di Oscar Sanguinetti
Sabato 5 ottobre, antica collegiata di San Lorenzo a Chiavenna (Sondrio) dall’alto campanile: esequie dell’amico e antico sodale in Alleanza Cattolica Renato Locatelli, scomparso improvvisamente due giorni prima, poco tempo dopo il ritorno da una vacanza all’estero.
Riesco ad arrivare per il rotto della cuffia solo un minuto prima che inizi il rito: la chiesa parrocchiale è strapiena. Trovo un posto in fondo… e osservo…
Cappelli con la penna nera, uomini e donne di ogni età e condizione, tanti anziani, ma anche tanti giovani, famiglie: francamente non pensavo che lo schivo Renato fosse così conosciuto e amato. E invece mi sbagliavo.
Ma non solo questo fatto inatteso è stato per me una rivelazione: nel corso della bella omelia — mi è parso efficace l’accenno al Signore che fa abbandonare il cuore di carne, che smette di battere, questa volta in senso letterale, per sostituirlo con il Suo Cuore, che pulsa per l’eternità — il celebrante — cosa che mi pare ormai alquanto desueta — ha ricordato qualche tratto della vita dell’amico, svelandone aspetti che ignoravo del tutto. Pensavo che non avesse altre attività oltre a quelle professionali e all’apostolato svolto in Alleanza Cattolica e invece ho scoperto che Renato era priore della confraternita della Buona Morte, membro della confraternita francescana, in prima fila nelle opere di carità della parrocchia; inoltre che si confessava frequentemente e che ogni sabato mattina faceva un’ora di adorazione in una cappella laterale della chiesa. Se si considera che in più lavorava ed era alpino — aveva servito come sottotenente — e partecipava alle attività dei reduci, nonché militava assiduamente in Alleanza Cattolica, viene da dire: diamine!
Eppure Renato non raccontava quasi mai, nelle occasioni in cui ci si ritrovava — e, facendo due calcoli, circa cinquanta anni di ritiri in comune — io da Milano, egli dalla sua valle alpina — per almeno tre volte l’anno fa un totale incredibile, senza contare che vi erano state anche altre occasioni… — di queste sue tante attività al servizio della Chiesa e del prossimo della sua valle e del suo Paese. Né dava adito alcuno a pensare che vi si dedicasse. Sono convinto tuttavia che quanto appreso e praticato in Alleanza Cattolica sia servito ad alimentare questo suo impegno parallelo.
Il suo ritorno alla casa del Padre è stato celebrato con un rito semplice ma commosso e vibrante, fra canti, labari di confraternite, loro membri in abito religioso, “veci” con bandiere e gagliardetti degli Alpini — che al termine hanno recitato la commovente preghiera del Corpo —, ceri, incenso.
È stato accompagnato alla sepoltura nel vicino cimitero monumentale, coronato di affilati picchi, da una lunga e affollata processione — erano decenni che non assistevo a un funerale-corteo —, scandita dalla recita del Rosario, ed è stato tumulato, dopo la solenne benedizione del feretro, alla presenza dei parenti e degli amici della Croce di Sondrio di Alleanza Cattolica, radunati in circolo intorno alla fossa.
Renato ha combattuto la buona battaglia su molti fronti, ha vissuto una vita piena e sempre sotto l’ombra del Signore e della sua Santa Madre.
Gli dico “addio” sperando di rivederci, a Dio piacendo, nel luogo che non conosce sera e gli chiedo di pregare da lì il Signore e la Madonna per l’Associazione e per l’Italia.
Martedì, 8 ottobre 2024