di Domenico Airoma
E l’ho vista all’opera, quest’altra Europa possibile, in Polonia. Al congresso promosso dal movimento Europa Christi, dove ho avuto l’onore di rappresentare Alleanza Cattolica e di intervenire, seduto a fianco del cardinale Stanisław Dziwisz. Un’Europa che ha compreso che, assieme al Muro, è imploso non solo il social-comunismo, ma l’idea di poter costruire un mondo senza Dio, anzi contro Dio: di chiudere la speranza entro gli angusti confini terreni, di realizzare il paradiso sulla Terra. Un’Europa che non è caduta nell’inganno di considerare come vera alternativa a quel fallimento il mondo che era al di là del Muro; che aveva capito che quell’Occidente non voleva fare i conti con le fondamenta di quel Muro, nate da un umanesimo che si pretendeva autosufficiente e sostenute dalla illusione fallace di una libertà senza limiti.
Un’Europa che è sopravvissuta alle persecuzioni e alla tentazione di svendere la dignità degli uomini e dei cattolici sull’altare del compromesso con l’ideologia, e che non è disposta a cedere a una democrazia senza valori, neppure se ricoperta dall’etichetta fraudolenta di cristiana. Un’Europa che è ben consapevole di non poter respirare pienamente l’aria salutare della verità e della libertà se il polmone d’Occidente è ancora preda dell’asfissia della menzogna relativistica e della schiavitù dei desideri senza fine. Un’Europa che non si consuma nella sterile elencazione dei mali dell’ora presente e non si chiude nei confini di un supponente intellettualismo. Un’Europa che si è assunta il compito di trasmettere un’eredità, come fecero i monaci tra le rovine dell’impero romano. Oggi quei monaci hanno il volto di tanti fra sacerdoti e religiosi, ma soprattutto di molti laici che intendono ridare all’Europa il vero volto, quello di Cristo. E che non si rassegnano alla pretesa ineluttabilità del corso delle vicende storiche perché sanno che il Signore della storia non dorme e non farà mai mancare la propria assistenza alla Chiesa.
Mi piace pensare che proprio questo animava il coraggio del beato don Jerzy Popiełuszko (1947-1984), il martire della resistenza polacca, ma soprattutto il testimone universale della forza insopprimibile della Verità contro ogni menzogna. Pregando sulla sua tomba a Varsavia ho ricordato quando, sotto le bandiere polacche e il vessillo di Alleanza Cattolica, manifestavo, assieme a tanti altri, «per una Polonia libera e cattolica». La Polonia è rimasta cattolica ed è tornata libera. A trent’anni dall’abbattimento del Muro, sappiamo che possiamo contare ancora una volta, come nel 1683, sull’aiuto di chi vuole che l’Europa, tutta intera, torni ad essere libera e cattolica.
Sabato, 9 novembre 2019