenza e l’azione caratteristica di una sostanza sacra come l’LSD».

 

3. L’LSD come il «soma» del «Mondo Nuovo»

Nel 1958, in Ritorno al mondo nuovo, il narratore e saggista inglese Aldous Leonard Huxley (1894-1963) fa un bilancio delle previsioni formulate nel 1931 in Il mondo nuovo, un romanzo inteso a descrivere in termini «paradossali» e allarmanti lo sviluppo del mondo industriale in un Mondo Nuovo. In particolare Huxley aveva parlato di una sostanza, il soma, che serviva in parte come rimedio per gl’inconvenienti che si potevano verificare nonostante — o a causa — della completa organizzazione razionale della vita nel Mondo Nuovo, ma in parte anche come fonte di esperienze estatiche e come alternativa alla religione: «Con il dietilamide dell’acido lisergico (LSD-25) — scrive Huxley — i farmacologi hanno di recente ricreato un altro aspetto del soma: cioè una droga che aumenta la percezione e provoca visioni, senza nessuno scotto fisiologico. Questa droga straordinaria, efficace in dosi minime — cinquanta, o anche solo venticinque milionesimi di grammo — ha il potere (come il peyote) di trasportare l’uomo in un altro mondo. Nella maggior parte dei casi, l’altro mondo a cui LSD-25 dà accesso è un mondo celestiale; ma a volte può esser purgatoriale o addirittura infernale. In ogni modo, per chi la compie, l’esperienza dell’acido lisergico, positiva o negativa che sia, risulta profondamente illuminante. E in ogni modo è già sbalorditivo il fatto che si possa mutare così radicalmente il cervello dell’uomo, con uno scotto così lieve».

La valutazione positiva dell’allargamento della coscienza indotto dalla droga comporta una svalutazione dell’attività cosciente, che, in taluni casi, viene interpretata come falsa coscienza e come condizione di alienazione; in altri casi, invece, l’io cosciente e le funzioni psichiche superiori vengono considerati come una specie d’interfaccia fra individuo e realtà esterna, utili per l’adattamento all’ambiente e alla sopravvivenza, ma di ostacolo a una percezione più profonda della realtà. Per esempio, lo psichiatra e psicoanalista britannico Ronald D. Laing (1927-1989) nel 1959, nell’opera L’io diviso. Studio di psichiatria esistenziale, scrive: «[…] il nostro stato “normale” e “ben adattato” non è, molto spesso, che una rinuncia all’estasi, un tradimento delle nostre piú vere potenzialità»; e nel 1967, in La politica dell’esperienza, afferma che «la vera sanità comporta in un modo o nell’altro la dissoluzione dell’io normale, di quel falso io abilmente adattatosi alla nostra alienata realtà sociale». La dissoluzione dell’io, o l’obnubilamento della mente, sotto l’effetto dell’LSD acquista così un valore positivo, diventa il presupposto necessario per liberarsi dall’alienazione e per ricuperare un rapporto immediato con la realtà circostante.

 

4. Le «peak experience»

Un passo importante nell’interpretazione delle esperienze psichedeliche, cioè di fuga dalla realtà, è costituito dall’applicazione del concetto di peak experience, «esperienza di vertice», formulato dallo psicologo nordamericano Abraham H. Maslow (1908-1970). Maslow ritiene che ogni persona può fare esperienze passeggere di forte intensità, in cui si sente più integrata e ha l’impressione di avere un’intuizione, una rivelazione particolare o di trovarsi in estasi: tali esperienze avrebbero talora una connotazione religiosa e si troverebbero all’origine di ogni religione, ma spesso avrebbero un carattere puramente profano, rappresentando un progresso sulla via dell’autorealizzazione. L’interpretazione delle esperienze psichedeliche come peak experience toglie loro l’aura di illegalità o di piacere proibito e consente di considerarle come uno strumento importante per la conoscenza di sé e per lo studio dei fenomeni di espansione della coscienza.

 

5. LSD all’origine della psicologia transpersonale

Lo psichiatra di origine cecoslovacca Stanislav Grof descrive le proprie esperienze sotto l’effetto dell’LSD: la luce di una lampada gli sarebbe per esempio parsa come un’esplosione atomica, come una luce soprannaturale o addirittura come il Big Bang: «L’esperienza che stavo vivendo — scrive nel 1990 in La tempestosa ricerca di se stessi. Crisi psicologiche e cambiamento, opera redatta in collaborazione con la moglie Christina — era indubbiamente molto simile a quelle che conoscevo dalla lettura dei grandi testi mistici di tutto il mondo». Trasferitosi negli Stati Uniti d’America, Grof prosegue le sue ricerche, dirige migliaia di sedute con l’LSD, e cerca di sistematizzare tali esperienze utilizzando in parte il concetto d’inconscio collettivo dello psichiatra svizzero Carl Gustav Jung (1875-1961). Mentre nelle normali sedute analitiche sarebbe possibile portare alla coscienza solamente contenuti dell’inconscio personale, l’LSD consentirebbe di superare il piano personale giungendo a contenuti dell’inconscio collettivo. Grof conia il termine «psicologia transpersonale» per designare le esperienze di allargamento della coscienza che consentono di superare le barriere della propria identità personale, dello spazio e del tempo: «In uno stato transpersonale — afferma Grof sempre in La tempestosa ricerca di se stessi. Crisi psicologiche e cambiamento — possiamo identificarci con tutto ciò che solitamente percepiamo come separato da noi, persone, animali, piante, pietre preziose.

«Il tempo e lo spazio non ci limitano più; si può partecipare a eventi remoti nel tempo e nello spazio, che ci appariranno altrettanto vividi che se avvenissero ora e qui. È possibile assistere a sequenze vissute dai nostri antenati del regno animale, o da popolazioni di varie culture e di periodi storici del passato, geneticamente diversi da noi. In certi casi queste sequenze possono perfino dare la sensazione di costituire dei ricordi personali». Per lo psichiatra di origine cecoslovacca la psicologia transpersonale potrebbe spiegare anche altri fenomeni, come gli UFO, i contatti con alieni e la magia rituale.

Grof è per anni una figura di spicco dell’Istituto Esalen in California, uno dei centri più importanti nella formulazione del pensiero del New Age. Il rapporto fra sostanze psichedeliche e trasformazione psichica nel segno del New Age è sottolineato pure, nel 1980, da Marilyn Ferguson nell’opera La cospirazione dell’Acquario: «Per decine di migliaia di ingegneri, chimici, psicologi e studenti di medicina “dell’emisfero sinistro”, che non avevano mai compreso i loro simili “dell’emisfero destro”, così spontanei e ricchi d’immaginazione, le droghe hanno costituito un passaporto per Xanadu, specie negli anni sessanta», cioè un passaporto per il paradiso.

 

6. Non alternativa, ma corollario della secolarizzazione

I processi di secolarizzazione e di demitologizazzione hanno portato a una visione appiattita della realtà. Se è comprensibile il senso d’insoddisfazione nei confronti di un modello umano, che si esaurisce in una visione materialistica e in un rapporto utilitaristico con la realtà, l’uso di allucinogeni non ne costituisce l’alternativa, bensí il corollario. L’esperienza religiosa viene ridotta a particolare stato fisiologico del cervello, per cui l’assunzione di una sostanza chimica potrebbe sostituire anni dedicati alla pratica ascetica e alla vita mistica. Richiesto del suo parere sulle pretese esperienze mistiche sotto l’effetto di allucinogeni, Jung stesso — in una lettera datata 15 febbraio 1955 — definisce assurda la pretesa che allucinogeni possano portare a un’esperienza della trascendenza, e sostiene pure che una tale teoria rappresenta un «caso ideale per la filosofia bolscevica e per il suo “mondo nuovo”. Se questo è tutto ciò che l’occidente ha da offrire come esperienza “trascendente”, conferma le tendenze marxiste e dimostra solo che l’esperienza “spirituale” può essere provocata ugualmente bene anche con sostanze chimiche».


Per approfondire: vedi Albert Hofmann, LSD. Il mio bambino difficile, trad. it., Apogeo, Milano 1995; Idem, Robert Gordon Wasson e Carl A. P. Ruck, Alla scoperta dei misteri eleusini, trad. it., Apogeo, Milano 1996; Christina e Stanislav Grof, La tempestosa ricerca di se stessi. Crisi psicologiche e cambiamento, trad. it., red edizioni, Como 1995; Aldous Leonard Huxley, Il mondo nuovo. Ritorno al mondo nuovo, trad. it., Mondadori, Milano 1991; Ronald D. Laing, L’io diviso. Studio di psichiatria esistenziale, trad. it., Einaudi, Torino 1969; Idem, La politica dell’esperienza. L’uccello del paradiso, trad. it., Feltrinelli, Milano 1990; Marilyn Ferguson, La cospirazione dell’Acquario, con prefazione di John Naisbitt, trad. it., Marco Tropea Editore, Milano 1999; sul ruolo l’Istituto Esalen nella formazione del New Age, vedi Massimo Introvigne, Storia del New Age. 1962-1992, Cristianità, Piacenza 1994.

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