E’ stata inaugurata il 13 Maggio la mostra “Martiri nel mondo contemporaneo”,presso il Battistero di San Giovanni della Basilica di San Vìttore di Varese, alla presenza del Prevosto, Mons. Luigi Panighetti .
L’evento dedicato a maggio proprio ai martiri cristiani, è organizzato da “Insieme per la vita”, che comprende quindici realtà laiche e cattoliche della città, unite per promuovere iniziative culturali e spirituali in difesa della vita dal suo concepimento alla sua fine naturale.
La mostra è stata allestita da Alleanza Cattolica, una delle quindici associazioni cattoliche, ed è costituita da quindici pannelli con fotografie e brevi commenti, alcune molto crude, di martiri cristiani, a testimoniare la violenza e la ferocia dei persecutori, e raccontano di uccisioni di bambini, massacri e stragi perpetrate nei confronti delle comunità cristiane che avvengono in molte parti del mondo compreso il nostro Occidente.
Scopo della mostra non è solamente quello di denunciare, informare, testimoniare quanti cristiani ancora oggi muoiono per la loro fede in Cristo, oppure vengono perseguitati e discriminati solo per portare simboli religiosi, ma vuole ricordare anche che il sacrificio dei martiri rappresenta per noi un segno di speranza, essi sono il nostro sostegno, ci infondono fiducia e coraggio per il nostro apostolato, sono la linfa vitale della Chiesa, generano continuamente conversioni e suscitano nuovi cristiani.
Ci viene così ricordato che se la Chiesa soffre ed è perseguitata, vuol dire che è viva, perché già nei primi secoli della Chiesa un antico scrittore diceva “il sangue dei cristiani, il sangue dei martiri, è seme dei cristiani”.
I Papi hanno sempre insegnato che la Chiesa è fondata sui martiri e Papa Francesco ha detto a tal proposito che “una Chiesa senza martiri, oserei dire, è una Chiesa senza Gesù “perché nostro Signore ci aveva avvertito “…hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi” (Gv. 15,18-21).
Papa Francesco con amarezza constata che, nonostante il grande numero di cristiani uccisi nel mondo, “il martire non fa notizia” ed è per tale motivo che è stata avvertita dalle associazioni di “Insieme per la vita” l’esigenza di dare loro voce con una mostra, affinché il sacrificio di questi nostri fratelli non sia dimenticato.
Un pannello della mostra vuole ricordare proprio questo, infatti si intitola “Silenzio si uccide” con lo scopo di sensibilizzare e risvegliare le nostre coscienze perché la persecuzione della Chiesa e dei cristiani, che avviene in varie parti del mondo, non è adeguatamente riportata dagli organi di informazione; è importante denunciare lo scandaloso silenzio della maggior parte dei governi, che rimangono inerti di fronte a queste barbarie, rendendosi così responsabili dell’indifferenza generale nella quale avvengono questi eccidi.
Dalla mostra si ricavano numerosi spunti di riflessione, scuote le coscienze assopite anche di noi cattolici e riportando dati e numeri della persecuzione veramente impressionanti, che confermano le parole di Benedetto XVI “I cristiani sono attualmente il gruppo religioso che soffre il maggior numero di persecuzione a motivo della propria fede”, di fatto oggi i cristiani sono la minoranza più perseguitata al mondo.
In un altro pannello sono riportati dati statistici forniti da David B. Barret (1927-2011), il maggior esperto di statistiche religiose moderno che ha calcolato che dalla morte di Gesù all’anno 2000 settanta milioni di cristiani sono stati uccisi per la loro fede, ma di questi, quarantacinque milioni sono stati uccisi nel XX secolo, che dunque è stato più letale per i cristiani dei diciannove secoli precedenti messi insieme e perciò giustamente defìnito “il secolo dei martiri”: “ben più che i primi secoli delle persecuzioni romani, il secolo XX è stato il vero grande secolo dei martiri” ripeteva spesso San Giovanni Paolo II , parole confermate anche da Papa Francesco che ha affermato che il mondo contemporaneo ha fatto più martiri che nei secoli dell’impero romano.
Sono dati sconcertanti che ci devono far riflettere sulle catastrofi umanitarie causate dall’ ideologia del ventesimo secolo.
La mostra attesta che la persecuzione è attiva e particolarmente cruenta anche in questo XXI secolo “I martiri sono vivi adesso in tanti paesi…”, “ oggi, nel XX secolo, la nostra Chiesa è una Chiesa dei martiri “ (Papa Francesco”), infatti un pannello ci fornisce i dati di Barret: nel secondo decennio del nostro secolo i cristiani uccisi per la fede sono 105.000 all’anno, esattamente uno ogni cinque minuti.
“Dove c’è una vittima c’è un carnefice” è il titolo di un altro pannello, riferito alla Corea del Nord, il paese che detiene il triste primato di essere il luogo dove avviene la peggiore persecuzione di cristiani nel mondo, non solo cruenta: molti cristiani muoiono nei campi di concentramento oppure perché discriminati nella distribuzione del cibo e i loro bambini sono i primi a morire si fame.
Nello scorrere tutti i pannelli si evince che i carnefìci possono essere identificati in queste realtà:
- L’ultra-fondamentalismo islamico
- I regimi comunisti superstiti
- Il tribalismo e il nazionalismo religioso
- La dittatura del relativismo in Occidente dove si verificano sempre più frequentemente casi di intolleranza, crocifissi tolti dalle scuole, ospedali, feste religiose non più rappresentate nelle scuole per il politicamente corretto; dove alcune impiegate sono obbligate a non esibire simboli religiosi sul proprio corpo pena il licenziamento; si ha notizia di attacchi a semplici fedeli e aggressioni e uccisioni di sacerdoti, discriminazione giuridica e profanazione di chiese, tutti segnali che anche in Occidente non va affatto bene.
Infine merita di essere menzionato anche un pannello sul martirio del Beato Rolando Rivi (1931-1945) appositamente inserito nella mostra che originariamente non lo comprendeva.
La storia del Beato Rolando è stata raccontata dallo scrittore e giornalista Emilio Bonicelli, sempre nell’ambito della stessa iniziativa proposta da “Insieme per la Vita” nella serata del 10 Maggio che si è svolta nella cripta della parrocchia S.S.Pietro e Paolo di Masnago a Varese, insieme alla testimonianza di Padre Maurizio Balducci che ha parlato dei martiri ugandesi.
Monicelli ha presentato il libro scritto insieme a Mons. Camisasca Vescovo di Reggio Emilia dal titolo “ Dio sceglie i piccoli”.
Rolando era un seminarista di quattordici anni ucciso dai membri di una brigata di partigiani comunisti a Monchio (Modena) nel 1945, rapito, torturato e freddato perché, portando la talare che non ha voluto togliersi neanche di fronte alle minacce di morte, rappresentava la Chiesa e il cristianesimo, che la Rivoluzione comunista, che si voleva instaurare anche nel nostro Paese, voleva eliminare.
È proprio la testimonianza di questo seminarista, poco più che bambino, che ci infonde speranza e fiducia, perché nel sacrificio di Rolando si intuisce pienamente che il sangue dei martiri non è sangue sprecato.
Infatti Bonicelli ha ricordato che il 16 Aprile di quest’anno, in occasione della Messa in ricordo del Beato che annualmente si svolge nella Pieve di San Valentino dov’ è sepolto, vi è stato lo storico incontro tra Meris Corghi, figlia del partigiano Giuseppe che aveva sparato al ragazzo, e la sorella di Rolando.
Meris racconta che ha tanto desiderato partecipare a questo incontro per chiedere perdono per il dolore causato da suo padre e che questa decisione è maturata dopo un percorso che l’aveva trasformata interiormente; ella si è sentita guidata dal desiderio di dare pace a suo padre in prigione, forse guidata anche dalla luce divina e forse dallo stesso Rolando “che desiderava più di ogni altro in questo momento storico e decisivo per il mondo l’unione e la pace”.
Ci piace condividere con Meris questa convinzione che, dietro a questa storica e commovente decisione, ci sia l’opera di Rolando che sicuramente in punto di morte avrà pregato per i suoi carnefici con le parole di Gesù: “Padre perdona loro perché non sanno quello che fanno” : una preghiera di intercessione per i propri nemici tanto desiderata dal Padre e che ha portato frutto.
Rolando fa parte di quei piccoli che Dio sceglie perché, umili, sinceri, con una fiducia vera e sconfinata in Cristo che sono capaci di compiere grandi gesta perché loro sì che pregano con il cuore e perciò non temono la morte.
La sua testimonianza, come quella resa da tutti i martiri, è per noi anche fonte di gioia perché con la loro vita bella spesa tutta per Cristo, ci ricordano che l’amore vero è capace di perdono, che l’amore è più forte dell’odio e suscita vera fratellanza e amicizia.
Allora le parole “Semen est sanguis Christianorum” si inverano ogni volta che un cristiano offre la propria vita per testimoniare Gesù, e il loro sacrificio spesso è anche causa della recensione dei carnefici.
Il sacrificio dei martiri dei primi secoli ha fatto crescere la Chiesa che ha potuto diffondere il messaggio di salvezza rivolto a tutti gli uomini e diventare l’anima di una società cristiana, che ha dato vita ad una civiltà, la cristianità, perciò siamo certi che il sangue sparso dei milioni di cristiani del nostro tempo dovrà portare frutti ancora più grandi, il loro sacrificio ci deve spronare a essere apostoli della nuova evangelizzazione, a diffondere con rinnovata energia ed entusiasmo il “Vangelo della Vita” per cominciare a “costruire insieme a tutti gli uomini di buona volontà la civiltà della verità e dell’amore a gloria di Dio Creatore e amante della vita”.
Claudio Di Giovanni
Pubblicato da Vittoria Criscuolo – Movimento e centro di aiuto alla vita di Varese