di Domenico Airoma
Credo poco nei complotti; sono la scorciatoia per chi rinuncia a confrontarsi con la complessità del reale, con la molteplicità di fattori che influenzano il comportamento degli uomini. Credo, però, nelle convergenze, ricercate o occasionali che siano.
Il governo Conte 2 è l’effetto della convergenza del molteplice. Non occorre attingere a dossier riservati, basta osservare quanto accaduto in questi ultimi mesi per rendersi conto di come la nuova compagine governativa sia stata voluta, ricercata, costruita da tutte quelle forze che rappresentano la cosiddetta post-modernità: post-comunisti, europeisti M&M’s (che non hanno nulla a che vedere con i gustosi confetti di cioccolato, ma molto con Merkel e Macron), post-democristiani e nichilisti ingialliti. Tutti accomunati, più che dall’anti-Salvinismo, dal desiderio di salvare sé stessi e di rivitalizzare tutto ciò che ha condotto l’Italia e l’Europa nella condizione di civiltà agonizzante. Insomma, una crisi tutt’altro che imprevista, come ha scritto anche Francesco Verderami sul Corriere della Sera. E forse anche nei fatti favorita da chi, troppo concentrato sugli “Interni”, ha trascurato quel che stava accadendo – o tramando – oltre confine.
Tutti insieme, quindi. E tutti contenti, almeno tutti quelli che, al di là delle sfumature, si riconoscono in questo mondo disperato e disperante: i cosiddetti mercati, l’“alta finanza”, i boiardi di Bruxelles, i giornali benpensanti, i magistrati democratici, gli attori di Hollywood…
E se non tutti, certamente anche non pochi esponenti di quel che rimane del mondo cattolico, plaudenti a chi fa della politica la contraffazione della carità, così rinunciando alla forza scandalosa e salvifica del messaggio cristiano.
Trent’anni dopo l’abbattimento del Muro di Berlino, anziché prendere atto dell’implosione della falsa democrazia fondata sull’espansione illimitata dei desideri e sul dirigismo tecnocratico, presentata come alternativa al fallimento del social-comunismo, si forma un governo dove non contano gli uomini, ma ancora una volta un’idea: il “nuovo umanesimo”. Il quale che altro non è se non l’ennesima metamorfosi della vecchia utopia gnostica, diabolicamente tesa a creare l’“uomo nuovo”, nonostante il sangue versato e le macerie ancora fumanti. È come pretendere di salvare un uomo ridotto in fin di vita fornendo all’assassino, che ha esaurito le munizioni, l’ennesima pallottola.
Si tratta, certo, dei colpi di coda di un mondo che muore, ma che fanno (e che faranno) male, molto male, nonostante l’ennesimo travestimento sartoriale di un nobile solo di cognome.
Si tratta, tuttavia, di un bluff. La storia si incaricherà di dimostrarlo. Ma, come per ogni bluff, occorre, per svelarlo, che non si abbandoni il tavolo di gioco e che non si rinunci alla partita. Ed è quello che sono chiamati a fare tutti quei cattolici e quegli uomini di buona volontà che intendono fare tesoro degli insegnamenti della storia e provare a ricostruire, dalle fondamenta, cioè tornando all’umano, una società a misura d’uomo. Tutti insieme, animati dalla passione per la Verità.
Venerdì, 06 settembre 2019