Il Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica è strumento fedele, essenziale e prezioso per diffondere i contenuti della fede cristiana. Da meditare le sue tre caratteristiche precipue
di Daniele Fazio
Mentre il Catechismo romano, redatto dopo il Concilio di Trento, veniva indirizzato e raccomandato ai parroci per l’insegnamento della dottrina cattolica ai fedeli, il Catechismo della Chiesa Cattolica è diretto in prima battuta ai vescovi, sia perché da loro fu richiesto nel Sinodo del 1985, sia perché il vescovo è il maestro della fede nella Chiesa particolare e quindi il Catechismo, quale norma sicura per la trasmissione dei contenuti di fede, lo possa aiutare anche in questa sua missione. I destinatari, però, non sono esclusivi. Nella parte introduttiva, infatti, dopo aver menzionato questo indirizzo speciale all’episcopato si afferma esplicitamente che sono destinatari del testo attraverso i vescovi: i redattori dei catechismi, i sacerdoti e i catechisti. Inoltre, si sottolinea l’utilità della lettura anche da parte di tutti i fedeli cristiani.
All’inizio del 2003, san Giovanni Paolo II (1978-2005) durante il Congresso Catechistico Internazionale accolse la nuova richiesta da parte dei partecipanti circa la redazione di un Compendio del Catechismo della Chiesa Cattolica, che potesse ricalcare le orme del testo principale e soprattutto che ne diventasse una sintesi sicura a beneficio appunto della trasmissione della fede. Il Pontefice, allora, incaricò una Commissione affidata sempre alla guida del fedele collaboratore Cardinale Joseph Ratzinger che lavorò a tale opera. Essa definitivamente fu ultimata nel 2005 e pubblicata nei primissimi mesi del pontificato di Benedetto XVI (2005-2013).
Quali sono le caratteristiche del Compendio? La prima è la stretta dipendenza dal Catechismo della Chiesa Cattolica: esso dunque non sostituisce il Catechismo, ma rimanda puntualmente ad esso quale approfondimento degli argomenti e delle tematiche che vengono offerte in maniera sintetica ed essenziale. Di conseguenza anche il Compendio segue la quadripartizione del testo principale: il credo, la liturgia, la morale e la preghiera.
La seconda caratteristica consiste nella forma dialogica: si presenta nella sua struttura come un testo “a domande e risposte” – come il diffusissimo Catechismo di papa San Pio X (1903-1914) – al fine di favorire l’assimilazione e l’eventuale memorizzazione dei contenuti. Questo stile dialogico, tra l’altro, è molto vicino alla realtà della persona umana. Basti pensare all’esordio della filosofia con Socrate (470-399 a. C.). L’uomo, infatti, per natura si pone domande, metafisiche ed esistenziali, che attendono risposta non solo dalla retta ragione, ma anche dalla prospettiva di fede. Un tale stile non solo risulta utile alle persone semplici, ma è anche fruttuoso per i più acculturati in quanto esaurisce con molta precisione le richieste circa la dottrina della fede. Il magistero pontificio ribadendo questa struttura supera, altresì, tanta chiacchiera circa una fantomatica “fede adulta” che dovrebbe rifuggire da formule dottrinali e dalla memorizzazione di esse. Il risultato di tali direzioni catechistiche, del resto, è in qualche modo visibile e sta principalmente nell’ignoranza dei contenuti della fede da parte di molti fedeli del nostro tempo, che quindi sono più facilmente disponibili al fascino delle ideologie, riducendo l’essere cristiani ad un continuo compromesso con il pensiero dominante del momento.
La terza caratteristica riguarda l’uso accresciuto – rispetto al Catechismo della Chiesa Cattolica – di immagini sacre, che scandiscono l’articolazione del Compendio. L’immediatezza dell’immagine nella catechesi, in un mondo bombardato da tante figure, saprà per molti versi meglio delle parole, far scattare lo stupor fidei che sta alla base dell’interrogazione sul soprannaturale e quindi apre le porte all’incontro con Dio.
In appendice – quale altro tesoro riscoperto – il Compendio pone le preghiere della tradizione cristiana, anche in latino, perché quale lingua usata da sempre dalla Chiesa possa far palpare l’universalità e l’unicità della Chiesa Cattolica che con “una voce” loda il Creatore. Concludono le formule della dottrina cattolica.
Il Catechismo della Chiesa Cattolica e il suo Compendio – doni alla Chiesa di San Giovanni Paolo II e Benedetto XVI – sono quindi utili strumenti per non essere sballottati da qualsiasi vento di dottrina (Ef 4,14) e parte significativa di quelle medicine per poter intervenire a favore dei tanti malati nello spirito del nostro mondo, descritto da Papa Francesco come un grande ospedale da campo.
Giovedì, 16 luglio 2020