“Un pensiero speciale vorrei riservare a voi, donne che avete fatto ricorso all’aborto. La Chiesa sa quanti condizionamenti possono aver influito sulla vostra decisione, e non dubita che in molti casi s’è trattato d’una decisione sofferta, forse drammatica. Probabilmente la ferita nel vostro animo non s’è ancora rimarginata. In realtà, quanto è avvenuto è stato e rimane profondamente ingiusto. Non lasciatevi prendere, però, dallo scoraggiamento e non abbandonate la speranza. Sappiate comprendere, piuttosto, ciò che si è verificato e interpretatelo nella sua verità. Se ancora non l’avete fatto, apritevi con umiltà e fiducia al pentimento: il Padre di ogni misericordia vi aspetta per offrirvi il suo perdono e la sua pace nel sacramento della Riconciliazione. Allo stesso Padre e alla sua misericordia potete affidare con speranza il vostro bambino. Aiutate dal consiglio e dalla vicinanza di persone amiche e competenti, potrete essere con la vostra sofferta testimonianza tra i più eloquenti difensori del diritto di tutti alla vita. Attraverso il vostro impegno per la vita, […] esercitato con l’accoglienza e l’attenzione verso chi è più bisognoso di vicinanza, sarete artefici di un nuovo modo di guardare alla vita dell’uomo”
Evangelium vitae, 99
Per vedere una persona in carne e ossa che percorre la strada descritta dall’enciclica di papa Giovanni Paolo II, che fa davvero nella vita quello che può sembrare un esercizio retorico, oggi si dovrebbe elevare un pensiero a Norma Leah Nelson in McCorvey (1947-2017), più nota con il nome di “Jane Roe”. È morta sabato 18 febbraio colei che fu letteralmente usata dalle lobby abortiste per orchestrare il finto ‘caso pietoso’, che riuscì ad influenzare la Corte Suprema. Così, con una abile campagna mediatica, la sua richiesta di abortire dopo uno stupro (inventato) fu accolta e resa legale in tutti gli Stati Uniti. La sentenza del processo Roe vs Wade arrivò che lei aveva già partorito e dato in adozione il suo bambino. Correva l’anno 1973, e correva davvero veloce la mentalità che rapidamente portò a giustificare come un diritto la morte di oltre 50 milioni di esseri umani concepiti. Norma ha vissuto due vite molto diverse: la prima disordinata, con furti, relazioni omosessuali, droga, violenza, figli da uomini diversi, il lavoro in una clinica abortista. Il racconto di come la ‘ripulirono’ per presentarle alla Corte Suprema, le bugie che le insegnarono, il sostanziale disprezzo che lei sentiva addosso commuovono ancora oggi. Ma come un personaggio da parabola evangelica, un giorno vide un poster dello sviluppo embrionale; lei racconta che le si aprirono gli occhi [come ad un cieco nato?] e, con la determinazione fino ad allora usata per una pessima causa, fece ordine nella sua vita, si convertì e iniziò il contrario della battaglia abortista. Un impegno costante per la Vita, la testimonianza – di certo dolorosa – di ciò che aveva pensato e fatto, l’ammissione pubblica che l’aborto è un delitto e non un diritto. Ha girato l’America per dire al mondo che “Non puoi comportarti come se fossi il Dio di te stesso”.
Eccolo, il “nuovo modo di guardare alla vita dell’uomo”.
Riferimenti per approfondire
In rete:
http://www.ilpost.it/2017/02/19/norma-mccorvey-jane-roe/
https://www.theguardian.com/us-news/2017/feb/19/norma-mccorvey-obituary
In libreria, autrice Norma McCorvey e altri:
- I Am Roe: My Life, Roe V. Wade, and Freedom of Choice – Published June 1st 1995 by HarperCollins Publishers (first published May 1st 1994)
- Won by love – Thomas Nelson Publishers, Nashville, Tennessee, 1997 – ISBN 0-7852-7237-2
- L’affaire Jane Roe: Histoire d’une manipulation, Editions de L’Homme Nouveau, Paris, 2008