Renato Samek Lodovici è morto ieri a Milano, all’età di 82 anni, quasi 40 anni dopo la morte dell’amato fratello Emanuele, filosofo di straordinario acume. Era nato il 28 aprile del 1939 a Milano, dove ha svolto la sua carriera di magistrato, inizialmente in campo civile, quindi in quello penale, prima come giudice a latere e poi come Presidente di Corte d’Assise, infine come Presidente della sezione GIP del Tribunale.
Uomo integerrimo, grande oratore, giudice specchiato e cristiano, è stato apprezzato per il suo esemplare senso di giustizia e per talune innovative soluzioni giurisprudenziali. Nel settore civile, per esempio, ha giudicato la controversia sul mutato indirizzo politico del Corriere della sera, riconoscendo la clausola di coscienza e la legittimità della risoluzione del contratto, con diritto a indennità, per i giornalisti che l’avevano richiesta.
Ha presieduto processi e maxi processi al terrorismo rosso (per l’omicidio Custrà, per l’omicidio Torregiani, ai G.A.P. ispirati da Feltrinelli, ai brigatisti della Walter Alasia), alla criminalità organizzata (al clan Epaminonda, durante il quale avvenne anche una sparatoria in aula), a Cosa nostra e alla ’Ndrangheta trapiantate al Nord (processo ‘Nord-Sud’, con 133 imputati), e ha vissuto con coraggio lunghi periodi sotto scorta e in grave pericolo.
La sua divisa è stata la discrezione, per non adulterare l’andamento dei dibattimenti: con disappunto dei giornalisti, non ammise le riprese al processo Gucci.
Nel suo studio in Tribunale campeggiavano le parole di Platone, di deplorazione della (oggi clamorosa) trasformazione dei desideri in diritti. In occasione del commiato dal lavoro, di fronte ai colleghi e ai collaboratori, citò Aristotele: “spesso si pensa che la giustizia sia la più importante delle virtù, e che né la stella della sera né la stella del mattino siano altrettanto degne di ammirazione”.
Il Centro studi Rosario Livatino lo ricorda con ammirazione e gratitudine, ed è vicino in questo momento ai suoi familiari.
Domenica, 30 maggio 2021
Fonte: Centro Studi Livatino